Bonus ristrutturazione con nuove regole, come non perdere soldi

Patrizia Del Pidio

25 Novembre 2025 - 13:05

Con il bonus ritrutturazioni non si devono commettere errori per non rischiare di perdere i soldi della detrazione fiscale. Vediamo cosa controllare.

Bonus ristrutturazione con nuove regole, come non perdere soldi

Il bonus ristrutturazioni potrebbe nascondere delle insidie che non sempre si palesano prima di affrontare le spese. Per non perdere i soldi delle detrazioni edilizie è necessario prestare molta attenzione ai particolari perché la stretta normativa prevista dalla ultima Legge di Bilancio e i controlli che l’Agenzia delle Entrate effettua di routine potrebbero trasformare ogni svista in una perdita economica ingente.

Come nel 2025, anche nel 2026 il bonus ristrutturazioni rimane inalterato concedendo una detrazione importante sulle spese sostenute per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Il bonus riconosce una detrazione, su una spesa massima di 96.000 euro, del 50% se si interviene sull’abitazione principale e del 36% se i lavori sono effettuati su una seconda casa.

Bonus ristrutturazione, come funziona?

La detrazione riconosciuta con il bonus ristrutturazione è uno sconto sulle tasse che si dovrebbero versare, ma è distribuito su più anni. Si tratta di un beneficio fiscale che viene spalmato in dieci anni con una detrazione di pari importo.

Anche se esistono altri incentivi fiscali per gli interventi sull’immobile, il bonus ristrutturazione è certamente quello più utilizzato perché non richiede specifici requisiti nel miglioramento della classe energetica dell’immobile. Inoltre il bonus traina anche il bonus mobili che riconosce una detrazione al 50% sulla spesa effettuata per acquistare mobili ed elettrodomestici per l’immobile ristrutturato.

Quali errori fanno perdere soldi?

Uno degli errori da non commettere quando si eseguono lavori in casa è dare per scontato che non siano necessarie pratiche edilizie come la CILA o la SCIA. Senza queste pratiche, se obbligatorie, infatti, l’Agenzia delle Entrate può negare la detrazione.

Utilizzare il giusto metodo di pagamento è fondamentale per avere diritto al beneficio fiscale. Se non si effettuano i versamenti dovuti all’impresa con il bonifico parlante, inserendo la giusta causale, il numero di partita Iva della ditta e il codice fiscale del beneficiario della detrazione, si rischia di perdere l’agevolazione.

Bisogna fare molta attenzione anche a chi è l’intestatario della fattura: la detrazione spetta all’intestatario della fattura. Se la persona a cui si intestano le fatture non ha capienza fiscale il rischio concreto è quello di perdere in tutto o in parte la detrazione. Attenzione, la capienza fiscale va conservata per tutto il periodo di fruizione delle detrazioni, per dieci anni.

Va inoltre sottolineato che se fino al 2024 il coniuge non proprietario aveva diritto alla stessa detrazione spettante al coniuge proprietario dell’immobile (veniva riconosciuto il 50% sempre), dal 2025 se a chiedere le detrazioni è il coniuge non proprietario dell’immobile, queste ultime spetteranno al 36% anche se si tratta dell’abitazione principale.

Cosa controllare prima, durante e dopo i lavori?

Prima di iniziare gli interventi è bene consultare un geometra per capire se sull’immobile sono presenti abusi pendenti che potrebbero compromettere la detrazione. Informarsi anche sul titolo edilizio necessario per eseguire l’intervento e stabilire subito con l’impresa chi sarà l’intestatario delle fatture, dopo aver valutato la sua capienza fiscale.

Durante i lavori utilizzare sempre il bonifico parlante indicando nella causale il numero di fattura che si salda e la normativa che dà diritto alla detrazione.

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