Per risolvere il sovraffollamento, abbiamo bisogno di nuove carceri in Italia. Il risultato del sondaggio

Redazione

5 Settembre 2025 - 11:27

Il sondaggio lanciato da Money.it sul futuro delle carceri italiane parla chiaro: per il 71% dei votanti la strada maestra per risolvere il problema del sovraffollamento è costruire nuove strutture.

Per risolvere il sovraffollamento, abbiamo bisogno di nuove carceri in Italia. Il risultato del sondaggio

Il sondaggio lanciato da Money.it sul futuro delle carceri italiane parla chiaro: per il 71% dei votanti la strada maestra per risolvere il problema del sovraffollamento è costruire nuove strutture. Solo una minoranza ritiene più efficace l’amnistia (16%) o la depenalizzazione di alcuni reati (12%).

Una risposta netta, che riflette probabilmente la percezione diffusa che alle emergenze serva una risposta immediata e tangibile, come l’aumento dei posti disponibili. Ma i numeri e i richiami delle istituzioni internazionali spingono a chiedersi: basterà davvero costruire nuove carceri?

Come risolvere il problema delle carceri in Italia? Come risolvere il problema delle carceri in Italia? Il risultato del sondaggio

Il rapporto di Antigone fotografa una realtà drammatica: oltre 61 mila detenuti a fronte di poco più di 51 mila posti regolamentari, con un tasso di affollamento che nella pratica supera il 130%. In altre parole, quattordicimila persone di troppo dietro le sbarre.
Il problema non è solo quantitativo. La riduzione dei fondi per strutture, servizi e persino per il vitto – in un contesto in cui già la spesa giornaliera per il trattamento e il reinserimento è crollata a 14 euro per detenuto – rende impossibile parlare di detenzione “dignitosa”, come invece richiesto a gran voce dal Presidente Mattarella.

A pagarne le conseguenze sono i detenuti, con un numero crescente di suicidi, ma anche gli agenti penitenziari, che si trovano a lavorare in condizioni sempre più insostenibili.
L’orientamento dei lettori del sondaggio riflette una convinzione semplice: se i detenuti sono troppi, servono più celle. È un ragionamento lineare, ma rischia di non andare al cuore del problema.

Costruire nuove carceri richiede anni, miliardi di euro e soprattutto una visione di lungo periodo che oggi manca. Nel frattempo, il sovraffollamento continuerà a produrre tragedie silenziose.

Non solo: la storia insegna che più spazi disponibili tendono a essere presto riempiti, senza intaccare le radici del problema. Se non si interviene sul numero dei reati che portano al carcere e sulla durata delle pene, il sistema rimarrà comunque in affanno.
Amnistia e depenalizzazione raccolgono meno consensi, forse perché percepite come “sconti” o come una rinuncia alla giustizia. Eppure, diversi Paesi europei hanno dimostrato che l’uso del carcere come extrema ratio, accompagnato da pene alternative e programmi di reinserimento, produce effetti più sostenibili sia sul piano umano sia su quello economico.

Ridurre il ricorso alla detenzione per reati minori, investire in misure di comunità, rafforzare i percorsi di lavoro e formazione sono scelte meno popolari, ma probabilmente più efficaci per ridurre recidiva e affollamento.
Il sondaggio mostra la distanza tra la percezione pubblica e le raccomandazioni di giuristi, associazioni e istituzioni europee. Da una parte la richiesta immediata di “più carceri”, dall’altra l’invito a ripensare radicalmente il sistema.
La vera domanda allora non è solo come liberare posti letto, ma quale idea di giustizia e reinserimento l’Italia vuole abbracciare.

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