Oltre a segnalazioni e cause, in alcuni casi puoi denunciare per le chiamate dei call center. Ecco i reati più frequenti.
Le chiamate dei call center, più o meno lecite, stanno diventando un motivo di crescente disagio per i consumatori. Ci sono vari strumenti legali per difendersi dalle continue e spesso frequenti telefonate commerciali sgradite, ma ad oggi nessuno abbastanza efficace da proteggere del tutto gli utenti. Questo accade principalmente perché moltissimi operatori agiscono contro le regole, ma non significa che si debba rinunciare alla difesa dei propri diritti.
Denunciare un call center o un operatore è qualcosa a cui spesso gli utenti pensano, ma non deve essere un modo per disincentivare le chiamate o vendicarsi del fastidio subito. Chi denuncia, o querela a seconda del caso, deve farlo quando ritiene di aver subito un reato e vuole far valere le proprie ragioni contro questa ingiustizia. Insomma, denunciare i call center serve a difendersi da presunti reati ed è fondamentale, ma non a cercare di evitare le telefonate.
Chiarito ciò, ci sono effettivamente alcuni reati piuttosto frequenti nelle telefonate che gli utenti ricevono ogni giorno, senza contare gli illeciti per cui si può procedere civilmente chiedendo un risarcimento.
1) Molestie
Risponde del reato di molestie chi telefonicamente arreca disturbo alla vittima per “petulanza o altro biasimevole motivo”. Non tutte le chiamate dei call center rientrano in questa fattispecie, ma soltanto quelle che procurano un fastidio eccessivo all’utente e senza alcun motivo ragionevolmente valido. Richiamare il giorno dopo il primo contatto, magari cambiando orario, per trovare il cliente può essere lecito. Telefonare tutti i giorni oppure a orari improbabili e senza alcuna ragione oggettivamente valida per la tutela del consumatore stesso può invece integrare il reato di molestie.
2) Stalking
Lo stalking telefonico può essere visto come il passaggio successivo e più grave delle molestie dei call center. In questo caso si ha una molestia reiterata, tale da causare uno stato d’ansia nella vittima e costringerla a cambiare le proprie abitudini. Potrebbe sembrare strano, ma anche la Corte di Cassazione ha riconosciuto la configurabilità del reato di stalking nell’azione di alcuni call center.
Il problema è che per un’accusa di questo genere è necessario che sia sempre lo stesso operatore a effettuare le telefonate, cosa che di fatto accade soltanto (e nemmeno sempre) con le società di recupero crediti. Un operatore non può rispondere, tanto meno penalmente, dell’operato del collega, quindi se non si può parlare di reato bisognerà valutare rimedi diversi.
3) Sostituzione di persona
Questo è a mani basse il reato più frequentemente commesso dagli operatori dei call center che agiscono illegalmente. Chiunque ha ricevuto, almeno una volta nella vita, una telefonata in cui l’operatore diceva di chiamare per conto di un’azienda, per poi scoprire che aveva mentito. Di solito, viene detto al consumatore che a chiamare è proprio il suo provider di servizi, come la compagnia telefonica o il fornitore di energia. Una simile affermazione se non corrispondente al vero integra il reato di sostituzione di persona, motivo per cui alcuni operatori omettono la presentazione o cercano di spostare l’attenzione altrove. Ovviamente, chi opera in modo lecito e professionale fornisce invece tutte le indicazioni corrette sull’identificazione.
4) Truffa
Si sale di gravità con la truffa, anche solo tentata, da veri e propri criminali. In questo caso, vengono messi in atto raggiri e inganni per ottenere un vantaggio ingiusto a danno del consumatore. Per esempio, ciò accade quando vengono richiesti dati personali da usare diversamente da quanto dichiarato, se non peggio veri e propri pagamenti.
5) Minacce
Per ultimo, ma non meno importante, ci sono le minacce. A tal proposito è bene sapere che ben poche delle apparenti minacce dei call center configurano un vero e proprio reato, nemmeno quelle di recupero crediti che in genere appaiono ai consumatori più moleste. Per essere penalmente rilevante questa condotta deve palesare al cittadino un male ingiusto ma credibile e verosimile e soprattutto dipendente dalla volontà dell’operatore e della società, anche solo in apparenza.
Gran parte delle tecniche usate dagli operatori non rientrano in quest’ambito ma anzi si basano sul timore e sulla scarsa conoscenza della normativa dell’utente, pratiche comunque illecite ma che non configurano un reato. Per intenderci, il call center non può eseguire pignoramenti, che sono di competenza dei tribunali, ma potrebbe minacciare il consumatore di bloccare un determinato servizio, diffamarlo e così via.
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