L’Aquila, cartelle esattoriali ai terremotati: l’Italia obbedisce al diktat dell’UE

Anna Maria D’Andrea

11 Aprile 2018 - 16:12

Sono circa 7.000 le cartelle esattoriali che l’Agenzia delle Entrate invierà ai terremotati de L’Aquila: l’Italia risponde agli ordini dell’Europa e le imprese dovranno pagare entro 30 giorni le imposte sospese dopo il sisma del 2009.

L’Aquila, cartelle esattoriali ai terremotati: l’Italia obbedisce al diktat dell’UE

Sono già 350 gli imprenditori dell’Aquila che si sono visti recapitare una cartella esattoriale dell’Agenzia delle Entrate: l’oggetto e la richiesta immediata di pagamento di tutte le tasse sospese dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Nelle stesse ore in cui il Centro Italia continua a tremare arrivano notizie folli per i terremotati: sono 7.000 in tutto le cartelle di pagamento che saranno inviate ad imprese e partite IVA per effetto di un “ordine” della Commissione Europea.

Oggetto della disputa sono le tasse sospese a seguito del terremoto che, secondo l’UE, costituiscono un utilizzo illecito degli aiuti di Stato: nei confronti dell’Italia è stata aperta una procedura di infrazione e, per evitare le pesanti sanzioni dell’Europa, le imposte sospese dovranno essere recuperate entro 30 giorni.

L’Aquila, 100 milioni di euro di cartelle esattoriali da pagare in 30 giorni

L’Europa ha scelto il modo peggiore per commemorare i 309 morti, 1.600 feriti e 80 mila sfollati del terremoto che, il 6 aprile 2009, devastò il centro storico della città e causato danni in tutto l’Abruzzo.

L’Italia, dal suo canto, non ha nemmeno provato a placare le richieste della Commissione, limitandosi ad eseguire l’ennesimo diktat dell’UE.

I 350 imprenditori ai quali sono state recapitate le cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate dovranno pagare, entro il termine di 30 giorni, una somma pari a 100 milioni di euro.

Si tratta delle imposte sospese o abbuonate dal DL 28 aprile 2009, n. 39, il meglio noto Decreto Abruzzo, per aiutare imprese e terremotati: per l’UE si tratta di aiuti di Stato erogati in maniera illegittima e pertanto l’Italia dovrà procedere in via immediata al recupero delle imposte.

Quelle appena recapitate sono soltanto la prima tranche di cartelle che verranno recapitate ai terremotati: si parla di circa 7.000 atti pronti per essere spediti.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per evitare che l’Italia fosse sanzionata dall’Unione Europea, ha nominato il dirigente delle Entrate, Margherita Maria Calabrò, come commissario per il recupero delle imposte sospese nei confronti delle imprese.

Ma i contribuenti ai quali è stato presentato il salato conto dall’Unione Europea non ci stanno: il 18 aprile 2018 è prevista un’udienza al TAR contro la nomina del Commissario Straordinario. Ma è solo l’inizio della protesta dei terremotati contro le scellerate regole imposte dall’UE e accettate a testa bassa dall’Italia.

Gli errori commessi dall’Italia

Sebbene sia impossibile non sottolineare l’assurdità di considerare il sostegno economico ai terremotati un aiuto di Stato erogato illecitamente per avvantaggiare imprese e cittadini, è pur vero che la anche la gestione dell’emergenza prevede alcuni passaggi burocratici.

Ed è proprio il mancato rispetto dell’iter previsto per la sospensione di versamenti e tributi il motivo alla base della richiesta da parte dell’Europa.

Il regolamento europeo prevede infatti che tutti gli aiuti e gli sgravi fiscali concessi alle imprese debbano essere preventivamente autorizzati dall’UE e che l’erogazione degli stessi sia subordinata alla verifica della compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato da svolgersi entro 60 giorni.

Stessa procedura da rispettare anche in situazioni di emergenza, così come sarebbe dovuto esser fatto anche per il terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila.

All’assurdità della pretesa dell’Europa e al continuo chinare la testa dell’Italia si aggiunge, quindi, un errore di prassi.

Peccato che a pagare debbano essere non solo le imprese, ma tutto il territorio: una pretesa economica così importante rischia di trasformare gli sforzi per la ripresa in ancora altre macerie.

Manifestazione il 16 aprile e incontro con i presidenti di Camera e Senato

Per protestare contro le cartelle esattoriali inviate agli imprenditori dell’Aquila, lunedì 16 aprile 2018 si terrà una manifestazione nel centro storico della città, organizzata da Giovanni Lolli, vicepresidente PD dell’Abruzzo e supportata dal sindaco Biondi.

Sarà soltanto la prima delle azioni di protesta a sostegno degli imprenditori che, a fatica, hanno contribuito alla lenta rinascita della zona: è stato richiesto un incontro ai neo presidenti della Camere e del Senato ed è previsto un sit-in davanti a Palazzo Chigi.

La richiesta è quella di annullare il recupero delle imposte e che l’Italia discuta con l’Unione Europea per evitare il tracollo economico delle imprese, una scossa che costerebbe quanto quella che ha distrutto L’Aquila nel 2009.

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