Concorso per assumere persone vicine al partito: cos’è successo in Regione Lazio

Antonio Cosenza

14/04/2021

26/08/2021 - 12:11

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Non si tratta di un concorso pubblico truccato, ma rappresenta comunque una chiara violazione dei principi etici. Ecco cosa è successo in Regione Lazio, dove sono state assunte 16 persone vicine a Movimento 5 Stelle, Lega e Partito Democratico.

Concorso per assumere persone vicine al partito: cos’è successo in Regione Lazio

Sta facendo molto discutere il concorso pubblico che ha portato all’assunzione - con contratto a tempo indeterminato - di 16 persone molto vicine al Movimento 5 Stelle, alla Lega e al Partito Democratico, le quali sono riuscite ad ottenere un posto fisso in Regione Lazio.

Una vicenda che si apre a diversi risvolti, ma per il momento è bene sottolineare che non sembrano esserci i presupposti per parlare di “concorso truccato”. Come spiegato dal Fatto Quotidiano, autore dell’inchiesta che ha messo alla luce quanto successo, per il momento le indagini della Procura di Civitavecchia sembrano confermare che tutto è stato eseguito “in punta di diritto amministrativo” e quindi in maniera “regolare”.

Pur non trattandosi di un concorso “truccato”, questo sta facendo comunque molto discutere tanto che il Presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, ha presentato - spinto dal Governatore Zingaretti - le proprie dimissioni.

Concorso per assumere persone vicine al partito: cosa è successo in Regione Lazio

È stato il Fatto Quotidiano ha ripercorrere le tappe di quanto successo con il suddetto concorso. Nel dettaglio, si tratta di una selezione pubblica bandita dal Comune di Allumiere, un paesino in provincia di Roma con appena 3.800 abitanti che in qualche modo - spetterà alla Procura di Civitavecchia stabilire se in maniera legittima - ha portato all’assunzione presso la Regione Lazio.

Sindaco di Allumiere è Antonio Pasquini, il quale risulta comandato da tre anni presso l’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

Nel dettaglio, il suddetto concorso si conclude il 14 dicembre 2020 con la pubblicazione della graduatoria: quattro giorni dopo ecco che la Regione Lazio decide, senza alcuna avvisaglia, di assumere 16 funzionari di categoria C da destinare all’Ufficio di Presidenza del Consiglio. Nessun concorso però: la normativa, infatti, consente di reclutare il personale necessario scorrendo la graduatoria dell’ultima procedura conclusa da altri enti pubblici ricadenti nel proprio territorio.

L’ultima procedura era proprio quella che si è tenuta presso il Comune di Allumiere, dove quindi è iniziato lo scorrimento della graduatoria che - appena 10 giorni dopo (il 28 dicembre 2020) - ha portato all’assunzione di 16 persone, tra le quali figurano militanti, dirigenti e collaboratori di partito. Persone vicine a tre partiti: perlopiù al Partito Democratico, ma anche a Lega e Movimento 5 Stelle.

E non è tutto: inizialmente, infatti, erano 24 le persone chiamate dalla Regione Lazio, 8 delle quali però hanno rifiutato con il rischio che un’altra procedura concorsuale si concludesse da lì a poco impedendo loro di essere scelti da un’altra amministrazione presente nel territorio regionale. Questo scenario, però, non si è concretizzato visto che il 28 dicembre 2020 viene sottoscritto un accordo tra il Comune di Guidonia e quello di Allumiere per l’assunzione di 8 funzionari dalla stessa graduatoria. E 4 di questi sono coloro che solo pochi giorni prima avevano rifiutato la chiamata della Regione.

Ribadiamo: fino a prova contraria queste procedure sono del tutto legali e nel rispetto del diritto amministrativo. Per quanto riguarda il rispetto dei principi etici, però, ci sarebbe molto da dire.

Non si può parlare di concorso truccato, ma sulla vicenda sta comunque indagando la Procura di Civitavecchia, la quale ha autorizzato i Carabinieri ad ascoltare quegli idonei che non sono stati pescati dallo scorrimento, i quali hanno presentato dettagliati esposti. Sulla vicenda, per il momento, tace la politica: “No comment” del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, ma per i pentastellati c’è una dura presa di posizione della consigliera Francesca De Vito:

“Difficile rimanere in silenzio soprattutto quando si tratta di difendere quell’idea di istituzione sana che i cittadini meritano. Non stiamo discutendo di violazione delle regole e delle procedure ma di etica ed opportunità politica”.

Secondo la De Vito si tratta di un fatto “da approfondire”: lo farà la Procura, ma nel frattempo il presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, ha già presentato le proprie dimissioni.

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