Sempre più detenuti, spesa in calo e condizioni di vita critiche: quali soluzioni per il sistema penitenziario? Il sondaggio di Money.it
Come risolvere il problema delle carceri in Italia?
Questo è il sondaggio che Money.it vuole proporre ai suoi lettori dopo i recenti casi di suicidi in carcere e gli appelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per una detenzione più dignitosa.
Secondo l’ultimo rapporto dell’associazione Antigone, al 30 giugno 2024 i detenuti erano 61.480, a fronte di una capienza regolamentare di 51.234 posti. Un tasso di affollamento del 120%, che nella realtà arriva però al 130% considerando oltre 4.100 posti non disponibili. In altre parole, 14 mila detenuti in più rispetto ai posti letto previsti.
Il sovraffollamento si traduce in condizioni di vita difficili, servizi carenti e un crescente numero di suicidi. Una tragedia silenziosa che mette in luce l’inadeguatezza del sistema, reso ancora più fragile dalla scarsità di risorse.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) dispone quest’anno di circa 3,3 miliardi di euro, pari a poco più del 30% del bilancio complessivo del Ministero della Giustizia. Ma a fronte di una popolazione detenuta in aumento, la spesa giornaliera per detenuto è scesa da 158 euro nel 2023 a 150 euro nel 2024. Di questa cifra, oltre il 62% serve a coprire le spese per il personale, mentre appena il 9,5% (circa 14 euro al giorno) viene destinato direttamente all’accoglienza, al trattamento penitenziario e alle politiche di reinserimento.
La situazione peggiora anche sul fronte delle infrastrutture: nel 2024 i fondi per nuove strutture e ristrutturazioni si sono ridotti del 10,8%, così come quelli destinati ai servizi (-8,6%) e persino al vitto dei detenuti (-5,9 milioni rispetto al 2023).
Il Consiglio d’Europa ha richiamato nuovamente l’Italia, segnalando un peggioramento della qualità della vita dietro le sbarre. Non solo per il tasso di affollamento tra i più alti d’Europa, ma anche per l’elevata incidenza dei suicidi: 11 ogni 10mila detenuti, il terzo dato peggiore dopo Francia e Regno Unito.
A questo si aggiunge la durata delle pene: in Italia si rimane in carcere in media 17 mesi, con il 30% dei detenuti condannato a pene superiori ai dieci anni. Un sistema quindi che non solo trattiene a lungo, ma offre sempre meno prospettive di recupero e reinserimento.
La fotografia è chiara: più detenuti, meno risorse, condizioni sempre più critiche ma quali soluzioni il Paese può mettere in campo? La parola ai lettori.
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