Chi guadagna fino a questo importo non deve pagare le tasse nel 2026

Patrizia Del Pidio

29 Settembre 2025 - 12:16

Qual è l’importo entro il quale non si è tenuti al pagamento delle imposte sul reddito? Chi non deve pagare l’Irpef il prossimo anno?

Chi guadagna fino a questo importo non deve pagare le tasse nel 2026

Tutti gli italiani sono tenuti a versare tasse e imposte, a presentare annualmente la dichiarazione dei redditi e a essere in regola con il Fisco, ma non tutti sono obbligati ad avere trattenute in busta paga o a versare l’Irpef a conguaglio. Chi guadagna fino a un determinato importo non è tenuto a pagare le tasse sul reddito. Chi non paga nel 2026? Quali saranno le soglie limite e chi ci rientra?

Prima di proseguire nel discorso va fatto un doveroso chiarimento: non esistono italiani che sono esentati dal pagamento delle tasse a prescindere dal reddito, tutti devono assolvere i propri obblighi fiscali. La normativa, però, riconosce anche una serie di detrazioni che diminuiscono l’imposta ed entro certi limiti queste detrazioni annullano l’imposta dovuta ed è per questo che nulla è dovuto.

La regola generale vuole che ogni soggetto passivo di imposta debba dichiarare i suoi redditi al Fisco, anche se non è tenuto a versare l’Irpef, ma sono previste specifiche ipotesi in cui il cittadino non è obbligato alla presentazione della dichiarazione annuale. Per approfondire questo aspetto vi rimandiamo alla lettura dell’articolo: Modello 730/2025, chi non ha l’obbligo di presentarlo?

L’importo entro il quale non si pagano le tasse

La soglia di redditi entro cui non si pagano le tasse è quella definita no tax area. Non è un limite univoco, ma l’importo cambia in base alla tipologia di reddito. Per i lavoratori dipendenti il limite entro cui non pagare l’Irpef è definito dalla detrazione da lavoro dipendente che azzera la tassazione dovuta.

Per chi guadagna fino a 8.500 euro, la detrazione da lavoro dipendente spettante è pari a 1.955 euro, ovvero lo stesso importo dell’imposta (al 23%) dovuta sulla stessa somma.
Il discorso è analogo per i pensionati che non pagano le tasse, complice la detrazione da pensione, su importi fino a 8.500 euro.

Per i lavoratori autonomi la soglia entro cui non pagare le tasse è pari a 5.500 euro poiché la detrazione da lavoro autonomo è più bassa (1.260 euro).

Le soglie in questione, quindi, sono definite tenendo conto delle detrazioni che azzerano l’imposta.

Le soglie previste per la no tax area, che sono state ridefinite dalla Legge di Bilancio 2024, molto probabilmente non saranno ritoccate dalla prossima manovra e proprio per questo i limiti di redditi entro cui non pagare le imposte rimarranno inalterati rispetto al 2025.

Oltre alla detrazione il taglio del cuneo

Per i lavoratori dipendenti, inoltre, alla soglia della no tax area si deve sommare anche il taglio al cuneo fiscale che è riconosciuto nelle seguenti percentuali:

  • 7,1% per i redditi da lavoro dipendente fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per i redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
  • 4,8% per i redditi superiori a 15.000 euro fino a 20.000 euro.

Per redditi tra 20.000 e 32.000 euro è riconosciuta, oltre a quella da lavoro dipendente, una detrazione fissa di 1.000 euro che degrada in modo graduale per redditi compresi tra 32.000 e 40.000 euro.

La proposta di alzare la soglia entro cui non si pagano le tasse

Nella Legge di Bilancio 2025 era stato proposto di inserire un aumento della no tax area per portarla a 12.000 euro con lo scopo di favorire una crescita dell’economia reale dell’Italia.

La proposta si basava sul fatto che con le nuove assunzioni crescono anche coloro che versano le tasse e, di conseguenza, aumenta il gettito per le casse dello Stato. L’idea di fondo, per l’intervento sull’Irpef, era quella di far camminare di pari passo l’ampliamento della no tax area e la riduzione delle tasse per il ceto medio. Portando la no tax area a 12.000 euro e intervenendo sul secondo scaglione di reddito, aumentando il reddito e diminuendo l’aliquota, si aiuterà l’inflazione a scendere permettendo alle imprese di tornare a investire.

In base alla proposta avanzata la nuova Irpef- sarebbe dovuta essere strutturata nel seguente modo:

  • per redditi fino a 28.000 euro aliquota al 23% (considerando, però, una no tax area di 12.000 euro);
  • per redditi tra 28.000 e 60.000 euro aliquota al 33% (oggi l’aliquota è al 35% per redditi fino a 50.000 euro);
  • per redditi superiori a 60.000 euro aliquota al 43%.

Oggi la no tax area è fissata a 8.500 euro per dipendenti e pensionati e a 5.500 euro per lavoratori dipendenti, ma per innalzare la no tax area per i lavoratori dipendenti da 8.174 a 8.500 euro nel 2024, si è dovuto agire sulle detrazioni da lavoro dipendenti alzandole da 1.880 a 1.955 euro.

Come è facilmente intuibile, la misura avrebbe un impatto decisamente troppo alto sulle casse dello Stato e proprio per questo motivo si è conclusa con un nulla di fatto. Non è presumibile che un simile intervento sia realizzato nel 2026 poiché attualmente le priorità del Governo sono concentrate sul taglio dell’Irpef al ceto medio e sulla pace fiscale, misure che assorbiranno gran parte delle risorse disponibili..

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