OpenAI sta lavorando a un film d’animazione realizzato con ChatGPT. Uscirà nelle sale nel 2026.
Prima o poi, questo momento sarebbe arrivato. E adesso è ufficialmente realtà. OpenAI realizzerà un film d’animazione utilizzando esclusivamente l’intelligenza artificiale. Il lungometraggio prodotto dalla startup statunitense di Sam Altman si chiama “Critterz” e dovrebbe uscire nelle sale di tutto il globo nel 2026.
Le reazioni non sono state - ovviamente - tutte positive. L’utilizzo dell’AI è uno dei temi più caldi e controversi al centro delle proteste dei lavoratori del mondo dello spettacolo, preoccupati che l’intelligenza artificiale possa compromettere o, nelle ipotesi peggiori, eliminare i posti di lavoro nell’industria audiovisiva.
Il primo film d’animazione realizzato con ChatGPT
L’ideatore di “Critterz” è Chad Nelson, un creativo di OpenAI. Il film è un’evoluzione di un cortometraggio dello stesso titolo che venne realizzato da Nelson nel 2023 con l’ausilio di Chat GPT e DALL, il generatore di immagini AI dell’azienda. L’opera ha avuto grande successo ed è stata selezionata in alcuni tra i festival cinematografici più prestigiosi, come il Tribeca Film Festival e Cannes Lions. E
La storia di “Critterz” segue le avventure di un gruppo di creature della foresta che, in seguito all’invasione del loro villaggio, intraprendono un viaggio per riconquistare le loro case.
Secondo il Wall Street Journal, il budget per “Critterz” si aggira intorno ai 30 milioni di dollari e verrà realizzato nell’arco di nove mesi, delle tempistiche estremamente ridotte rispetto a quelle dei film d’animazione tradizionali che, normalmente, impiegano tre anni per essere completati. L’obiettivo di OpenAI e delle società di produzione coinvolte - l’inglese Vertigo Film e la statunitense Native Foreign - è quello di presentare l’opera al Festival di Cannes 2026, con una conseguente uscita nelle sale cinematografiche nella seconda metà dell’anno.
La questione del copyright
A preoccupare i produttori di “Critterz” è la questione della tutela legale dell’opera. I contenuti creati con l’AI, infatti, non sono coperti da copyright. Per evitare problemi, OpenAI si è avvalsa di doppiatori e artisti grafici umani. Questi ultimi realizzeranno dei bozzetti che, in seguito, saranno rielaborati dall’intelligenza artificiale.
Nik Kleverov, fondatore di Native Foreign, ha affermato che il contributo umano al processo creativo potrebbe consentire a “Critterz” di ottenere la protezione del diritto d’autore.
I grandi studios corrono ai ripari
I grandi studios di Hollywood non sono felici. Tra i vari timori, quello principale è che l’AI utilizzi le loro produzioni originali senza autorizzazione. Solo lo scorso giugno Disney e Universal avevano citato in giudizio Midjourney, piattaforma che genera immagini artistiche con i prompt forniti dagli utenti, con l’accusa di perpetrare un “pozzo senza fondo di plagio” delle loro opere. Più di recente, anche Warner Bros. ha intrapreso un’azione legale analoga.
Nelson, tuttavia, rimane ottimista. Secondo il creatore di “Critters”, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a Hollywood rivoluzionerebbe il modo di lavorare e, al contrario, permetterebbe a un numero maggiore di persone di partecipare ai progetti. Come sempre la risposta decisiva è in mano al pubblico e, per quella, bisognerà aspettare l’uscita nelle sale nel 2026.
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