Che succede se vado in rosso in banca?

Ilena D’Errico

27/11/2022

29/11/2022 - 09:39

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Se vai in rosso in banca rischi che vengano bloccati gli addebiti e perfino di essere segnalato come cattivo pagatore al Crif, ma non in tutti i casi.

Che succede se vado in rosso in banca?

Se vai in rosso in banca andrai incontro a seri problemi perché da qualche anno le regole in materia sono cambiate, influendo sia sugli addebiti che sulla possibilità di essere segnalati come cattivi pagatori. I rischi principali che si verificano riguardano quindi l’inadempienza alle spese previste e la mancata disponibilità di liquidità, oltre eventualmente a essere segnalati nei sistemi d’informazione creditizia con tutte le ripercussioni del caso.

Con l’applicazione delle regole europee, infatti, la conseguenza principale è quella di diventare morosi molto più in fretta di quanto non accadesse fino a qualche anno fa. Naturalmente, prima che ciò accada ci sono determinati parametri in cui deve rientrare il debitore e bisogna considerare anche una certa autonomia decisionale della banca stessa.

Il regolamento attuale, così come spiegato da Banca d’Italia, prevede soglie e tempistiche ben precise affinché venga considerato rilevante. Si tratta comunque di parametri abbastanza restrittivi, tali da mettere in seria difficoltà non solo i privati ma anche piccole e medie imprese e che sono stati adottati da molti istituti.

Conto in rosso: stop agli addebiti automatici

È molto importante sapere che se il conto è in rosso vengono bloccati immediatamente tutti gli addebiti automatici come bollette e rate. Con lo stop degli addebiti automatici l’utente viene dunque considerato inadempiente e si apre una nuova posizione debitoria nei confronti degli istituti che non hanno ricevuto il pagamento.

L’addebito automatico sul conto corrente è una soluzione molto diffusa, perché permette di pagare tutti i servizi per tempo e in modo del tutto agevole. Proprio per questo bisognerebbe ricordare che entro le scadenze previste il conto corrente deve essere coperto e il credito disponibile.

Come previsto dal regolamento, in mancanza di credito l’addebito viene bloccato e le conseguenze poi dipendono interamente dal tipo di servizio con cui si risulta in debito, ma possono andare dalla sospensione dell’erogazione alla mora. Questo avviene in quanto le banche possono impedire lo sconfinamento dei clienti, almeno quando ritengono che non possano ricoprire il debito.

La normativa, infatti, non prevede un vero e proprio obbligo di comportamento delle banche. Queste ultime possono perciò decidere in autonomia se applicare o meno le disposizioni, a seconda dello storico finanziario del cliente e della ragionevolezza delle spese.

Conseguenze del conto in rosso: segnalazione al Crif

In genere, per capire quale procedura adotterà l’istituto di credito è sufficiente controllare con precisione il contratto, il quale può prevedere o meno una clausola sullo sconfinamento. Quando lo sconfinamento è previsto al cliente sarà concesso di andare in rosso per completare i pagamenti.

Quando non vi è un’apposita clausola, il regolamento stabilisce le condizioni entro cui un debitore può essere considerato inadempiente dalla banca, cioè:

  • Vi è il pagamento di un’obbligazione rilevante in ritardo da almeno 90 giorni, che si alzano a 180 per le amministrazioni pubbliche.
  • Il debito supera i 100 euro per le esposizioni al dettaglio.
  • Viene superata la soglia di 500 euro per le altre esposizioni, come quelle delle imprese.
  • L’esposizione complessiva verso una controparte supera l’1%.

L’opinione degli analisti è comunque molto ottimistica, perché la maggior parte dei conti in rosso resta in questa condizione per un massimo di 90 giorni. Dunque bisogna considerare la differenza fra gli accrediti previsti, ad esempio lo stipendio o la pensione, e le spese, perché è molto probabile che in caso di risultato positivo la banca permetta di sconfinare e ultimare i pagamenti entro le scadenze.

Ne consegue che la banca può considerare incapace di adempiere un cliente che ha avuto per 90 giorni consecutivi il conto in rosso di 100 euro e che allo stesso tempo abbia uno scoperto superiore all’1% del credito totale concesso dalla banca. Questo può accadere soltanto se entrambe le condizioni si presentano contemporaneamente.

La banca potrebbe in questo caso offrire come soluzione l’apertura di un fido sui cui fare affidamento per il conto temporaneamente in rosso. Tuttavia, il rischio più grave è che la banca proceda a segnalare il cliente alla Centrale rischi finanziari, che certificherà l’inaffidabilità creditizia.

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