Bonus per chi lavora ma guadagna poco, ecco quali sono

Simone Micocci

9 Maggio 2024 - 13:51

Chi guadagna poco ha diritto a una serie di bonus, alcuni pagati direttamente in busta paga altri da richiedere all’Inps.

Bonus per chi lavora ma guadagna poco, ecco quali sono

Hai un lavoro ma ritieni che il tuo stipendio non sia sufficiente per far fronte a tutte le spese? La buona notizia è che lo Stato interviene a sostegno dei redditi più bassi. Non bisogna necessariamente essere disoccupati per avere diritto a bonus e agevolazioni, per quanto ovviamente le possibilità si riducono.

Nel dettaglio, ci sono diverse misure rivolte a chi guadagna poco: alcune si applicano direttamente in busta paga, altri bonus invece devono essere richiesti direttamente dall’interessato (in alcuni casi solo con Isee in corso di validità).

Ecco dunque una panoramica di bonus e agevolazioni spettanti a chi guadagna poco e vuole scoprire cosa gli spetta, suddivisi in base alle modalità di erogazione e ai requisiti richiesti.

Bonus in busta paga per chi guadagna poco

Oggi ci sono diverse misure che intervengono a sostegno dei redditi più bassi. Il più conosciuto è sicuramente il trattamento integrativo (ex bonus Renzi) che riconosce agli stipendi annui non superiori a 15 mila euro (ma al di sopra di 8.174 euro) un sostegno mensile di 100 euro netti per dodici mensilità.

A questo si aggiunge lo sgravio contributivo che riduce la quota di contributi dovuta dal lavoratore, solitamente pari al 9,19% di quanto percepito (l’8,80% nel caso dei dipendenti pubblici). Nel dettaglio, per chi guadagna meno di 1.923 euro si applica uno sgravio del 7%, riducendo così l’aliquota al 2,19% (1,80% nel pubblico). Questa agevolazione garantisce un aumento fino a 65 euro circa mensili.

Nel caso degli stipendi superiori al suddetto importo ma comunque al di sotto di 2.692 euro, lo sgravio applicato è del 6%, riducendo la quota di contributi al 3,19% o 2,80%. Da questa agevolazione ne può risultare un aumento netto fino a 100 euro mensili.

A queste si aggiunge poi lo sgravio contributivo in favore delle mamme con figli che però si applica indipendentemente dal reddito percepito. Nel dettaglio, a chi ha 2 figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni, oppure a chi ne ha di più di cui almeno uno minorenne, spetta un esonero contributivo totale, fino a un massimo di 3.000 euro l’anno.

Bonus con Isee basso

Solitamente chi guadagna poco ha anche un Isee basso, per quanto comunque va detto che nel calcolo dell’attestazione si tiene conto non solo dei redditi ma anche dei patrimoni (per quanto abbiano un peso inferiore). E si guarda non al guadagno attuale, bensì a quanto percepito due anni prima (o nell’ultimo anno nel solo caso dell’Isee corrente).

Avere un Isee basso permette di accedere a una serie di vantaggi, quali:

  • Bonus nido più alto. Vale quanto detto sopra: il rimborso per le spese sostenute per la frequenza agli asili nido pubblici e privati spetta a tutte le famiglie indipendentemente dall’Isee, ma solo chi sta al di sotto della soglia di 25 mila euro ha diritto al massimo (pari a 3.000 euro, 3.500 euro per i figli successivi al primo nati a decorrere dal 2024);
  • Assegno di inclusione. Questa misura spetta anche a chi lavora, a patto di soddisfarne i requisiti. Ad esempio, nel nucleo familiare deve esserci almeno un componente minore, disabile, over 60 o in condizione di svantaggio (preso a carico dai servizi sociali o dalle strutture socio-sanitarie), mentre l’Isee non deve superare i 9.360 euro. Il reddito complessivo percepito non deve superare 6.000 euro, soglia che aumenta in base al numero e alla tipologia di componenti. Chi quindi ha un lavoro ma guadagna poco, può avere accesso all’Assegno di inclusione che di fatto rappresenterà un’integrazione al reddito percepito;
  • Carta acquisti: per le famiglie con figli minori di 3 anni e un Isee che non supera gli 8.052,75 euro spetta un contributo di 40 euro al mese da spendere presso supermercati, negozi alimentari, farmacie o anche per pagare le bollette;
  • Carta dedicata a te: per quanto simile alla precedente, le due misure non vanno confuse. Questa, infatti, spetta indipendentemente dalla presenza di minori di 3 anni (per quanto comunque la presenza di figli minori rappresenti un criterio per definire la graduatoria), ma bisogna avere un Isee fino a 15 mila euro e non essere beneficiari di altre misure di sostegno. Ha un importo di circa 460 euro complessivi, da utilizzare per acquistare beni di genere alimentare, carburante o abbonamenti ai mezzi pubblici di trasporto;
  • Bonus bollette: con un Isee basso si paga anche meno di bolletta. Spetta infatti il bonus per disagio economico a coloro che hanno un Isee fino a 9.530 euro, 20.000 euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico.
  • Bonus psicologo: fino al 31 maggio con un Isee che non supera i 50 mila euro si può fare domanda per un voucher fino a 1.500 euro (con Isee fino a 15 mila euro) da spendere per le sessioni di psicoterapia.

Bonus con reddito basso

Non si guarda all’Isee, bensì al reddito, per altre misure, quali:

  • esenzione ticket sanitario, ma solo per i cittadini di età inferiore ai 6 anni come pure per quelli che superano i 65 anni, nel caso in cui il nucleo familiare abbia un reddito annuo complessivo non superiore a 36.151,98 euro;
  • indennità di frequenza per i figli non in grado di svolgere le azioni comuni della propria età, ma solo per le famiglie con reddito fino a 5.725,46 euro, pari a un importo di 333,33 euro per dodici mensilità;
  • pensione di invalidità civile, spettante per se stessi (se invalidi tra il 74% e il 99% e quindi nella condizione di poter svolgere un lavoro) o per un familiare (con invalidità tra il 74% e il 100%) nel caso in cui il reddito sia 5.725,46 euro, oppure 19.461,12 euro per la richiesta in favore di invalidi al 100%. In ogni caso l’importo è sempre di 333,33 euro al mese (ma per tredici mensilità).

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