Come controllare se un debito è prescritto e non devi più pagarlo

Ilena D’Errico

12 Marzo 2023 - 20:57

Ecco come controllare i debiti prescritti e non pagarli: i diversi termini di prescrizione e il metodo per calcolarla.

Come controllare se un debito è prescritto e non devi più pagarlo

Si parla della prescrizione dei debiti per indicare il momento in cui il debitore non è più obbligato a pagare. La prescrizione, in realtà, è relativa al diritto di credito. Una volta superati i termini, che variano a seconda del debito, il creditore non potrà più obbligare il debitore al pagamento. È quindi importante sapere come controllare la prescrizione dei debiti e tutelare così i propri diritti.

Come far valere la prescrizione dei debiti

La prescrizione dei debiti agisce in modo automatico, quindi il debitore non deve far nulla per esercitarla e non è neanche tenuto per legge a comunicare la sua intenzione al creditore. Il debito, superati i termini senza atti interruttivi, decade irrimediabilmente. Ovviamente il debitore dovrà però opporre la prescrizione nel caso in cui il creditore agisse contro di lui per richiedere il pagamento.

Al sollecito di pagamento è possibile rispondere in due modi:

  • Con una semplice raccomandata che contesta la prescrizione del debito.
  • Con l’azione giudiziale per dichiarare l’estinzione del debito.

La seconda procedura può apparire più sicura, ma in realtà non è espressamente necessaria se è intervenuta la prescrizione. È quindi più semplice rispondere senza ricorrere al giudice, anche per evitare il costo delle spese legali. Ci sarà poi modo di ottenere la dichiarazione giudiziale se il creditore stesso dovesse adire le vie legali, con la differenza che in questo caso le spese non ricadrebbero sul debitore.

In particolare, il debitore citato in giudizio per il pagamento di un debito estinto deve opporsi tramite il suo avvocato, sollevando l’eccezione di prescrizione. Se il debitore dovesse invece ricevere un decreto ingiuntivo, avrebbe invece 40 giorni di tempo per opporre la prescrizione. Di conseguenza, il debitore può difendersi anche dal pignoramento, presentando un ricorso al giudice che dato via all’esecuzione. Ovviamente queste soluzioni sono possibili soltanto se effettivamente è trascorso il tempo necessario alla prescrizione, per cui è necessario un controllo molto scrupoloso.

In quanto si prescrivono i debiti

La prescrizione generale dei crediti si compie in 10 anni, ma questo termine ordinario subisce diverse eccezioni. In particolare:

  • Si prescrivono in 5 anni i crediti che derivano da reati, atti illeciti o danneggiamenti (come un risarcimento per danni causati).
  • Si prescrivono in 5 anni anche le bollette del telefono.
  • Si prescrivono in 3 anni i crediti dei professionisti (come avvocati e medici) e delle lezioni private.
  • Si prescrivono in 2 o 5 anni (a seconda del periodo) le bollette di luce, gas e acqua.
  • Si prescrive in 5 anni la maggior parte dei crediti del lavoratore dipendente (tra cui il Tfr e gli stipendi arretrati), ma in questo caso il termine decorre dalla fine del rapporto di lavoro.
  • Si prescrive in 1 anno il diritto degli agenti immobiliari sulle provvigioni.
  • Le tasse e le imposte dovute al Comune, alla Regione o alle Province si prescrivono in 5 anni.
  • Il bollo auto si prescrive in 3 anni.
  • Si prescrivono in 5 anni anche le multe stradali, le sanzioni amministrative e i debiti nei confronti dell’Inps.

Tutti gli altri crediti seguono invece il termine ordinario pari a 10 anni, che si applica anche a tutti i crediti derivanti da un contratto. Si prescrivono quindi in 10 anni anche i debiti contrattuali verso banche e finanziarie (come le rate del mutuo) e quelli derivanti da imposte e tasse dovute allo Stato (come l’Iva e l’imposta catastale).

Come controllare se un debito è prescritto

Controllare la prescrizione dei debiti è fondamentale per opporsi, ma dato che non esiste un registro a riguardo l’unico metodo è il calcolo temporale. Oltre a scegliere il termine corretto a seconda della tipologia di debito, bisogna anche prendere in esame il giusto giorno di decorrenza. Per i crediti contrattuali, fa fede il termine di pagamento indicato o, in sua assenza, la data di conclusione del contratto.

Per i crediti da lavoro dipendente, invece, il termine decorre dal termine del rapporto lavorativo, mentre la prescrizione dei crediti da atti illeciti inizia il giorno di compimento del fatto. Per gli altri crediti, si considera il giorno in cui era dovuto il pagamento. Affinché si compia la prescrizione, non devono esserci state richieste di pagamento formali (inviate con raccomandata a/r o pec) che l’abbiano interrotta, i quali fanno ripartire il conteggio da zero. In ogni caso, non serve far nulla per far valere la prescrizione, a parte opporsi in caso di richieste di pagamento. Per tasse e imposte, oltretutto, è possibile chiedere l’estratto di ruolo all’Agenzia entrate riscossione, dove verificare le date rilevanti.

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