Conte valuta riapertura per nidi e scuole dell’infanzia

Marco Ciotola

30/04/2020

25/06/2021 - 17:46

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Il premier ha parlato di un’ipotesi riapertura, al vaglio di esecutivo e task force, per nidi e scuole dell’infanzia

Conte valuta riapertura per nidi e scuole dell’infanzia

“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia”. È stata questa la precisa dichiarazione del premier Giuseppe Conte, nell’ambito dell’informativa sulla Fase 2 di scena oggi in Parlamento.

L’intervento, incentrato sulle misure economiche da attuare a partire dal prossimo 4 maggio, è stato molto criticato, in primis da Lega e Italia Viva, con le velate minacce di far cadere il governo da parte di Matteo Renzi.

Su tutto, però, ha destato particolare attenzione l’ipotesi di apertura per nidi e scuole dell’infanzia paventata dal presidente del consiglio.

Pochi a dire la verità i dettagli rilasciati a riguardo, e per il momento anche uno scenario simile sembra essere legato alla più ampia predisposizione verso un’allargamento delle maglie qualora la situazione dovesse mostrarsi migliore:

Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona”,

ha ribadito Conte.

Conte valuta riapertura per nidi e scuole dell’infanzia

Il presidente del consiglio ha spiegato che si andrebbe incontro a un incremento “esponenziale e incontrollato” dei contagi se si procedesse a riapertura completa dal 4 maggio.

In particolare, ha parlato di “effetto contenitivo massimo” applicato alle scuole, destinato ad andare avanti almeno fino a giugno ma che potrebbe interrompersi, almeno parzialmente, per lasciare spazio alle riaperture sperimentali di asili nido e materne.

Una riapertura estiva e con restrizioni, certo, disciplinata a turni e un ridotto numero di bambini per ogni fascia oraria, ma che potrebbe effettivamente concretizzarsi qualora venissero riscontrate le condizioni di sicurezza.

Molto dipenderà - è questa l’ipotesi comune - dall’evolversi della situazione nelle prossime settimane, che attendono la tanto contestata Fase 2 e la riapertura di un numero più ampio di attività previsto per giugno.

Molto forte nella giornata odierna il grido delle opposizioni, contro l’utilizzo dei cosiddetti DPCM da parte del premier, ovvero di un atto che non necessita del passaggio alle Camere per la legge di conversione.

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