Busta paga di maggio 2022, lo stipendio è più alto: ecco per chi e novità in arrivo

Rosaria Imparato

2 Maggio 2022 - 11:36

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Cosa aspettarsi dalla busta paga di maggio 2022? Lo stipendio sarà più alto, ma solo per una determinata categoria di lavoratori. Vediamo inoltre le novità allo studio sul taglio del cuneo fiscale.

Busta paga di maggio 2022, lo stipendio è più alto: ecco per chi e novità in arrivo

La busta paga di maggio 2022 sarà più pesante: una buona notizia per i lavoratori dipendenti, che vedono lo stipendio di questo mese leggermente più alto. Ma da cosa dipende? Dalle festività non godute, che quindi finiscono direttamente in busta paga come bonus. In realtà, è bene specificare fin da subito che il trattamento in busta paga dipende dal tipo di contratto.

Vediamo chi si deve aspettare uno stipendio più sostanzioso e quali sono le novità in arrivo: si continua a discutere, infatti, sul taglio del cuneo fiscale, così che ad avere vantaggi siano non solo i lavoratori con redditi fino a 35mila euro (i più penalizzati dalla riforma fiscale, vista la “sparizione” del bonus Renzi) ma anche per le imprese.

Busta paga di maggio 2022: chi avrà lo stipendio più alto

Durante le festività nazionali e infrasettimanali al lavoratore spetta l’astensione dal lavoro. Le festività sono individuate da:

Ci sono state tre festività durante il mese di aprile, e che si ripercuotono sullo stipendio di maggio: Pasqua e la Festa della Liberazione sono nazionali, mentre Pasquetta è una festività infrasettimanale. Non tutte, però, vengono trattate nello stesso modo in busta paga.

Partiamo dalla Pasqua in busta paga: in generale, la giornata viene pagata solo se si lavora. Questa è la regola prevista dalla maggior parte dei Ccnl, i contratti collettivi nazionali di lavoro, in particolar modo per gli impiegati. Di conseguenza, a meno che non sia specificatamente previsto nel contratto di lavoro, se il giorno di Pasqua non si lavora allora non viene nemmeno pagato come festività in busta paga.

La domenica di Pasqua è trattata, quindi, come una normale domenica di assenza dal lavoro. Anche la Pasquetta è già compresa nello stipendio, a meno che non si sia svolta attività lavorativa. Per gli impiegati, quindi, Pasqua e Pasquetta non si traducono in un bonus in busta paga, quanto nella possibilità di assentarsi dal lavoro.

Discorso diverso, invece, per gli operai. La differenza è che mentre gli impiegati vengono pagati in misura fissa al mese, gli operai vengono pagati in misura oraria, cioè in base alle ore effettivamente lavorate. Per questa categoria, quindi, domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta vengono considerati come assenze da lavoro giustificate: gli operai hanno diritto sia ad astenersi dal lavoro che a una maggiore retribuzione.

Il 25 aprile, invece, quest’anno è caduto di lunedì; quindi, per chi non ha lavorato, la festività è goduta e non ci sono bonus in busta in paga.

Novità in arrivo in busta paga col taglio del cuneo fiscale?

Il presidente di Confindustria Bonomi ha avanzato una proposta al Governo di ulteriore taglio del cuneo fiscale (cioè la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta). La proposta prevede fino a 1.223 euro di vantaggio strutturale per i lavoratori con un reddito di 35mila euro. In pratica, sarebbero 795 netti in più in busta paga, con una riduzione complessiva del cuneo di 1.835 euro.

A 20mila euro di retribuzione annua lorda il cuneo contributivo si riduce in totale di 1.048 euro e di questi 699 euro sono i risparmi per il lavoratore e 349 quelli per il datore di lavoro. A 30mila euro di retribuzione lorda, il cuneo contributivo si riduce di 1.573 euro, con un risparmio per il lavoratore dipendente di 1.048 euro, mentre quello per il datore di lavoro è di 524 euro; con un beneficio netto per il lavoratore di 786 euro.

Il risparmio, quindi, aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito da lavoro. Il costo della misura proposta da Bonomi si attesta a 16 miliardi di euro, una cifra esorbitante, che però permetterebbe di dare sollievo a famiglie, lavoratori e imprese, intervenendo direttamente sul costo del lavoro.

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