Cessione del credito, addio a bonus edilizi: non ci sono soluzioni per minimi, forfettari e incapienti

Chiara De Angelis

9 Aprile 2023 - 09:00

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Il DL 11/2023 ha introdotto delle novità: per forfettari, minimi e incapienti niente cessione del credito e Bonus edilizi. Ecco cosa cambia.

Cessione del credito, addio a bonus edilizi: non ci sono soluzioni per minimi, forfettari e incapienti

Niente da fare per coloro che non pagano l’Irpef. Il punto sulla questione è stato messo: non possono accedere alle detrazioni fiscali sui lavori ediliziportando le spese in dichiarazione dei redditi.

Il Decreto Legge 11/2023, meglio conosciuto come decreto Superbonus, ha sancito il blocco delle opzioni di cessione del credito e dello sconto in fattura. Alcune categorie dovranno quindi dire addio ai bonus edilizi. Nel provvedimento, non è stata inserita alcuna norma specifica per i minimi, i forfettari e gli incapienti che si troveranno costretti a pagare di tasca propria gli interventi di ristrutturazione sulla propria abitazione.

Complice la mancanza di altri redditi da tassare ai fini Irpef, e venute meno le opzioni di sconto in fattura e di cessione del credito, infatti, questi non potranno più avvalersi delle spese agevolate.

Entriamo subito nel merito dell’articolo andando a vedere quali sono le novità introdotte dal decreto sulla cessione del credito e cosa cambia anche per i lavori di edilizia libera.

Cessione del credito, cosa prevede il decreto

Il decreto sulla cessione del credito (DL 11/2023) ha ottenuto l’ok al Senato lo scorso 5 aprile. Il provvedimento ha portato ad una serie di novità che vanno ad interessare la cessione del credito e lo sconto in fattura. Nello specifico, l’accesso a queste due opzioni è possibile solo per quattro categorie di lavori se rispettati alcuni paletti. Alla data del 16 febbraio 2023:

  • per i lavori fatti dai condomini, purché risulti adottata la delibera dell’assemblea che autorizza all’esecuzione degli interventi e sia presentata la CILA;
  • per i lavori diversi da quelli eseguiti dai condomini, solo se viene presentata la comunicazione di inizio lavori (CILA) o un altro titolo per il riconoscimento degli interventi ammessi al Superbonus;
  • per i lavori di edilizia libera, per i quali non serve la presentazione del titolo abilitativo, bensì la comunicazione di inizio lavori;
  • per i lavori aventi ad oggetto la demolizione e la ricostruzione degli immobili, se presentata l’istanza di acquisizione del titolo abilitativo.

Cessione del credito, addio a bonus edilizi: non ci sono soluzioni per minimi, forfettari e incapienti

Tenendo conto di quanto appena detto è chiaro che il decreto legge Superbonus ha introdotto una serie di novità importanti. A molti, però, non piacerà il mancato intervento del Governo sulla questione.
A pagarne le conseguenze di quanto previsto dal decreto saranno i soggetti compresi nella no tax area o quanti sono titolari di una partita IVA sotto regime forfettario.

Stiamo parlando, infatti, di soggetti che senza redditi alti da assoggettare a tassazione Irpef non potranno beneficiare dei Bonus edilizi. E non sono ammesse eccezioni. Il discorso vale infatti sia per la detrazione in dichiarazione dei redditi, sia per le due opzioni di cessione del credito e di sconto in fattura ormai eliminate.
Per i forfettari l’addio ai Bonus scatta perché questi contribuenti sono tenuti al pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef, mentre i Bonus ristrutturazione sono tutti detrazioni fiscali ai fini Irpef.

Una soluzione al problema però ci sarebbe: basterebbe trasformare alcune agevolazioni da detrazioni fiscali a crediti d’imposta. Solo così chi si ritrova ad essere un titolare di partita Iva forfettario, o chi rientra nel regime degli ex minimi, avrebbe la possibilità di eseguire lavori di ristrutturazione senza dover pagare le spese di sacca propria.

Più di difficile realizzazione è invece la soluzione prevista per chi rientra nella no tax area. Quest’ultima, infatti, riguarda le fasce di reddito medio/basse, con problemi a economici alle spalle, che potrebbero avere dei problemi nel reperire le risorse necessarie per eseguire lavori di ristrutturazione sulla propria casa.

Volendo riassumere, tanto i forfettari, quanto i minimi e gli incapienti sono tagliati fuori dal sistema delle agevolazioni previste per risparmiare sulle spese qualora si decidesse di sottoporre il proprio immobile a ristrutturazione.

Cessione del credito, quali novità per l’edilizia libera

I forfettari, i minimi e gli incapienti non solo i soli a subire le conseguenze degli effetti prodotti dal Decreto Legge 11/2023. Anche per i lavori di edilizia libera sono emerse delle novità. In fase di conversione del Decreto Legge sulla cessione del credito, sono stati previsti dei casi aggiuntivi che permettono di usufruire dell’opzione e dello sconto in fattura.

Nello specifico alle banche che hanno dei crediti in portafoglio è permesso l’acquisto dei buoni del tesoro. Per far fronte all’impossibilità di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito, la detrazione fiscale consentita per il Superbonus si potrà spalmare su un orizzonte temporale piuttosto lungo, 10 anni e non più quattro.

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