Bonus ristrutturazioni 2024, come funziona l’agevolazione fiscale

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19/04/2024

Con il bonus per ristrutturare casa puoi abbattere il costo dei lavori: ma come funziona e quali sono i lavori ammessi e i requisiti da rispettare?

Bonus ristrutturazioni 2024, come funziona l’agevolazione fiscale

Il bonus ristrutturazioni è un’incentivo fiscale introdotto dal governo italiano per promuovere interventi di manutenzione e riqualificazione edilizia sugli immobili. Consente di ottenere una detrazione fiscale dalle imposte sul reddito delle persone fisiche o delle imprese, pari a una percentuale delle spese sostenute per i lavori per ristrutturare gli stessi.

Per chi vuole ristrutturare casa, anche per il 2024 è in vigore il bonus. Per i contribuenti è prevista e confermata, fino al 31 dicembre prossimo, una detrazione del 50% delle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro. Non a caso, questo incentivo è chiamato anche «bonus 50».

Ma cosa si intende per «bonus ristrutturazioni» e quali sono le modalità e i requisiti per usufruirne? Ecco tutto quello che c’è da sapere con tutte le novità del 2024.

Cos’è il bonus ristrutturazioni e cosa cambia nel 2024

Il bonus ristrutturazioni è un’agevolazione che ha l’obiettivo di agevolare la riqualificazione edilizia, migliorando il comparto esistente e agevolando l’ottimizzazione energetica degli edifici ristrutturati. Nel 2024, tale bonus continua a rappresentare un’opportunità importante per i proprietari di immobili desiderosi di effettuare interventi di miglioramento e adeguamento delle proprie abitazioni.

Per l’anno in corso, si tratta di uno degli incentivi edilizi rimasti sostanzialmente invariate rispetto agli anni precedenti. Infatti, con la Legge di Bilancio 2022 sono state prorogate fino al 31 dicembre 2024 le misure e i requisiti per ristrutturare casa usufruendo del bonus.

Come detto, quindi, è confermata la detrazione Irpef del 50% per ciò che riguarda le spese sostenute per i lavori di ristrutturazione. Il limite massimo di 96.000 euro segna un perimetro abbastanza ampio su cui poter contare. La detrazione si richiede in regime di dichiarazione dei redditi e si applica annualmente; viene, difatti, suddivisa in 10 quote di pari importo, di anno in anno.

Come funziona il bonus ristrutturazioni

Ma come funziona, concretamente, il bonus ristrutturazione? L’agevolazione fiscale in oggetto è disciplinata dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi - TUIR) e, dal 17 febbraio 2023, prevede una sola modalità per la fruizione del bonus:

  • Detrazione in 10 anni in dichiarazione dei redditi: la detrazione del 50% delle spese sostenute viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo e viene fruita direttamente dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Persone Fisiche).

Ma i vantaggi del bonus per ristrutturare casa non riguardano solo l’Irpef. Per i contribuenti che usufruiscono dell’incentivo, infatti, è prevista la riduzione del pagamento dell’Iva e altre detrazioni importanti, come quelle relative a:

  • interessi passivi dei mutui stipulati e pagati per la ristrutturazione in oggetto;
  • acquisto di immobili ad uso abitativo, inclusi in edifici ristrutturati;
  • acquisto di posti auto, facenti parte sempre di edifici ristrutturati.

Prima di tale data, era possibile scegliere delle alternative alla detrazione, come la cessione del credito e lo sconto in fattura. Con l’entrata in vigore del decreto legge 11/2023, queste modalità possono essere utilizzate solo in caso di interventi di ristrutturazione effettuati entro il 16 febbraio 2023. Tuttavia, il divieto non si applica alle spese agevolabili con il bonus se, prima dell’entrata in vigore della norma restrittiva, risulti presentata una comunicazione di inizio lavori (CILA) o venga certificato l’effettivo avvio degli stessi, come il pagamento di un acconto o l’accettazione di un preventivo.

In tal senso, il riferimento normativo specifico è sempre il portale dell’Agenzia delle Entrate, che racchiude tutte le casistiche di riferimento.

A patire dal 1 gennaio 2025, salvo proroghe normative, la detrazione diminuirà consistentemente, con un abbassamento al 36% delle spese sostenute e un tetto massimo complessivo non superiore a 48.000 euro.

Bonus ristrutturazioni 2024: i lavori ammessi

Il bonus ristrutturazione 2024 copre una vasta gamma di interventi edilizi, tra cui:

  • interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali o sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze;
  • interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
  • interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto;
  • lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche (ascensori o montacarichi, installazione di strumenti idonei alla mobilità interna ed esterna di portatori di handicap gravi);
  • interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi (cancelli, grate, porte blindate, casseforti, fotocamere collegate a vigilanza privata, ecc..);
  • interventi finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
  • interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici;
  • interventi per l’adozione di misure antisismiche come opere per la messa in sicurezza statica;
  • interventi di bonifica dall’amianto e opere per evitare gli infortuni domestici;
  • riparazione di impianti per la sicurezza domestica (per esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante);
  • installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
  • monitoraggio di vetri anti-infortunio;
  • installazione corrimano;
  • sostituzione di porte interne.

Rientrano tra le spese detraibili anche:

  • le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse;
  • le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento;
  • le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/2008 - ex legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71);
  • le spese per l’acquisto dei materiali;
  • il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;
  • le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi;
  • l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie di inizio lavori;
  • gli oneri di urbanizzazione;
  • gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi nonché agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998).

È possibile accedere al bonus ristrutturazione 2024 anche per gli interventi eseguiti in proprio, limitatamente alle spese di acquisto dei materiali utilizzati.

I requisiti per usufruire del bonus ristrutturazioni

Il bonus ristrutturazione 2024 può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia.
In particolare, hanno diritto alla detrazione:

  • proprietari o nudi proprietari;
  • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • inquilini o comodatari;
  • soci di cooperative divise e indivise;
  • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce;
  • soggetti che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali.

In alcuni casi, possono avere accesso all’agevolazione anche i futuri acquirenti di un immobile, nel caso di firma del contratto preliminare di compravendita.

Bonus ristrutturazione: i documenti da conservare e le pratiche da eseguire

Per beneficiare del bonus ristrutturazione 2024, è necessario conservare tutta la documentazione relativa agli interventi effettuati e alle spese sostenute. Tra i documenti da conservare, vi sono:

  • abilitazioni amministrative in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori);
  • domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;
  • ricevute di pagamento dell’IMU, se dovuta;
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali;
  • in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;
  • comunicazione preventiva contenente la data di inizio dei lavori da inviare all’ASL, se obbligatoria, secondo le disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri;
  • fatture e ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;
  • Ricevute dei bonifici di pagamento.

In caso di interventi che comportano un risparmio energetico, è necessario inviare la comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla data di conclusione dei lavori.

Come pagare i lavori per usufruire del bonus ristrutturazione?

Come pagare per poi richiedere il bonus? Anche per il 2024, ci sono delle regole specifiche: è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale. Nel bonifico dovranno essere indicati i seguenti dati:

  • causale del versamento: Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • codice fiscale o Partita IVA del beneficiario del pagamento.

Al momento del pagamento del bonifico, banche e Poste Italiane Spa operano
una ritenuta dell’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori. Nelle fatture dei fornitori non dovrà comparire alcuna dicitura relativa alla ritenuta dell’8% e i soggetti che effettuano il bonifico non sono tenuti ad alcun adempimento.

Regole per i condomini:

  • oltre al codice fiscale del condominio bisognerà indicare quello dell’amministratore che effettua il pagamento;
  • quando ci sono più persone che sostengono la spesa e che intendono fruire della detrazione bisognerà indicare nel bonifico il codice fiscale di tutte le persone interessate.

Il bonus ristrutturazioni può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento.

Il contribuente, in questo caso, può richiedere lo sconto Irpef del 50%, ma la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento) e il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.

Bonus ristrutturazione e box auto: limiti e casi specifici

Il bonus ristrutturazioni in vigore fino al 31 dicembre 2024, riconosciuto fino a 96.000 euro di spesa, spetta anche per interventi relativi “alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali ad immobili residenziali, anche a proprietà comune”, nonché per l’acquisto di autorimesse e posti auto pertinenziali, limitatamente ai costi di realizzo comprovati da apposita attestazione rilasciata dal costruttore, come chiarito con documenti di prassi.

Tuttavia, sono proprio i documenti di prassi a sottolineare come la detrazione Irpef del 50% fino a 96.000 euro di spesa spetti soltanto in caso di realizzazione di autorimesse o posto auto, ovvero in caso di intervento ex novo.

L’Agenzia delle Entrate nega la possibilità di beneficiare del bonus ristrutturazioni al caso specifico: il box auto acquistato dal contribuente deriva da un intervento di ristrutturazione di immobile ad uso abitativo con cambio di destinazione d’uso e non da un intervento di nuova costruzione.

Si allega, di seguito, la risposta n. 6 pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 19 settembre 2018

Da questa disposizione si evince che i box auto venduti da privato a privato restano pertanto esclusi da tale agevolazione fiscale.
L’Agenzia delle Entrate specifica, infatti, che la detrazione è riconosciuta «per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati, nel limite delle spese direttamente imputabili alla costruzione».

La guida dell’Agenzia delle Entrate aggiornata a ottobre 2022 specifica che il bonus è riconosciuto:

  • per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati dall’impresa costruttrice (solo per le spese imputabili alla loro realizzazione);
  • per interventi di realizzazione di parcheggi (autorimesse o posti auto, anche a
    proprietà comune), purché vi sia un vincolo di pertinenzialità con una unità
    immobiliare abitativa.

Per “realizzazione” di autorimesse o posti auto, si intendono, ai fini della detrazione, solo gli interventi di “nuova costruzione”. La detrazione, quindi, non spetta se il box auto è venduto dall’impresa proprietaria di un edificio che ha effettuato l’intervento di ristrutturazione dell’immobile ad uso abitativo con cambio di destinazione d’uso.

Differenze tra bonus ristrutturazione e superbonus

Il bonus ristrutturazione è un’agevolazione distinta dal superbonus, che prevede una detrazione fiscale del 110% (fino al 31 dicembre 2023, in diminuzione al 70%, esclusi casi specifici, dal 2024), per specifici interventi di efficienza energetica e riduzione del rischio sismico. Tuttavia, è importante ricordare che alcuni interventi ammessi al bonus ristrutturazione possono essere effettuati anche nell’ambito del superbonus, qualora rispettino i requisiti previsti dalla normativa.

In particolare, il superbonus copre interventi di isolamento termico, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, interventi di riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Differenze tra bonus ristrutturazione ed ecobonus

L’ecobonus è un’altra agevolazione fiscale che riguarda interventi di risparmio energetico e che prevede detrazioni Irpef e Ires dal 50% al 70% a seconda del tipo di intervento effettuato. Alcuni interventi ammessi al bonus ristrutturazione possono essere effettuati anche nell’ambito dell’rcobonus, qualora rispettino i requisiti previsti dalla normativa.

In particolare, l’ecobonus copre interventi di isolamento termico, sostituzione di infissi, installazione di pannelli solari, pompe di calore, caldaie a condensazione e impianti di climatizzazione.

Differenze tra bonus ristrutturazione e bonus mobili ed elettrodomestici

Il bonus mobili ed elettrodomestici è un’agevolazione fiscale che prevede una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione. Per accedere al bonus mobili ed elettrodomestici, è necessario aver usufruito del bonus ristrutturazione.

La Legge di Bilancio 2023 aveva innalzato il massimale per il bonus mobili ed elettrodomestici, portandolo da 5.000 euro a 8.000 euro. Nel 2024, però, il massimale torna alla soglia dei 5.000 euro complessivi.

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