Concorsi Forze Armate: le prove fisiche non più vincolanti?

Simone Micocci

4 Ottobre 2017 - 13:18

Cambiano i requisiti per l’accesso al VFP1 dell’Esercito Italiano: le prove fisiche non saranno più vincolanti. È polemica per la decisione del Governo.

Concorsi Forze Armate: le prove fisiche non più vincolanti?

Le prove fisiche non più vincolanti per l’accesso alle Forze Armate?

I prossimi bandi di concorso per il VFP1 presenteranno dei nuovi criteri per l’accesso al corpo militare; da settembre 2017, infatti, le prove fisiche non sono più vincolanti per chi vuole entrare nell’esercito.

Le nuove disposizioni saranno adottate per i prossimi concorsi per il reclutamento VFP1, ma non solo; il decreto dirigenziale infatti modifica anche quanto stabilito nel primo e nel secondo bando di reclutamento dei volontari in ferma prefissata di un anno nell’Esercito Italiano usciti nel 2017.

Le novità però non riguarderanno gli altri concorsi per entrare nelle Forze dell’Ordine, come quello per il reclutamento di allievi agenti della Polizia Penitenziaria di cui il bando è atteso nelle prossime settimane in Gazzetta Ufficiale.

In questo caso infatti il superamento delle prove fisiche continuerà ad essere vincolante per l’accesso al ruolo; solo chi supera tutti i test potrà sostenere poi le prove attitudinali.

Perché i test fisici non sono più vincolanti per il VFP1 nell’esercito ma continuano ad esserlo per gli altri concorsi delle Forze Armate? Secondo la giornalista Chiara Giannini de Il Giornale la motivazione è “politica”; sembra infatti che l’amministrazione abbia preso questa decisione su indicazione del Governo al fine di garantire l’arruolamento del giusto numero annuale di militari, pari ad 8.000mila unità.

Perché le prove fisiche non sono più vincolanti per il VFP1?

A causa dei vecchi requisiti per la selezione di VFP1 in diverse selezioni non sono stati assegnati tutti i posti a disposizione; il problema è che molti candidati non superavano le prove d’idoneità fisica e per questo venivano rispediti a casa.

Nel dettaglio, per il VFP1 le prove fisiche sono le seguenti:

  • simulazione del sollevamento di una bomba da mortaio da 120 mm;
  • simulazione dell’armamento di una mitragliatrice;
  • simulazione del trascinamento di un ferito (carico da 70kg);
  • corsa piana 2.000 metri entro il tempo di 10 minuti (11 per le donne).

In ogni selezione erano tantissimi i candidati che non portavano a termine la selezione, mettendo fine alle loro possibilità di reclutamento.

D’ora in avanti non sarà più così perché il risultato delle prove fisiche continuerà ad essere preso in considerazione ai fini della graduatoria finale, ma non sarà più vincolante. Le prove fisiche quindi serviranno solamente per l’assegnazione di un punteggio incrementale vista l’eliminazione delle “soglie minime previste per l’idoneità”.

Le problematiche del provvedimento

In questo modo in ogni selezione si spera di riuscire a coprire tutti i posti a disposizione; ma a che prezzo? Preferendo “l’assunzione di tutti” rispetto a “l’assunzione dei migliori” si rischia di avere un comparto delle Forze Armate meno efficiente dal punto di vista fisico.

E considerando l’impiego che viene fatto dei militari volontari in ferma prefissata di un anno (come ad esempio il controllo delle strade) ciò potrebbe rivelarsi un problema non di poco conto. Cosa succederebbe se un militare non è abbastanza veloce da sventare la minaccia di un terrorista? Come può un militare in leggero sovrappeso pattugliare le strade? Attendiamo fiduciosi una risposta dalle amministrazioni.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it