Cina e Fed impattano sul petrolio: crollo dei prezzi in arrivo?

Violetta Silvestri

17 Agosto 2023 - 10:18

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I prezzi del petrolio possono crollare? La risposta la possono offrire Cina e Federal Reserve, che stanno influenzando le quotazioni, lasciando il greggio nella volatilità.

Cina e Fed impattano sul petrolio: crollo dei prezzi in arrivo?

Il prezzo del petrolio risale, ma resta molto instabile e i motivi sono Cina e Federal Reserve.

Dopo essere scesi nelle ultime tre sedute, le quotazioni Brent e WTI mostrano segnali di ripresa pur mantenendo un tono preoccupato dal rallentamento della crescita in Cina e da possibili ulteriori rialzi dei tassi di interesse negli Stati Uniti che possono indebolire la domanda di carburante nelle due maggiori economie mondiali.

Al momento in cui si scrive, i futures sul Brent scambiano a 83,81 dollari al barile, con un rialzo dello 0,52% ma lontano dal valore di circa 7 giorni fa, quando era attestato su 87 dollari al barile. Stessa tendenza del WTI, che scambia a 79,75 dollari al barile con un aumento dello 0,50%. Il calo dall’11 agosto è di oltre il 4%.

A guidare la debolezza dell’oro nero in questa settimana sono le incertezze sulla ripresa della Cina e le previsioni sulle prossime mosse Fed, che non escludono scelte ancora aggressive. Il mix di questi due fattori, oltre a creare nervosismo sui mercati finanziari, sta scuotendo anche il greggio. Se le due potenze mondiali arrancano nella piena ripresa, i prezzi del petrolio possono crollare? Cosa sta accadendo.

Petrolio e fattore Cina: quanto conta Pechino per il greggio?

I timori per la ripresa post-pandemia del principale importatore cinese sono al centro dell’attenzione, nonostante le promesse di sostegno da parte dei responsabili politici. Ciò ha danneggiato l’appetito per gli asset di rischio, comprese le materie prime.

“Il mercato petrolifero non è stato in grado di sfuggire alle preoccupazioni del mercato più ampie dopo una serie di dati macro cinesi più deboli del previsto questa settimana”, ha affermato Warren Patterson, responsabile della strategia delle materie prime presso ING Groep NV.

Pechino sembra quindi guidare al ribasso le quotazioni di greggio, poiché i fronti di crisi sono diversi e tutti abbastanza allarmanti.

I mancati pagamenti sui prodotti di investimento da parte di un’importante società fiduciaria cinese e il calo dei prezzi delle case si sono aggiunti alle preoccupazioni che l’aggravarsi della crisi immobiliare stia soffocando quel poco slancio che l’economia ha lasciato.

La banca centrale cinese ha inaspettatamente tagliato i tassi ufficiali per la seconda volta in tre mesi questa settimana, ma gli analisti temono che potrebbe non essere sufficiente per arrestare la spirale discendente dell’economia.

Fino a quando il dragone resterà in bilico e con il rischio di cadere nella trappola della bolla immobiliare, il prezzo del petrolio sarà volatile e con probabili spinte al ribasso.

Effetto Fed sulla domanda di greggio? Il prezzo può affondare

Le mosse della banca centrale Usa possono influenzare il prezzo del greggio. Negli Stati Uniti, secondo i verbali della riunione di luglio della banca centrale, i funzionari della Federal Reserve sono rimasti preoccupati che l’inflazione non possa diminuire e che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse.

I maggiori costi di indebitamento potrebbero danneggiare la domanda di energia, sostenendo al contempo i guadagni del dollaro Usa.

Tassi di interesse più elevati aumentano gli oneri sui prestiti per imprese e consumatori, il che potrebbe rallentare la crescita economica e ridurre il consumo di oro nero, specialmente se ci si avvicina a uno scenario di recessione.

C’è da aggiungere, comunque, che per ora il petrolio rimane ben al di sopra dei minimi toccati a giugno dopo che i pesi massimi dell’OPEC+ Arabia Saudita e Russia hanno ridotto le forniture. Questa settimana ci sono stati ulteriori segnali di inasprimento sul lato offerta.

Le scorte di greggio a livello nazionale degli Stati Uniti si sono contratte al livello più basso da gennaio dopo essere diminuite per quattro delle ultime cinque settimane, secondo i dati dell’Energy Information Administration.

Con forniture strette, il prezzo del petrolio potrebbe ancora aumentare.

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