Come rinunciare al diritto di abitazione con o senza notaio

Simone Micocci

12 Giugno 2025 - 19:11

Come fare la rinuncia al diritto di abitazione con o senza notaio: la procedura da seguire e i costi.

Come rinunciare al diritto di abitazione con o senza notaio

Il diritto di abitazione permette di vivere nell’immobile, anche insieme alla propria famiglia, pur non essendo proprietario o inquilino. Il diritto di abitazione può essere acquistato con un vero e proprio contratto di compravendita, ma anche ricevuto in donazione o con il testamento a titolo gratuito.

Il titolare di questo diritto può semplicemente abitare la casa, ovviamente decidendo chi può accedervi e potendo ospitare altre persone, ma ha alcuni vincoli. In particolare, non può cambiare la destinazione d’uso dell’immobile né darlo in locazione e deve conservarlo in buono stato con “la diligenza del buon padre di famiglia”.

In linea generale, il diritto di abitazione non può essere trasferito ad altre persone e viene riassorbito dal diritto di proprietà del titolare alla scadenza. Quest’ultima può essere stabilita nel contratto (anche vita natural durante), ma è pure possibile rinunciare al diritto di abitazione prima per trasferirsi altrove.

A tal proposito, è bene sapere che si può effettuare la rinuncia tramite il notaio oppure in completa autonomia. Ecco come fare.

Come rinunciare al diritto di abitazione

Il titolare del diritto di abitazione può rinunciarvi in qualsiasi momento e restituire l’immobile al legittimo proprietario. La rinuncia al diritto di abitazione deve necessariamente essere espressa in forma scritta, con un atto pubblico o una scrittura privata autenticata. Nel primo caso, il notaio si occupa dell’intero procedimento di redazione dell’atto e della trascrizione presso la Conservatoria dei registri immobiliari. Nella seconda ipotesi, quindi con la scrittura privata autenticata, il ruolo del notaio è limitato all’autenticazione della sottoscrizione.

Di conseguenza, quest’ultima è la strada più economica da percorrere, visto che l’onorario del professionista è ridotto in proporzione al lavoro da svolgere, ma più complessa. Rinunciare al diritto di abitazione in autonomia non è impossibile, ma bisogna assicurarsi di procedere correttamente e tenendo conto delle condizioni pattuite. Nei casi più complessi o se ci sono delle difficoltà è opportuno rivolgersi al professionista per evitare complicazioni, ma spesso la scrittura privata autenticata è più che sufficiente.

Come rinunciare al diritto di abitazione senza notaio

La rinuncia al diritto di abitazione senza notaio a tutti gli effetti è quella tacita, con cui chi abita nell’immobile si trasferisce semplicemente altrove spostando la propria residenza.

Ma attenzione: non è affatto una soluzione consigliabile, in quanto non tutela il proprietario in caso di future pretese differenti. Chi ha lasciato la casa potrebbe tornare indietro e pretendere di esercitare il diritto di abitazione, lasciando il proprietario in difficoltà nel provare l’estinzione. Il proprietario potrebbe così intentare una causa civile per far valere i propri diritti, perciò nel complesso è bene formulare la rinuncia in maniera espressa.

Per scrivere l’atto è sufficiente indicare la propria volontà di rinunciare al diritto di abitazione. Bisogna scrivere i propri dati anagrafici e quelli del proprietario, oltre a individuare l’immobile con precisione. Nel dettaglio, è necessario inserire l’indirizzo completo dell’abitazione e i dati catastali dell’immobile; serve poi includere anche la modalità di acquisto del diritto di immobile, chiarendo la volontà libera, irrevocabile e incondizionata della propria decisione, preferibilmente includendo le motivazioni.

Nell’atto di rinuncia bisogna anche riferire se si tratta di una rinuncia a titolo gratuito o a titolo oneroso, in quest’ultimo caso indicando quanto pattuito tra le parti. Chi riceve il diritto di abitazione deve di norma versare una cauzione, che deve essere restituita dal proprietario in proporzione al periodo di tempo non usufruito. Sul punto, però, è indispensabile consultare quanto previsto dall’atto che ha dato origine al diritto di abitazione.

La rinuncia deve essere datata e sottoscritta dinanzi al notaio, che verificherà l’identità del rinunciante e la sua volontà. In seguito l’atto deve essere trascritto presso la Conservatoria dei registri immobiliari, presentando richiesta all’ufficio dell’Agenzia delle entrate.

Quanto costa la rinuncia

Con la rinuncia espressa, con o senza notaio, sorgono anche degli obblighi fiscali.

Potrebbe infatti configurarsi una donazione, con relativa imposta da pagare, e sono in ogni caso dovute le imposte ipotecaria e catastale.

Le imposte sono di norma a carico del proprietario insieme ai costi notarili e di trascrizione, salvo patti differenti tra le parti. Il costo complessivo cambia quindi a seconda delle caratteristiche dell’immobile e della modalità scelta. La sola autenticazione della scrittura privata ha in genere un costo tra 100 e 400 euro presso il notaio, ma per un riferimento preciso bisogna rifarsi al preventivo del professionista.

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