Bonus ristoranti, contributo a fondo perduto fino a 30.000 euro: come funziona e chi può richiederlo

Claudia Cervi

02/09/2022

09/09/2022 - 14:25

condividi

Contributo a fondo perduto per sostenere le eccellenze agroalimentari italiane: dai requisiti agli importi spettanti. Ecco come funziona e chi può richiedere il bonus ristoranti.

Bonus ristoranti, contributo a fondo perduto fino a 30.000 euro: come funziona e chi può richiederlo

Il Bonus ristoranti è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 che ha stanziato fondi per 56 milioni di euro presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Previsto un contributo fino a 30.000 euro per le imprese che operano nel settore agroalimentare per l’acquisto di macchinari e beni strumentali.

A definire come funziona il bonus ristoranti, quali sono i requisiti e gli importi spettanti è il decreto attuativo del Mipaaf del 4 luglio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 agosto.

Bonus ristoranti
Decreto Mipaaf 30 agosto 2022

Contributo a fondo perduto fino a 30.000 euro: come funziona

Il bonus ristoranti è specifico sostenere la ripresa del settore della ristorazione, che ha dovuto affrontare molte difficoltà economiche a causa del Covid-19. L’agevolazione permetterà alle imprese di gastronomia e dell’agroalimentare di sostenere nuovi investimenti per l’acquisto di macchinari e beni strumentali durevoli. Oltre ai ristoranti, potranno beneficiare del contributo a fondo perduto anche pasticcerie, gelaterie e altre attività che svolgono le attività descritte nel decreto.

Bonus ristoranti: gli importi spettanti

Il bonus sarà riconosciuto ai ristoranti e agli altri soggetti beneficiari nella misura del 70% delle spese totali ammissibili, entro il limite di 30.000 euro per singola impresa.

Sono considerate spese ammissibili quelle sostenute per l’acquisto di:

  • macchinari professionali e beni strumentali all’attività d’impresa, nuovi di fabbrica, organici e funzionali e acquistati alle normali condizioni di mercato da terzi che non hanno relazioni con l’impresa;
  • di beni strumentali che sono mantenuti nello stato patrimoniale dell’impresa per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo.

Il contributo sarà subordinato al rispetto del regolamento de minimis in materia di aiuti di Stato e dovrà essere rispettata la tracciabilità dei pagamenti.

Bonus ristoranti: le spese non ammesse

Ai fini del riconoscimento del bonus ristoranti, le spese devono essere riconducibili all’acquisto di macchinari professionali nuovi e di beni strumentali all’attività dell’impresa.

Non concorrono al calcolo delle spese ammesse:

  • a) l’acquisto di componenti, pezzi di ricambio o parti di macchinari, impianti e attrezzature che non soddisfano il requisito dell’autonomia funzionale;
  • b) terreni e fabbricati, incluse le opere murarie di qualsiasi genere, ivi compresi gli impianti idrici, elettrici, di allarme, di riscaldamento e raffreddamento;
  • c) mezzi targati;
  • d) beni usati o rigenerati;
  • e) utenze di qualsiasi genere, ivi compresa la fornitura di energia elettrica, gas, etc.;
  • f) imposte e tasse;
  • g) contributi e oneri sociali di qualsiasi genere;
  • h) buoni pasto;
  • i) costi legali e notarili;
  • j) consulenze di qualsiasi genere;
  • k) spese non direttamente finalizzate all’attività dell’impresa.

Contributo a fondo perduto fino a 30.000 euro: chi può richiederlo

L’agevolazione spetta alle imprese in possesso di specifici requisiti, definiti in base al codice Ateco dell’attività svolta:

  • se operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.11 (Ristorazione con somministrazione): essere regolarmente costituite ed iscritte come attive nel Registro delle imprese da almeno 10 anni o in alternativa aver acquistato nei 12 mesi precedenti prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e prodotti biologici per almeno il 25% degli acquisti totali del periodo;
  • se operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.30 (Gelaterie e pasticcerie) e dal codice ATECO 10.71.20 (Produzione di pasticceria fresca): essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese da almeno 10 anni o in alternativa aver acquistato prodotti DOP, IGP, SQNPI e prodotti biologici per almeno il 5% del totale.

Le imprese dovranno inoltre garantire di:

  • essere nel libero esercizio dei propri diritti,
  • non essere in liquidazione volontaria e non sottoposte a procedura concorsuale o altra situazione equivalente;
  • non essere considerate in difficoltà;
  • essere iscritte presso INPS o INAIL e con DURC regolare;
  • essere in regola con gli adempimenti fiscali;
  • aver restituito le somme eventualmente dovute in caso di provvedimenti di revoca di agevolazioni;
  • non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea.

Come fare domanda per il bonus ristoranti

Le imprese beneficiarie in possesso dei requisiti dovranno attendere un apposito provvedimento entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo, quindi entro fine settembre/inizio ottobre, per conoscere le modalità di presentazione della domanda.

Le indicazioni operative verranno pubblicate anche sul portale di Invitalia, che gestisce la misura.

Quando viene pagato il bonus ristoranti?

Il decreto in esame spiega che per ottenere il pagamento del bonus, l’impresa dovrà presentare un’apposita richiesta di erogazione entro i 30 giorni successivi dalla data di ultimazione delle spese. Alla richiesta bisognerà allegare i seguenti documenti:

  • copia delle fatture elettroniche relative all’acquisto di macchinari professionali e beni strumentali;
  • documentazione atta ad attestare la piena tracciabilità delle spese sostenute dall’impresa (ordinativi di pagamento ed estratti conto);
  • relazione tecnica finale con la descrizione degli investimenti effettuati che attesti il completo pagamento delle relative spese.

Entro 90 giorni dal ricevimento delle domande, il Ministero provvederà al pagamento, previa verifica da parte di Invitalia del rispetto dei requisiti.

Le imprese possono richiedere un anticipo del pagamento spettante, nella misura massima del 50% del contributo richiesto, presentando però obbligatoriamente una fideiussione bancaria o assicurativa.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO