Il ministero del Lavoro ha firmato un Protocollo d’intesa con i sindacati e le associazioni datoriali per la sicurezza dei lavoratori con il caldo estremo.
Arriva finalmente un protocollo nazionale per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori durante le emergenze climatiche.
L’ondata di caldo che si è abbattuta sull’Italia sta mettendo a dura prova il benessere e la salute del personale, in particolare di chi passa diverse ore all’aperto esposto al sole. Gli obblighi giuridici dei datori di lavoro sono generici e le ordinanze degli enti locali restituiscono una regolamentazione frammentata, motivo per cui i sindacati hanno spinto per il raggiungimento di un accordo con il ministero del Lavoro, in stallo da più di 2 anni.
Così, nella giornata di mercoledì 2 luglio si è tenuta la riunione presieduta dalla ministra Marina Calderone, insieme ai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e alle associazioni datoriali (Confindustria, Ance, Alleanza cooperative, Confartigianato, Cna, Confagricoltura, Coldiretti, Cia e Casartigiani). Vengono così istituite linee guida univoche, presto recepite in apposito decreto, che si pongono anche come punto di riferimento per i provvedimenti delle amministrazioni locali.
Ecco quali sono i punti principali.
Cassa integrazione senza limiti per il caldo
Il protocollo quadro per la sicurezza sul lavoro a fronte delle emergenze climatiche arriva in un momento particolarmente importante per l’Italia, che in questi giorni sta vivendo giorni di caldo intenso e contando - anche per quest’anno - morti e feriti sul lavoro. La misura principale di tutela resta quindi la sospensione dall’attività lavorativa per tutti i lavoratori dei settori più fragili (esclusi però gli autonomi, tra cui i rider non subordinati) garantita con un “ampio e automatico ricorso agli ammortizzatori sociali”.
La cassa integrazione viene così estesa anche al lavoro stagionale nel settore agricolo. I periodi di Cig ordinaria relativa agli eventi meteo, prevista al superamento di 35 °C o su disposizione del responsabile della sicurezza, vengono inoltre scomputati dai limiti massimi di durata (52 settimane in 2 anni nell’edilizia, 90 giorni l’anno nell’agricoltura).
I datori di lavoro dovranno inoltre predisporre con maggiore attenzione gli indumenti e gli strumenti di protezione individuale più idonei a seconda delle condizioni meteorologiche. I dipendenti dovranno inoltre ricevere corsi straordinari di formazione sui rischi del caldo estremo e sulle misure di sicurezza attuabili.
Turni flessibili e spazi per la pausa
Oltre all’attivazione degli ammortizzatori sociali in caso di sospensione temporanea dovuta alle inevitabili condizioni climatiche, il protocollo del ministero del Lavoro prevede anche un sistema di turnazione flessibile per evitare il caldo più intenso.
I datori di lavoro dovranno organizzare i turni in modo idoneo a evitare le ore più calde della giornata e garantendo l’adeguato ricambio del personale, ricorrendo altrimenti alla sospensione. I turni di lavoro dovranno quindi essere modulati sulla base dei bollettini meteo ufficiali. A tal proposito, le aziende saranno salvaguardate in caso di ritardi nella consegna dovuti proprio alla tutela dei lavoratori dal caldo estremo. Il protocollo di sicurezza servirà infatti da giustificativo e permetterà alle aziende di ottenere un ristoro economico, per non subire perdite ingiuste.
Non è tutto, il protocollo prevede espressamente che i dipendenti abbiano a disposizione aree di ristoro idonee da sfruttare durante le pause, con postazioni all’ombra per il riposo e acqua potabile a disposizione. Un obbligo esteso anche alle imprese in appalto.
I prossimi passi
Il protocollo può ora porsi come esempio nei confronti delle decisioni degli enti locali, ma deve essere ora recepito dall’apposito decreto ministeriale.
Quest’ultimo sarà poi recepito dagli accordi attuativi a livello settoriale e aziendale, che permetteranno di applicare le misure di sicurezza ai settori più fragili relativamente ai lavoratori subordinati (impiegati sia all’aperto che al chiuso). Proprio l’esclusione degli autonomi e in particolare dei rider non subordinati è considerata una lacuna dell’accordo, che comunque rappresenta un passo in avanti fondamentale per la tutela dei lavori.
Ora, l’opposizione chiede che si prosegua su questa linea con misure strutturali, tra cui un fondo apposito per le emergenze ambientali. Il protocollo del ministero del Lavoro ha in ogni caso il merito di fornire regole uniformi, colmando una lacuna esistente da tempo, soprattutto per i lavoratori stagionali. Viene inoltre previsto il confronto periodico tra il governo e le parti sociali per discutere di sviluppi e cambiamenti necessari.
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