Borsa, settembre ha una cattiva reputazione. Investimenti a rischio?

Claudia Cervi

9 Settembre 2022 - 16:52

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Allianz mette in guardia gli investitori di borsa: storicamente, dal 1945 ad oggi, la performance media dell’S&P 500 è stata negativa dello 0,56% a settembre. Ecco cosa suggeriscono gli analisti.

Borsa, settembre ha una cattiva reputazione. Investimenti a rischio?

Settembre è un mese dalla cattiva reputazione

Le performance di Borsa dipendono dalle aspettative future degli investitori e dalla capacità degli stessi di interpretare correttamente le dinamiche della domanda e dell’offerta che determinano i prezzi.
ma è altrettanto importante osservare l’impatto degli effetti stagionali sui mercati. A prescindere dal time frame dell’investimento è importante che tutti siano consapevoli dell’impatto degli effetti stagionali sui mercati.

Dal 1945 infatti la performance media dell’S&P500 in settembre è stata del -0,56% (a fronte di guadagni medi dello 0,70% negli altri mesi).

L’andamento della borsa a settembre 2022 sarà fortemente influenzato dalle scelte di politica monetaria delle tre principali banche centrali del mondo, chiamate ad intervenire per frenare una storica impennata dell’inflazione.

Dopo l’appuntamento dell’8 settembre con la Banca Centrale Europea, che ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base all’1,2%, il 15 settembre sarà il turno della Bank of England e il 21 settembre della Federal Reserve USA, impegnata a raddoppiare il ritmo del quantitative tightening, la riduzione degli acquisti mensili di titoli di Stato, a 95 miliardi di dollari al mese, quasi il doppio rispetto alla velocità registrata nel periodo 2017–2019.

Buone notizie per la borsa

Nel report settimanale di Allianz Global Investor si legge tuttavia che alcuni investitori si sono già posizionati in vista di un’inversione di rotta delle politiche in settembre. Dopo le dichiarazioni intransigenti rilasciate il mese scorso dal Presidente della Fed Jerome Powell infatti i futures sui fed fund scontavano una probabilità di quasi il 75% di un ulteriore maxi rialzo di 75pb alla prossima riunione della Fed.

I dati economici della prossima settimana

Il calendario economico della prossima settimana potrebbe offrire spunti interessanti in grado di muovere il mercato. A partire dai dati sull’inflazione Usa di agosto, in agenda martedì. Secondo il consensus degli analisti, la flessione dei prezzi della benzina ha comportato un incoraggiante rallentamento dello 0,1% della crescita mensile dell’inflazione complessiva. Il tasso core resta però ancora eccessivamente elevato al +0,3%, con effetti stagionali negativi nel lungo termine che rischiano di riaccendere l’inflazione core e complessiva annua. Sempre negli Stati Uniti, mercoledì verranno comunicati i prezzi di produzione, giovedì le vendite al dettaglio e venerdì le attese di inflazione dei prezzi al consumo dell’Università del Michigan.

In Europa, l’evento macroeconomico più significativo della settimana è la decisione sulla politica monetaria della Bank of England, in agenda giovedì. Ma gli investitori guarderanno con apprensione anche ad alcuni dati tedeschi: dall’indicatore ZEW del sentiment economico alla produzione industriale (mercoledì).

Il quadro tecnico delle borse

Greg Meier, Director e Senior Economist di AllianzGI ritiene che sotto il profilo tecnico siamo entrati in un periodo caratterizzato da effetti stagionali meno favorevoli, come dimostra l’esaurimento del rally estivo dei mercati azionari.

L’inversione di rotta sui mercati ha cancellato quasi la metà dei guadagni di giugno e luglio. Di conseguenza, le condizioni di ipervenduto a breve potrebbero creare un contesto favorevole a una momentanea ripresa. Il posizionamento degli investitori istituzionali è migliorato, anche se a quanto pare l’attività di copertura delle posizioni lunghe tramite opzioni è ancora in corso.

Dopo il balzo dell’estate, sui mercati delle commodity fisiche si è assistito a un consolidamento. Se i prezzi si indeboliranno ancora, potrebbero emergere rinnovati timori circa la solidità della domanda globale e la prospettiva di una recessione. Come si suol dire, “per i prezzi elevati non c’è cura più efficace dei prezzi elevati”, ha poi concluso.

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