Dogana acquisti online: quando si paga, come si calcolano IVA e dazi, chi è tenuto al pagamento e in quali casi sono previste esenzioni?
Nonostante la rapidità con cui acquistiamo da ogni angolo del pianeta sia diventata quasi scontata, le dinamiche doganali che regolano il flusso delle merci rimangono una delle aree meno conosciute per il consumatore digitale . Oggi la vera “frontiera” dell’e-commerce internazionale non è la distanza geografica, ma l’incontro o scontro – tra sistemi fiscali.
Dal 2021, la rimozione della soglia “de minimis” e l’introduzione del regime IOSS (Import One Stop Shop) hanno trasformato il modo in cui si pagano IVA e dazi sulle importazioni di modico valore. I grandi marketplace digitali, i protagonisti anche nella gestione fiscale, possono riscuotere e riversare l’IVA italiana per ogni ordine fino a 150 euro, offrendo così all’utente finale una trasparenza che spesso manca nelle spedizioni dirette da singoli venditori.
Ma procediamo con ordine.
Quando si paga la dogana sugli acquisti online dall’estero?
In Italia la disciplina della dogana per i pacchi provenienti da Paesi extra UE si fonda su soglie che variano a seconda del valore dichiarato della spedizione e dal tipo di acquirente, privato o commerciale.
Prima del 2021 si applicava il regime de minimis per il quale non erano previsti dazi né IVA per acquisti di valore inferiore a 22 euro, regime abrogato dal 1° luglio 2021:
“Oggi anche per gli invii di modico valore è sempre dovuta l’IVA, a prescindere dall’importo. Per spedizioni tra 22 e 150 euro, l’IVA è obbligatoria e può essere richiesta anche una commissione per spese di sdoganamento, mentre il dazio doganale si applica soltanto se il valore supera i 150 euro.”
Tale regola vale sia per i privati sia per le attività commerciali che importano beni destinati alla rivendita.
“Se acquisti un prodotto su un sito extra UE per 20 euro, pagherai comunque l’IVA italiana. Invece, se acquisti un bene per 120 euro, dovrai versare sia l’IVA sia le eventuali spese di sdoganamento applicate dal vettore. Oltre i 150 euro si aggiunge anche il dazio doganale, che varia in base alla tipologia di merce.”
Questa disciplina è stata introdotta per tutelare il mercato unico e garantire la concorrenza leale tra operatori comunitari ed extra UE. Non esistono più, di fatto, spedizioni “franche” da obblighi fiscali per acquisti privati tramite e-commerce extra UE.
Quali costi doganali e tasse si applicano sui pacchi extra UE
Quando si importa un pacco da Paesi extra UE, i costi doganali non si limitano al prezzo della merce, ma comprendono una serie di oneri aggiuntivi previsti dalla legge.
Dazio ad valorem e dazio specifico
Il primo aspetto da considerare è il dazio doganale, che può essere calcolato in due modi: come dazio “ad valorem”, cioè in percentuale sul valore della merce, oppure come dazio specifico, determinato in base all’unità di misura (ad esempio, peso o quantità del bene). La classificazione corretta del prodotto e il codice doganale di riferimento servono per definire l’aliquota applicabile.
“Oltre al dazio, il destinatario deve pagare l’IVA sull’importazione, che si applica non solo al valore del bene, ma anche al dazio eventualmente dovuto, alle spese di spedizione (noli) e a qualsiasi costo accessorio collegato all’invio.”
Per questa ragione, l’IVA importazione pacchi estero spesso risulta superiore a quella pagata per un acquisto nazionale. L’autorità doganale effettua un controllo sul valore dichiarato e sulla correttezza della documentazione, e non è raro che vengano richieste ulteriori prove o chiarimenti prima dello svincolo della merce.
Spese amministrative e diritti postali
Accanto a dazio e IVA, occorre distinguere un ulteriore categoria di costi: le spese amministrative e i diritti postali che vengono addebitati dal corriere o dall’operatore logistico incaricato della consegna. Queste spese variano a seconda dell’intermediario, ad esempio, Poste Italiane, DHL o altri vettori internazionali, e servono a coprire i costi di gestione della pratica doganale e dell’anticipo dei tributi.
La differenza tra dazio, IVA e spese amministrative corriere è importante: mentre i primi due sono imposte e tributi pubblici, le spese accessorie sono compensi dovuti al soggetto privato che gestisce lo sdoganamento.
“Se acquisti un prodotto extra UE per 200 euro, potresti dover pagare un dazio doganale (ad esempio 4% sulla categoria merceologica), l’IVA su tutto l’importo (valore merce più dazio più spedizione), oltre a 7-15 euro di spese amministrative richieste dal corriere.”
Come si calcola il dazio e l’IVA sugli acquisti online da Paesi terzi?
Il calcolo del dazio doganale si basa sulla base imponibile doganale, che comprende il valore della merce dichiarato in fattura, sommato al costo del trasporto (nolo) fino al primo punto di ingresso nell’UE e al premio di eventuale assicurazione.
Per quanto riguarda il calcolo dell’IVA sull’importazione, la base imponibile è ancora più ampia: si somma il valore della merce, l’importo del dazio dovuto, il nolo complessivo (fino alla destinazione finale) e tutte le spese accessorie connesse alla spedizione.
Se si acquista online da un Paese terzo una merce del valore di 100 euro, con 20 euro di trasporto e 5 euro di assicurazione, la base imponibile del dazio sarà di 125 euro. Se il dazio per quella specifica categoria merceologica è del 2,7%, il tributo dovuto sarà pari a 3,38 euro. Per il calcolo dell’IVA, si prenderà in considerazione l’intero importo risultante da valore della merce, dazio, trasporto fino a destino e ogni ulteriore costo accessorio. Supponendo che le spese accessorie siano pari a 10 euro e che l’IVA sia al 22%, la base imponibile dell’IVA sarà di 135,38 euro e l’imposta da versare sarà pari a 29,78 euro.
Chi paga la dogana: acquirente, venditore o corriere?
Uno dei dubbi più frequenti riguarda l’individuazione del soggetto obbligato al pagamento dei dazi doganali e delle altre imposte sugli acquisti online dall’estero.
L’importatore o il destinatario del pacco è sempre il soggetto tenuto a pagare la dogana negli acquisti online. In alcune circostanze, tuttavia, il pagamento può essere anticipato dal corriere o dal vettore incaricato, che agisce come sostituto e recupera poi l’importo dal destinatario al momento della consegna. La prassi più diffusa prevede il saldo dei tributi doganali e dell’IVA direttamente alla consegna, tramite il corriere che ha anticipato le somme per conto dell’acquirente.
Occorre considerare che i tempi di sdoganamento possono variare sensibilmente a seconda della tipologia di bene, della completezza della documentazione e dell’efficienza degli operatori coinvolti. In media, il processo può richiedere da pochi giorni fino a un mese, soprattutto in caso di controlli approfonditi.
Ci sono esenzioni o accordi per abbassare i costi doganali?
Le esenzioni doganali importazioni possono riguardare specifiche categorie di beni o situazioni particolari, come nel caso dei libri, dei beni culturali o di alcune spedizioni destinate a manifestazioni temporanee.
“I libri nuovi e determinati prodotti di interesse culturale beneficiano di una disciplina che li esonera dal pagamento dei dazi doganali, mentre rimane normalmente dovuta l’IVA.”
Le convenzioni commerciali stipulate dall’UE con vari Paesi terzi, come gli accordi di libero scambio, consentono di importare numerosi prodotti a dazio ridotto o addirittura azzerato, purché sia attestata la provenienza preferenziale della merce e venga fornita la documentazione idonea, come la dichiarazione di origine o il certificato EUR.1.
Un ruolo fondamentale nell’applicazione di esenzioni e nella classificazione corretta dei prodotti è svolto dai codici TARIC, che individuano ogni categoria merceologica e consentono di applicare le eventuali esenzioni dazio o agevolazioni previste.
Cosa succede se dichiaro un valore inferiore o sbaglio il codice HS?
Dichiarare un valore inferiore rispetto a quello reale della merce o utilizzare un codice HS non corretto espone l’importatore a conseguenze rilevanti sul piano fiscale e amministrativo. In particolare:
“Il codice HS è il sistema armonizzato di classificazione internazionale delle merci, individua in modo uniforme le diverse tipologie di prodotti per finalità doganali e fiscali.”
Le autorità doganali sono dotate di poteri di verifica e controllo molto ampi e, in caso di sospetto di sottodichiarazione o errore nella classificazione, possono procedere al ricalcolo dei tributi dovuti. In tali situazioni, oltre al pagamento della differenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente dovuto, vengono generalmente applicate sanzioni doganali per dichiarazione falsa o per sottodichiarazione del valore, anche se il comportamento non è stato intenzionale. In casi gravi, la normativa prevede anche l’avvio di procedimenti amministrativi o penali per frode doganale, con la possibilità di blocco delle successive importazioni intestate allo stesso destinatario.
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