Concorsi pubblici più semplici, ecco quali sono i più facili da superare

Simone Micocci

30 Gennaio 2024 - 16:23

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Quali sono i concorsi pubblici più facili? Per rispondere bisogna prendere in esame diversi fattori: dal numero di posti all’assenza di prove, ecco tutto quello che serve sapere.

Concorsi pubblici più semplici, ecco quali sono i più facili da superare

Il concorso pubblico è il canale d’ingresso per una carriera nella Pubblica amministrazione, al tanto sospirato “posto fisso”. Per superare un concorso pubblico bisogna però essere molto preparati, in quanto ci sono prove difficili da affrontare e tanti altri candidati contro cui concorrere.

Ecco perché spesso si è alla ricerca dei concorsi pubblici più semplici da superare, così da non dover dedicare molto tempo alla preparazione e avere maggiori possibilità di essere assunto come dipendente pubblico. Tuttavia, per quanto si tratti di un’informazione particolarmente allettante, vista la prospettiva che offre, rispondere alla domanda su quali sono i concorsi pubblici più facili non è immediato.

Bisogna infatti fare delle considerazioni: cosa rende un concorso più semplice rispetto a un altro? I fattori determinanti possono essere diversi: dal numero di posti a quello dei candidati, come pure dai requisiti richiesti o dalla tipologia delle prove.

Specialmente su quest’ultimo aspetto è intervenuta la cosiddetta riforma Brunetta del 2021, con la quale i concorsi sono stati resi più semplici poiché alle amministrazioni è stata data la possibilità di fissare una sola prova scritta (solitamente a crocette) al fianco della valutazione dei titoli. Niente prova orale quindi, spesso la più temuta dai concorrenti.

Per questo motivo, sei pensiamo ai concorsi più facili come quelli con meno prove da sostenere, allora la maggior parte dei nuovi bandi risponde a questa caratteristica.

Ma se consideriamo anche requisiti e numero dei posti, circoscrivendo così la nostra ricerca ai concorsi pubblici aperti più o meno a tutti e nei quali non serve chissà che grado di preparazione, allora i concorsi da poter considerare più facili di altri (e non quindi semplici in assoluto) sono i seguenti.

Concorsi pubblici per volontari delle Forze Armate

Come anticipato, sono tre principalmente i criteri per cui potremmo definire “facile” un concorso pubblico:

  • rapporto elevato tra numero di posti e domande presentate;
  • prove concorsuali semplici;
  • requisiti non particolarmente restrittivi.

A rispondere esattamente a questa descrizione sono i concorsi per volontari delle Forze Armate, per i quali vengono banditi migliaia di posti (6.200 nell’ultimo bando) con la possibilità di parteciparvi anche solo con la licenza media. Nessuna prova scritta, non bisognerà quindi studiare: i candidati dovranno effettuare solamente le prove di efficienza fisica, nonché l’accertamento dei requisiti di idoneità fisio-psico-attitudinale.

Concorsi pubblici Forze di Polizia a ordinamento civile e militare

Non particolarmente complicati neppure i concorsi per l’accesso ai ruoli delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare. I posti sono comunque molti (1.650 gli agenti della Polizia di Stato per i quali è in programma il reclutamento), mentre come titolo di studio è sufficiente il diploma di Maturità. È prevista però una prova scritta di cultura generale, per la quale viene messa a disposizione una banca dati da cui verranno selezionate le domande del test.

Va detto che questi concorsi, per quanto possano sembrare semplici, richiedono uno studio approfondito in quanto vi è un elevato tasso di partecipazione: quindi non vanno assolutamente sottovalutati, tant’è che solitamente si viene chiamati a visita solamente se il punteggio ottenuto alla prova scritta è molto alto.

Concorsi articolo 16 della legge n. 56 del 1987

Tra i concorsi più semplici possiamo mettere anche quelli disciplinati dall’articolo 16 della legge n. 26 del 1987, ai quali possono partecipare le persone che sono prive di occupazione e hanno rilasciato la Dichiarazione di immediata disponibilità presso il Centro per l’impiego. Come titolo di studio è sufficiente la licenza media o comunque aver assolto all’obbligo di istruzione.

In questi concorsi vengono previste solitamente delle sole prove di idoneità per lo svolgimento delle mansioni previste dal ruolo: a formare la graduatoria sono i Centri per l’impiego, sulla base dei criteri preferenziali (ad esempio i carichi familiari, oppure l’Isee basso) indicati dal bando di concorso.

Concorso come collaboratore scolastico (a tempo determinato)

È molto semplice poi candidarsi per lavorare come personale Ata nelle scuole, specialmente come collaboratore scolastico. Intanto perché i requisiti non richiedono particolari specializzazioni: possono diventare collaboratori scolastici, infatti, coloro che hanno conseguito il diploma di qualifica triennale rilasciato da un istituto professionale, diploma di maestro d’arte, diploma di scuola magistrale per l’infanzia, qualsiasi diploma di maturità, attestati o diplomi di qualifica professionale, entrambi di durata triennale, rilasciati o riconosciuti dalle Regioni.

Inoltre, almeno per candidarsi come collaboratore a tempo determinato ed essere chiamato per le supplenze, è sufficiente una mera valutazione dei titoli: ogni tre anni viene infatti data la possibilità di iscriversi alla terza fascia delle graduatorie d’istituto, dalle quali appunto le scuole possono attingere in caso di necessità.

Molto più complicato diventare di ruolo: in tal caso infatti bisogna ritrovarsi nelle posizioni più elevate delle cosiddette graduatorie provinciali, alle quali possono iscriversi coloro che hanno prestato servizio per almeno due anni nei ruoli Ata.

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