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Come e perché i rapporti economici tra Russia e Cina si stanno rafforzando
mercoledì 8 maggio 2024, di
Nel mese di marzo le esportazioni cinesi verso la Russia sono diminuite di quasi il 16% rispetto a quanto fatto registrare nel 2023. Questa è stata la prima diminuzione su base annua rilevata nei rapporti economici tra i due Paesi dalla metà del 2022 – anno coincidente con l’inizio della guerra in Ucraina – ad oggi.
C’è chi dice che il rallentamento sia dovuto alla volontà di Pechino di non entrare in conflitto con le sanzioni secondarie adottate dagli Usa per colpire Mosca, e chi attribuisce la frenata alle preoccupazioni cinesi di alimentare le tensioni con Washington. Indipendentemente dal fatto che il dato sia frutto di una strategia politica o, piuttosto, la conseguenza naturale di un legame che si sta semplicemente stabilizzando dopo il boom dei mesi scorsi, è fondamentale provare a rispondere ad una domanda: davvero le relazioni tra Russia e Cina sono sotto pressione?
Se guardiamo all’economia, la situazione appare abbastanza chiara: nel 2023 il fatturato commerciale tra i due Paesi ha raggiunto i 240 miliardi di dollari, con un aumento del 26,3% in un solo anno. Allargando la questione fino a comprendere l’ambito geopolitico, vari analisti hanno acceso i riflettori su ipotetiche crepe apparse in un rapporto che continua ad essere solido e unito.
In ogni caso, Vladimir Putin è atteso da una visita di Stato oltre la Muraglia che dovrebbe concretizzarsi tra il 15 e il 16 maggio. Il presidente russo dovrebbe atterrare a Pechino subito dopo che il leader cinese Xi Jinping avrà completato la sua prima visita nell’Unione Europea da cinque anni a questa parte. È lecito supporre che i due, più che affrontare il tema economico, possano cercare di coordinarsi in vista di una svolta diplomatica – più o meno evidente – riguardante la guerra in Ucraina.
I rapporti commerciali tra Russia e Cina
In mezzo a ipotesi e supposizioni, la certezza è che gli affari di alcune società russe stanno andando a gonfie vele proprio grazie ai rapporti economici tra il Cremlino e la Cina. Prendiamo l’azienda di logistica Eurasia Logistics Group, con sede vicino al fiume Amur. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina il fatturato dell’impresa è raddoppiato per due anni consecutivi.
Come ha fatto notare Reuters, il successo dell’azienda citata evidenzia le relazioni economiche sempre più strette tra Mosca e Pechino, con il Dragone che acquista sempre più petrolio dalla Federazione Russa - linfa vitale dell’economia russa - e le fornisce beni, in particolare automobili e macchinari. I dati commerciali cinesi per il 2023 mostrano che le esportazioni di automobili verso la Russia sono state quasi sette volte superiori rispetto ai valori registrati nel 2022, con un valore di tali esportazioni in aumento di quasi 10 miliardi di dollari.
“Si tratta di uno sviluppo sistematico e reciprocamente vantaggioso della cooperazione commerciale ed economica”, ha spiegato nelle scorse settimane il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Speriamo che questo non sia ancora il picco e continueremo a svilupparci”, ha aggiunto, lasciando intendere che la volontà russa coincida con l’aumento della cooperazione con il gigante asiatico.
“L’impennata del commercio tra Russia e Cina dimostra semplicemente che le sanzioni perdono efficacia nel tempo, poiché i paesi non partecipanti approfittano delle opportunità economiche lasciate quando le imprese occidentali si ritirano”, ha affermato Zach Meyers, vicedirettore del think tank Center for European Reform.
L’esempio delle auto made in China
A proposito di auto, le case automobilistiche cinesi sono state particolarmente beneficiarie dell’esodo aziendale occidentale dalla Russia. La quota cinese del mercato russo è balzata da meno del 10% a più del 50% nei due anni trascorsi dall’inizio della guerra. I concessionari che un tempo vendevano modelli Volkswagen, Renault e Stellantis si sono rivolti ai marchi cinesi, tra cui Geely e Chery.
Secondo l’agenzia di analisi Autostat, le vendite di veicoli Changan in Russia sono salite a quasi 47.800 nel 2023, da 2.550 nel 2022 (è stato il quinto marchio automobilistico più venduto lo scorso anno). Nel febbraio 2024, otto dei 10 marchi automobilistici più venduti in Russia erano cinesi. Più di 900.000 veicoli made in China sono stati esportati in Russia nel 2023, superando di gran lunga i 415.000 finiti in Messico.
Al netto di comprensibili e diversi approcci nei confronti dei principali dossier internazionali, la sensazione è che i rapporti economici sino-russi stiano maturando sempre di più. Se così fosse, la visita di Putin a Pechino, più che una richiesta di aiuto a Xi, potrebbe segnare l’esplicita volontà dei due leader di rafforzare il legame tra i rispettivi Paesi.
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