Il Consiglio Superiore della Magistratura verso l’elezione dei membri laici

Antonella Ciaccia

11/01/2023

13/01/2023 - 21:36

condividi

Il prossimo 17 gennaio, dopo due slittamenti, il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere i membri laici del Csm. Dieci i posti per i nuovi inquilini di palazzo dei Marescialli.

Il Consiglio Superiore della Magistratura verso l’elezione dei membri laici

Tra poco meno di una settimana, le Camere si riuniranno per rinnovare il Consiglio Superiore della Magistratura. Il Parlamento avrebbe dovuto provvedere a settembre, ma le urne anticipate hanno costretto il rinvio alla data del 13 dicembre, nuovamente slittata per via dei lavori per la manovra fiscale.

In realtà mancava e pare manchi ancora, un accordo fra i partiti per ripartire i dieci seggi di nomina parlamentare. Per la maggioranza si presta l’occasione di praticare un po’ di spoils system anche nel governo delle toghe, integrando con qualche nome di propria fiducia il Consiglio, di cui giudici e pubblici ministeri hanno già scelto i loro rappresentanti e che sostituirà quello in carica; ricordiamo difatti che i venti consiglieri togati del nuovo Csm sono stati già eletti dai magistrati a fine settembre e da quasi quattro mesi aspettano di entrare in funzione e rinnovare l’organo di autogoverno.

E dunque cosa potrà accadere il prossimo 17 gennaio? La formula più probabile potrebbe essere quella di un centrodestra che si assegna sette consiglieri laici, tre per FdI, due per la Lega e due per Forza Italia e ne lascia uno ciascuno alle opposizioni, un laico per Azione-Italia viva, uno per il Pd, uno per M5S.

E comunque le probabilità che basti una sola data a eleggere i dieci consiglieri laici del Consiglio Superiore della Magistratura sono davvero basse. Tant’è vero che è stato già deciso che Senato e Camera torneranno a riunirsi, il martedì successivo e poi una volta alla settimana nel caso fosse necessario.

Chi sono i membri laici del Csm

Al suo interno il Csm è composto da commissioni, formate dai Consiglieri togati e laici. Le commissioni hanno un potere di proposta nei confronti dell’Assemblea Plenaria (c.d. Plenum) di cui fanno parte tutti consiglieri eletti e i membri di diritto.

I membri laici del Consiglio Superiore della Magistratura sono designati per garantire la rappresentanza della società civile e per contribuire all’equilibrio nell’esercizio delle funzioni del Csm.

Le candidature per i membri laici del Csm possono essere presentate dai partiti politici o dalle associazioni professionali. Quest’anno per la prima volta, come è avvenuto per i membri togati, chi vuole candidarsi al Csm deve formalizzare la sua candidatura come vedremo di seguito, sul sito della Camera dei Deputati.

In generale, per essere eletti come membri laici del Csm, i candidati devono avere una buona conoscenza dei sistemi giudiziari e delle questioni relative alla magistratura, un’adeguata esperienza professionale e un’alta reputazione professionale e personale.

Una volta nominati, i membri laici del Csm hanno gli stessi poteri e responsabilità dei membri magistrati del Csm. Partecipano alle riunioni del Csm, hanno diritto di voto e possono essere eletti in posizioni di rilievo all’interno del Csm.

In sintesi i membri laici del Csm hanno il compito di fornire un contributo equilibrato alle decisioni del Consiglio per garantire la trasparenza e la neutralità della magistratura italiana.

La riforma Cartabia e le novità per l’elezione dei membri laici

La riforma Cartabia ha previsto di aumentare il totale dei membri elettivi del Csm a trenta: questi erano stati ridotti a ventiquattro dalla legge n.44/2002.

Venti sono scelti dagli stessi magistrati, e dieci dal parlamento, selezionati tra professori universitari in materie giuridiche e avvocati, i cosiddetti membri laici.

Sono poi tre le persone che vi fanno parte per diritto: il presidente della Repubblica, che lo presiede, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione.

La novità, introdotta dalla legge Cartabia, prevede che, in nome della trasparenza, le candidature per essere eletti al Csm vengano pubblicate sul portale della Camera, avanzate dagli stessi interessati o da almeno dieci parlamentari di due gruppi diversi.

Per le candidature c’è tempo fino alla mattina di sabato 14 gennaio. Se però non si arriverà almeno al 40% di aspiranti donne, che è la quota fissata per «assicurare il rispetto della parità di genere», per loro ci sarà tempo fino alle 10 del mattino del 17 gennaio 2023.

Le votazioni cominceranno nel pomeriggio. Nell’elenco aggiornato sono 173 le candidature pervenute fino alle ore 15 del 10/01/2023.

La parità di genere per i futuri componenti laici del Csm

Come accennato, nella riforma sono state introdotte norme per favorire la parità di genere tra i componenti laici che devono essere «scelti nel rispetto della parità di genere garantita dagli articoli 3 e 51 della Costituzione». Questo cosa significa?

Secondo i criteri stabiliti dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, d’intesa con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, l’espressione significa che «deve appartenere al genere meno rappresentato almeno il 40% dei candidati».

Se questa soglia non viene raggiunta, viene disposta una riapertura del termine per la presentazione delle candidature dei soli soggetti appartenenti al genere sottorappresentato.

Nel caso in cui, nonostante la riapertura dei termini, la soglia del 40% di candidate donne non fosse raggiunta, non scatterebbero ulteriori meccanismi, dato che non è previsto nessun ulteriore sorteggio.

Distribuzione dei posti nelle intenzioni del Governo

La distribuzione dei posti prevede, nelle intenzioni del centrodestra, di tenerne per sé sette, divisi in questo modo: tre a Fratelli d’Italia, due alla Lega e due a Forza Italia. I restanti tre posti sono destinati uno per ciascuno ai gruppi di minoranza maggiori: Partito democratico, Cinque stelle e Terzo polo.

Alla maggioranza di governo mancano una manciata di voti per arrivare ai 3/5 dei componenti dell’assemblea che occorrono per eleggere ogni consigliere laico. Dal terzo scrutinio bastano però i 3/5 dei partecipanti al voto, anche per questo La Russa e Fontana hanno deciso di cominciare a votare pur senza accordo.

Quella che conta è però la maggioranza che si formerà nel plenum del Csm, quando i laici si uniranno ai venti togati già eletti. Il nuovo Consiglio infatti dovrà eleggere il vicepresidente a maggioranza assoluta.

Una volta costituito il nuovo Consiglio Superiore della Magistratura, saranno formate le commissioni e si comincerà a parlare di nomine e di vertici delle procure. Servirà però ancora qualche mese, sempre che dal 17 gennaio si trovi una quadra.

Iscriviti a Money.it

Correlato