Cassa integrazione imprese artigiane, la “tassa” del FSBA: obbligo di regolarizzare i contributi

Anna Maria D’Andrea

09/04/2020

25/10/2022 - 12:14

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Cassa integrazione, contributi FSBA da regolarizzare per le imprese artigiane a partire da gennaio 2021: è questa la novità contenuta nella delibera dell’8 aprile 2020. Una vera e propria tassa dovuta anche dai non iscritti all’ente bilaterale.

Cassa integrazione imprese artigiane, la “tassa” del FSBA: obbligo di regolarizzare i contributi

Cassa integrazione anche per le imprese artigiane non regolari con i contributi dovuti al FSBA, ma con regolarizzazione obbligatoria a partire dal 2021.

Le imprese artigiane che chiederanno l’accesso alla cassa integrazione saranno obbligate a pagare i contributi pregressi, in un massimo di 36 rate e per tutti i dipendenti.

Questo è quanto previsto dalla delibera del Fondo dell’8 aprile 2020, emanata a seguito del confronto avuto con il Ministero del Lavoro. Una “tassa” non dovuta, secondo i Consulenti del Lavoro e Conflavoro PMI.

Cassa integrazione imprese artigiane: regolarizzazione contributi FSBA dal 2021

I datori di lavoro artigiani con CSC settore 4 dovranno versare i contributi FSBA del triennio precedente dal 1° gennaio 2021 ed entro il 31 dicembre 2023, in un massimo di 36 rate.

L’importo dovuto è pari allo 0,60% da calcolare in base alla retribuzione annuale di ciascun dipendente, moltiplicato per tre anni. L’obbligo di regolarizzazione del contributo al Fondo Bilaterale è obbligatorio anche per le imprese artigiane con meno di 6 dipendenti.

Stesso obbligo anche per i datori di lavoro che applicano CCNL artigianato che non abbiano regolarizzato la propria posizione rispetto all’EBNA e agli Enti Bilateriali Regionali.

Questa è la sintesi di quanto contenuto nella delibera pubblicata dal FSBA l’8 aprile 2020, rivolta alle imprese artigiane che faranno domanda di accesso all’assegno ordinario di cassa integrazione per i propri dipendenti.

Delibera FSBA 8 aprile 2020
Obbligo di regolarizzazione dei contributi dal 1° gennaio 2021

Per poter beneficiare degli ammortizzatori sociali, rinforzati dal Decreto Cura Italia in considerazione dell’emergenza coronavirus, alle imprese artigiane viene posto il vincolo della regolarizzazione del contributo dovuto al Fondo di Solidarietà Bilaterale.

La posizione del FSBA è avvallata anche dal Ministero del Lavoro, come si legge nella delibera pubblicata dall’ente. I datori di lavoro irregolari fino ad oggi potranno accedere alle prestazioni previste dal Fondo, con obbligo di pagamento dei contributi del triennio pregresso a partire da gennaio del prossimo anno.

L’orientamento dell’FSBA si ammorbidisce rispetto a quello iniziale, che prevedeva l’obbligo di immediata regolarizzazione. Le criticità tuttavia restano e la regolarizzazione del triennio pregresso appare immotivata anche considerando la natura delle norme previste dal Decreto Cura Italia.

L’iscrizione al FSBA è facoltativa, seppur fondamentale per l’accesso alle prestazioni di integrazione salariale per le imprese artigiane. Il datore di lavoro può comunque optare, in alternativa all’adesione all’ente bilaterale al versamento di una somma pari a 25 euro direttamente in busta paga dei propri dipendenti.

Imprese artigiane: le ragioni del no al contributo FSBA per la cassa integrazione Covid-19

A schierarsi contro la pretesa del FSBA sono stati in primis i Consulenti del Lavoro, che si oppongono all’orientamento dell’ente per le seguenti ragioni:

  • il decreto Cura Italia ha affidato ai Fondi bilaterali la sola erogazione dell’assegno ordinario. Il finanziamento è a carico del bilancio dello Stato (pari ad 80 milioni complessivi per il 2020);
  • la circolare INPS n. 47 del 28 marzo 2020 sottolinea che per l’accesso alla cassa integrazione “non rileva se l’azienda sia in regola con il versamento della contribuzione al Fondo”.

La pretesa del FSBA di regolarizzazione dei contributi pregressi appare quindi un arbitrario requisito limitativo per l’accesso ad una prestazione finanziata da fondi statali.

Sebbene il Fondo abbia aggiustato il tiro ammettendo l’accesso alla prestazione con regolarizzazione futura, resta in capo alle imprese artigiane l’obbligo di versare una somma considerevole, tutt’altro che ben accetta soprattutto considerando il periodo di crisi.

Ai Consulenti del Lavoro si aggiunge poi la critica di Conflavoro PMI che, in una lettera indirizzata al Ministro Catalfo, evidenzia come il DL n. 18/2020 abbia affidato ai Fondi di solidarietà bilaterali esclusivamente il compito di erogare la prestazione di cassa integrazione finanziata dagli 80 milioni di fondi pubblici stanziati.

Si attendono chiarimenti da parte del Ministero del Lavoro, anche alla luce della possibilità “alternativa” per le imprese artigiane di optare per la richiesta della cassa integrazione in deroga alla Regione.

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