Buste paga 2023, tutti i bonus sullo stipendio in arrivo quest’anno

Simone Micocci

10/01/2023

10/01/2023 - 12:29

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Nuovi bonus in busta paga attesi per il 2023, alcuni confermati altri in fase di discussione: ecco come, di quanto e quando aumenteranno gli stipendi quest’anno.

Buste paga 2023, tutti i bonus sullo stipendio in arrivo quest’anno

Nel 2023 gli stipendi aumenteranno, con importi variabili a seconda del settore di riferimento. Ciò per merito di una serie di “bonus” previsti per dare respiro alle retribuzioni dopo 12 mesi in cui l’alto tasso d’inflazione ne ha deteriorato il potere d’acquisto, ma anche grazie ai rinnovi attesi in quei settori dove il contratto è ormai scaduto da mesi.

Al fianco di misure temporanee, riconosciute per adesso solamente nel 2023, ci sarà quindi anche una crescita strutturale delle retribuzioni, il tutto per contrastare l’inflazione che, seppur stia rallentando, continua a mantenere un trend elevato.

Tuttavia, come assicurato da Giorgia Meloni, non bisogna attendersi bonus busta paga estemporanei, come ad esempio lo sono stati i contributi di 200 e 150 euro riconosciuti nel 2023.

Vediamo, dunque, quali sono le misure confermate e quali invece gli interventi attesi nel corso dell’anno che contribuiranno ad aumentare gli stipendi dei lavoratori italiani, così da farsi un’idea su come, e di quanto, cambierà la busta paga nel 2023.

Sgravio contributivo per tutti

La misura più importante, se non altro perché riguarderà la generalità dei lavoratori, con limitazioni però in base alla retribuzione percepita, è il cosiddetto bonus contributi, uno sgravio contributivo che riduce la quota di contributi previdenziali Ivs che su ogni busta paga il lavoratore versa all’Inps (o alle altre casse di previdenza).

Solitamente tale percentuale è del 9,19%, o dell’8,80% per i lavoratori della pubblica amministrazione, ma già nel 2022 è intervenuto un primo sgravio che su tutte le retribuzioni il cui imponibile lordo è inferiore a 2.692 euro riduce le suddette percentuali del 2%.

Ciò significa che a parità di stipendio lordo c’è un netto più elevato, in quanto bisogna considerare quanto si risparmia di contributi.

Tale sgravio, inizialmente previsto per il solo 2022, è stato confermato anche per quest’anno, con un risparmio massimo quindi di 53,84 euro al mese; inoltre, viene potenziato, poiché portato al 3%, per gli stipendi il cui importo lordo non supera i 1.923 euro. Per chi ha una retribuzione inferiore al suddetto importo, quindi, è previsto un risparmio fino a 57,69 euro al mese.

Per il momento questi bonus contributi sono finanziati solamente per il 2023, ma il governo ha promesso di confermarli anche per gli anni futuri, con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale ulteriormente, fino a un 5%.

Bonus per i dipendenti pubblici

Altro bonus confermato è quello che si applica per le buste paga comprese tra gennaio e dicembre 2023, tredicesima compresa, in favore dei dipendenti pubblici.

La legge di Bilancio 2023, infatti, nell’attesa che venga trovato un accordo per il rinnovo di contratto 2022-2024 riconosce un bonus temporaneo del valore dell’1,5%: tale percentuale si applica sullo stipendio tabellare, ciò vuol dire che ad esempio chi guadagna 2.000 euro avrà diritto a una maggiorazione di 30 euro al mese, importo però da considerare al lordo delle imposte.

Bonus per i dipendenti del settore commercio

Anche per i dipendenti del settore commercio nel 2023 sono attesi dei bonus in busta paga, il tutto nell’attesa del rinnovo di contratto che dovrebbe essere operativo dal 2024.

Nel dettaglio, per i dipendenti che fanno riferimento ai quattro contratti più rappresentativi del settore - Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e Cooperative - saranno riconosciuti i seguenti aumenti:

  • bonus una tantum di 350 euro, di cui 200 euro nella busta paga di gennaio e altri 150 euro nella busta paga di marzo;
  • da aprile 2023 ci sarà un incremento di 30 euro al mese, come titolo di anticipo per gli aumenti stipendiali attesi per il 2024.

Attenzione, i suddetti importi non sono per tutti in quanto riferiscono al IV livello contrattuale; per tutti gli altri, quindi, si tratterà di cifre più basse che dovranno essere riparametrate in base al livello di appartenenza. Anche in questo caso, poi, si parla di cifre lorde.

Bonus per lavoratori domestici

A poter sorridere sono anche i lavoratori operativi nel settore domestico, come ad esempio colf e badanti. Meno le famiglie che dovranno riconoscere loro un aumento di stipendio considerevole, calcolato in base all’andamento dell’inflazione.

Per questi lavoratori, infatti, annualmente è previsto l’aggiornamento delle retribuzioni minime in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo con l’adeguamento all’80% dell’inflazione. Un procedimento che quest’anno potrebbe portare a un incremento fino al 9%, anche se bisognerà aspettare l’incontro atteso il 16 dicembre (a due giorni dall’aumento degli stipendi), dove si tenterà di raggiungere un accordo su cifre leggermente più basse così da non gravare troppo sulle famiglie.

Bonus rinnovi di contratto

Ma il 2023 sarà anche l’anno in cui molti altri contratti verranno rinnovati, con conseguenti aumenti di stipendio per i lavoratori interessati. A oggi, infatti, risultano 591 contratti scaduti, con 6,8 milioni di lavoratori a rischio lavoro povero (i cosiddetti working poor).

Già il governo Draghi aveva spinto affinché i rinnovi contrattuali fossero approvati il prima possibile, lo stesso farà quello in carica che proprio in queste settimane ha ribadito l’importanza della contrattazione collettiva a discapito del salario minimo (per il quale invece non sembrano essere attese novità per questa legislatura).

Bonus Irpef

Infine, un nuovo bonus sullo stipendio dovrebbe essere in arrivo in estate, quando il governo dovrebbe raggiungere un accordo per una nuova riforma dell’Irpef.

L’obiettivo sembra essere quello di unificare le fasce del 25% e del 35%, quindi per un importo compreso tra 15.001 e 50.000 euro così da prevedere un unico scaglione con aliquota del 27%. A guadagnarne sarebbero coloro che percepiscono uno stipendio superiore ai 28.000 euro: si pensi ad esempio a chi ha una busta paga di 40.000 euro, per il quale il taglio dell’Irpef garantirebbe un “bonus” di circa 100 euro al mese.

Le discussioni sul bonus Irpef, tuttavia, sono ancora in una fase preliminare e, come anticipato, dovrebbero esserci novità solamente in estate.

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