Cina e Russia aggirano le sanzioni occidentali sotto gli occhi di tutti, i loro scambi consentono all’economia russa di arrancare meno.
Cina e Russia hanno iniziato uno scambio sensazionale, aggirando magistralmente le sanzioni occidentali con accordi sempre più proficui. Mosca parla in realtà di transazioni insignificanti rispetto al volume di affari complessivo delle nazioni interessate, ma i numeri dicono tutt’altro ed evidenziano soprattutto le criticità nei meccanismi sanzionatori. Tutti gli sforzi sofisticati messi in atto dall’Unione europea vengono mortificati da una soluzione disarmante nella sua semplicità: il buon vecchio baratto.
Russia e Cina stanno aggirando le misure scambiandosi merce di vario genere, senza dubbio non vanificando le restrizioni ma limitandone considerevolmente l’impatto. Barattare non è sufficiente a compensare del tutto le restrizioni europee, ma consente a entrambi i Paesi di coprire il proprio fabbisogno in modo non troppo oneroso e di non rallentare eccessivamente l’economia. Il successo della strategia occidentale appare così sempre più lontano, atteso che anche qualche semplice stratagemma per aggirare le restrizioni basta a mantenere in piedi una potenza come la Russia.
Dovendo individuare l’aspetto più preoccupante, tuttavia, sarebbe l’ennesima dimostrazione del forte legame (commerciale e non solo) tra il Cremlino e Xi Jinping, oltre agli altri partner coinvolti. Con il proseguire della guerra in Ucraina e l’inamovibilità di Putin dinanzi alla mediazione statunitense non è una conferma piacevole da apprendere.
Lo scambio sensazionale tra Cina e Russia
Le autorità moscovite cercano di minimizzare l’effettivo volume degli scambi con Pechino, ma non si possono giudicare trascurabili. Secondo un’inchiesta di Reuters, che si è appoggiata ad analisti esperti, c’è una discrepanza di oltre 7 miliardi di dollari tra i dati della Banca centrale russa e quelli doganali, e ciò soltanto nel primo semestre del 2024. Sono almeno 8 gli accordi tra le due potenze per baratti proficui, riguardanti merci strategiche che consentono così di mantenere una certa indipendenza dal resto del globo.
Dalla Russia arrivano grano, semi di lino e metalli, che consentono di pagare automobili, elettrodomestici e materiali da costruzione senza che la Cina debba preoccuparsi delle sanzioni secondarie. Tutto avviene in modo preciso e ordinato, con scambi pianificati con cura per assicurare un vantaggio a entrambe le potenze, intenzionate a preservare un fronte comune contro l’Occidente. Le modalità specifiche cambiano a seconda dell’accordo del caso e dei partner coinvolti, che vedono figurare ora anche il Pakistan.
Molte delle operazioni ruotano intorno alle auto cinesi pagate in yuan alla Cina, che a sua volta paga in rubli il grano di Mosca, sempre senza trasferimenti di denaro. In base ai dati doganali consultati dall’agenzia britannica, inoltre, dalla regione degli Urali sono stati recentemente completati acquisti di materiali edili ed elettrodomestici cinesi per 100.000 dollari, scambiati con i semi di lino russi.
Mosca torna al baratto, che ne sarà?
Mentre i partner si trovano costretti a rifiutare il denaro dalla Russia per difendersi dalle sanzioni, la Russia ha preparato un vero e proprio vademecum di 14 pagine che guida le aziende al baratto internazionale. Il Cremlino propone anche la creazione di una piattaforma internazionale per concludere gli accordi in maniera più pratica, ma al momento non c’è nulla di concreto in tal senso. Una cosa è certa, la reticenza dei Paesi amici è esigua e vacillante, limitata alla salvaguardia della propria economia e i rapporti con Mosca restano solidi.
Anche questo incoraggia probabilmente Putin, che mantiene la sua linea parlando di un’economia in crescita, più florida del G7 e nient’affatto compromessa. Peccato che i dati della Banca centrale russa dicano tutt’altro, lacune che questo florido baratto non può (ancora) colmare. Il commercio russo è in forte difficoltà, nella prima metà dell’anno è sceso del 14% con un calo delle esportazioni per 11,5 miliardi di dollari.
Il futuro è però ancora da scrivere e il baratto, passato da rovina dell’economia russa a salvatore, avrà una responsabilità considerevole. Lo stesso Xi Jinping è piuttosto fiducioso, anche perché accanto agli scambi veri e propri i metodi alternativi per il commercio contemplano molte altre strategie, tra agenti di pagamento, filiali bancarie estere e criptovalute legate al dollaro.
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