La Cina batte Stati Uniti e Russia, corre verso un nuovo primato

Ilena D’Errico

2 Agosto 2025 - 20:46

La Cina batte gli Stati Uniti e la Russia anche sulla crescita nucleare, ma non basta. Corre per il primo posto, con obiettivi ben precisi.

La Cina batte Stati Uniti e Russia, corre verso un nuovo primato

Negli ultimi anni la corsa cinese al nucleare ha avuto una crescita esponenziale, ben più rapida delle potenze avversarie. Pechino sta diventando un attore protagonista nello scenario nucleare internazionale, battendo Stati Uniti e Russia in un campo di battaglia che hanno predominato per decenni. Tutte le nazioni interessate hanno accelerato i progetti nucleari in questo scenario fortemente instabile, ma nessuno tiene il passo della Cina. Secondo l’ultimo rapporto dello Stockholm international peace research institute (Sipri), Pechino ha aggiunto ben 100 nuove testate nucleari dal 2023 al 2025, passando nel dettaglio da 500 a 600 testate. Il numero totale resta comunque inferiore rispetto alle capacità di Mosca e Washington, che ancora detengono le prime posizioni, ma non c’è paragone sul piano della crescita. È ormai chiaro che la Cina sta correndo anche per questo primato, con obiettivi precisi sul piano geopolitico ed economico.

La Cina batte Russia e Stati Uniti e corre per il primo posto

Secondo il report 2025 del Sipri, Russia e Stati Uniti detengono rispettivamente circa 5.459 e 5.177 delle 12.241 testate nucleari mondiali. La Cina, con le sue 600 unità, è ancora lontana da questi numeri impressionanti. Nonostante ciò, con l’aggiunta di 100 testate nell’ultimo biennio ha raggiunto un tasso di crescita senza paragoni. Nello stesso periodo, peraltro, Pechino ha anche messo in atto interventi di modernizzazione e ottimizzazione della filiera nucleare, passando pure per nuovi silos e piattaforme di lancio. Hans Kristensen, ricercatore senior associato al programma sulle armi di distruzione di massa del Sipri ha infatti dichiarato:

Stiamo assistendo a un importante aggiornamento industriale, dalle fabbriche agli impianti di riprocessamento e ai centri di simulazione utilizzati per certificare e sviluppare nuove armi.

L’espansione del nucleare cinese non ha rivali al momento, mentre le altre potenze dotate di armi nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele) si mantengono sostanzialmente stabili, tra poche aggiunte e smantellamento di sistemi obsoleti. La crescita cinese, inoltre, corre senza sosta anche nel civile, pronta a garantire non soltanto piena autonomia e indipendenza al Paese, ma anche un ruolo predominante nel mercato energetico.

Soltanto ad aprile, per esempio, Pechino ha acceso il primo reattore nucleare al torio e sali fusi nel deserto del Gobi. Un progetto che può cambiare per sempre il panorama dell’energia pulita, mostrando tutta l’efficacia della visione di lungo periodo della Cina. Un’efficienza che stravolge inevitabilmente l’intero panorama attuale, aumentando la competitività e richiedendo sforzi sempre più elevati dall’Occidente.

La sfida Cina-Usa sul nucleare per vincere senza combattere

La corsa cinese al nucleare è stata analizzata anche dall’Hudson Institute, un centro di ricerca di stampo conservatore con sede a Washington. Secondo questo approfondimento lo sforzo di Pechino mira soprattutto a deteriorare la posizione degli Stati Uniti nello scenario internazionale, più che a porsi in vantaggio nell’eventualità di un conflitto diretto. La crescita del nucleare serve alla Cina per consolidare la propria influenza regionale, distaccando gli alleati asiatici dagli Usa.

Per raggiungere questo obiettivo, Pechino deve necessariamente indebolire il ruolo statunitense, ancora ritenuto un protettore indispensabile grazie alla potenza militare e nucleare invidiabile. Secondo l’Hudson Institute il rafforzamento del nucleare serve proprio per questo motivo, inquadrandolo come una strategia psicologica più che militare ed economica. In particolare, il centro di ricerca evidenzia i seguenti punti:

  • degradare il processo decisionale;
  • indebolire la volontà di combattere;
  • minare il sostegno pubblico;
  • minare la determinazione dei governi avversari;
  • sostenere e migliorare la deterrenza interna.

Attraverso l’espansione nucleare la Cina riesce così a far leva sui dubbi e i timori della regione asiatica, già elevati a causa dei conflitti e delle politiche commerciali dell’amministrazione Trump. Allo stesso tempo, ovviamente, il potere nucleare garantisce a Pechino una posizione di assoluto rilievo nelle trattative diplomatiche, garantendogli la possibilità di far valere i propri piani di crescita e sviluppo. Ovviamente, la capacità nucleare cinese sarebbe di grande impatto anche in caso di impiego nei conflitti, ma secondo questo rapporto l’obiettivo primario della Cina è un altro: “sottomettere l’avversario e vincere senza combattere”.

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