Chiusura voce di rischio Inail, cosa fare?

Paolo Ballanti

30 Gennaio 2023 - 10:22

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Nella vita dell’azienda può capitare che una determinata attività debba essere definitivamente interrotta. In questi casi vige l’obbligo di denunciare la chiusura dell’apposita voce di rischio Inail

Chiusura voce di rischio Inail, cosa fare?

L’assicurazione Inail contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ha l’obiettivo di tutelare i dipendenti e gli altri soggetti assicurati (ad esempio i co.co.co.) che, nell’ambito della loro attività, si trovano esposti al rischio di subire un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un’inabilità temporanea assoluta se non addirittura la morte.

La protezione Inail si esprime attraverso una serie di indennità economiche (si pensi all’indennità prevista per gli infortuni che comportino l’astensione dal lavoro per più di tre giorni) e prestazioni sanitarie.

Come avviene per qualsiasi altra assicurazione (casa o auto), il datore di lavoro è tenuto a pagare un premio assicurativo che, nel caso dell’Inail, dev’essere calcolato dall’azienda stessa e corrisposto con modello F24 in un’unica soluzione (entro il 16 febbraio) o in quattro rate trimestrali (la prima sempre entro il 16 febbraio). La procedura in questione prende il nome di autoliquidazione.

Per calcolare il premio dovuto l’azienda moltiplica la retribuzione del dipendente per la tariffa (espressa in per mille) relativa alla voce di rischio aperta in Inail, specifica per ogni lavorazione svolta.

Ad esempio, con riguardo al settore terziario, la voce di rischio 0722 identifica:

  • attività d’ufficio;
  • attività di call center e sportelli informatizzati;
  • l’uso del veicolo personalmente condotto per l’accesso ad altri uffici;

cui corrisponde una tariffa del 4 per mille.

Nella vita di un’azienda può accadere, per le ragioni più disparate, che una determinata lavorazione si interrompa. In questo caso, la corrispondente voce di rischio non ha più ragione di esistere e, pertanto, dev’essere chiusa.

L’azienda, o l’intermediario delegato dalla stessa, entro i 30 giorni successivi l’evento ha l’obbligo di denunciare la variazione del rapporto assicurativo all’Inail.

Analizziamo in dettaglio come funziona la procedura.

Collegarsi al portale Inail

Il primo passaggio è quello di collegarsi al portale dell’Inail, selezionando dall’home page la funzione «Accedi ai servizi online».

Per effettuare l’accesso è necessario possedere le credenziali:

  • Spid di secondo livello;
  • Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • Carta di Identità Elettronica (Cie);
  • Inail, riservate esclusivamente a minori di 18 anni, persone soggette a tutela, curatela e amministrazione di sostegno e infine cittadini di Paesi Ue ed extracomunitari privi di documento di identità rilasciato in Italia.

I servizi online

Una volta accreditati, comparirà una pagina che raggruppa sulla sinistra i diversi servizi a disposizione di aziende e loro intermediari, come:

  • autoliquidazione, per gestire il pagamento del premio assicurativo all’Istituto;
  • denunce di infortunio e malattia professionale;
  • Durc On Line, per richiedere il relativo documento attestante la regolarità dei rapporti con Inps, Inail e Casse edili.

Per procedere alla chiusura di una voce di tariffa si dovrà selezionare la voce «Denunce» e a seguire «Denuncia di variazione».

Denuncia di variazione

All’interno del servizio «Denuncia di variazione» l’utente cliccherà sulla voce «Nuova variazione ditta» indicando l’azienda sulla quale intende operare.

Se a effettuare la denuncia è l’azienda stessa il portale proporrà soltanto quest’ultima. Al contrario, per gli intermediari (consulenti del lavoro, commercialisti o avvocati, ad esempio) saranno riportate tutte le ditte in delega.

Arrivati a questo punto è necessario selezionare dal menù a sinistra, nell’ordine:

  • la Posizione Assicurativa Territoriale (Pat) in cui è presente la voce di rischio che si intende chiudere;
  • la Polizza, ad esempio la Polizza dipendenti, interessata;

e cliccare infine su «Cessazione lavorazione».

Cessazione lavorazione

Nella sezione «Denuncia di cessazione delle lavorazioni» l’utente indicherà la data di cessazione della voce di rischio, il motivo della cessazione e il settore di inquadramento della voce stessa tra:

  • artigianato;
  • industria;
  • terziario;
  • altre attività.

Conclusa la compilazione la denuncia sarà pronta per l’invio.

Trasmessa l’istanza, la ricevuta sarà disponibile tornando su «Denunce di variazione» e «Variazioni ditta inviate», in cui, per ogni denuncia, il sistema proporrà i seguenti stati:

  • acquisita da web;
  • protocollata;
  • in lavorazione;
  • completata.

Naturalmente, soltanto quest’ultimo stato indicherà che la denuncia è stata istruita dall’Inail e accolta positivamente.

Al contrario, per una denuncia che resta per alcune settimane, se non per un mese, in stato «In lavorazione» è consigliabile rivolgersi alla sede Inail che ha in mano la pratica, fornendo il nominativo del referente dell’istruttoria, indicato nel portale online.

Grazie a un confronto diretto con l’Istituto, sarà possibile comprendere i motivi alla base della pendenza.

Attenzione all’autoliquidazione

L’autoliquidazione coincide con il momento in cui l’azienda è chiamata a pagare il premio assicurativo all’Inail.

Le procedure che caratterizzano l’autoliquidazione sono:

  • il calcolo del premio effettivo (la cosiddetta «regolazione») per l’anno precedente quello di invio dell’autoliquidazione, sulla base delle retribuzioni riconosciute ai dipendenti nel medesimo anno;
  • la sottrazione dal premio effettivo dell’acconto versato nella precedente autoliquidazione ("rata anno precedente");
  • il calcolo dell’acconto per l’anno di invio dell’autoliquidazione (la cosiddetta «rata anno corrente»);
  • l’invio all’Inail (di norma entro il 28 febbraio) della dichiarazione relativa alle retribuzioni corrisposte ai dipendenti nell’anno precedente;
  • il pagamento attraverso il modello F24, in un’unica soluzione entro il 16 febbraio (o in quattro rate, la prima sempre il 16 febbraio), del risultato di regolazione - rata anno precedente + rata anno corrente.

Facciamo l’esempio dell’autoliquidazione 2022-2023.

Il datore di lavoro dovrà:

  • calcolare il premio effettivo per l’anno 2022, da determinare in base alle retribuzioni riconosciute ai dipendenti da gennaio a dicembre;
  • sottrarre al premio effettivo l’acconto (rata) 2022;
  • calcolare l’acconto (rata) 2023 considerando le stesse retribuzioni totalizzate nel 2022.

Il premio complessivo da versare con F24 sarà il risultato di:

Regolazione 2022 - rata anno precedente (2022) + rata anno corrente (2023).

Se, nel corso del 2022, l’azienda ha chiuso una voce di tariffa (per esempio il 30 giugno), chi controlla l’autoliquidazione dovrà indicare le retribuzioni generate dai dipendenti, assicurati in quella voce, sino alla data di chiusura della medesima e non oltre.

Al contrario, per una voce di tariffa chiusa il 31 dicembre 2022 sarà necessario:

  • calcolare la regolazione 2022 sulle retribuzioni corrisposte ai dipendenti assicurati in quella voce da gennaio a dicembre;
  • non calcolare alcuna rata 2023, dal momento che la voce è stata chiusa il 31 dicembre 2022 e pertanto non genererà alcuna retribuzione nel corso del 2023.

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