BCE, Lagarde: euro moneta alternativa al dollaro? Tutti i vantaggi per l’Europa

Laura Naka Antonelli

26/05/2025

“A global euro moment”, ovvero un momento globale per l’euro. Così la presidente della BCE Christine Lagarde nel parlare delle opportunità per l’Europa.

BCE, Lagarde: euro moneta alternativa al dollaro? Tutti i vantaggi per l’Europa

A global euro moment”, ovvero un momento globale per l’euro. In un discorso proferito oggi dall’Hertie School di Berlino, in Germania, la presidente della BCE Christine Lagarde non ha parlato di politica monetaria, ergo della direzione futura dei tassi - in previsione della prossima riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, in calendario il 5 giugno -, ma delle opportunità che la fuga dal dollaro sta creando a favore della moneta unica.

I cambiamenti in atto creano l’opportunità di assistere a un momento globale per l’euro ”, ha detto Lagarde, intendendo per cambiamenti in atto la carica di sell che si è abbattuta sul dollaro USA, a seguito dell’annuncio, lo scorso 2 aprile, dei dazi reciproci che il presidente Donald Trump ha deciso di imporre contro i partner commerciali degli Stati Uniti: “Un qualsiasi cambiamento all’ordine mondiale che si traduca in una restrizione del commercio globale o in una frammentazione in blocchi economici, sarà di detrimento per la nostra economia”, ha avvertito la numero uno della BCE, aggiungendo tuttavia che, “ con le risposte giuste da parte della politica, potrebbero esserci anche opportunità ”.

Nello specifico, “il contesto che cambia potrebbe aprire la porta a un ruolo internazionale maggiore per l’euro ”.

Euro moneta più globale? Lagarde: “consentirebbe a governi di indebitarsi a costi più bassi”

Lagarde ha ricordato che “ oggi l’euro è la seconda moneta globale, incidendo per il 20% sulle riserve valutarie internazionali, rispetto al 58% dell’incidenza del dollaro USA ”.

Questo significa che “aumentare il ruolo internazionale dell’euro può avere implicazioni positive per l’area”.

In che modo? “Un euro più importante a livello mondiale potrebbe permettere ai governi e alle aziende UE di indebitarsi a costi più bassi, aiutare a incrementare la nostra domanda interna, in un momento in cui la domanda estera (leggi esportazioni) sta diventando meno certa” (a causa dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump).

Ancora, ha spiegato la presidente della BCE, l’euro più forte “ ci proteggerebbe dalle fluttuazioni del rapporto di cambio e, nel caso in cui il commercio fosse denominato in misura maggiore in euro, l’Europa sarebbe protetta da una fuga di capitali più volatile ”.

Non solo. L’euro più forte e più globale “ proteggerebbe l’Europa dalle sanzioni e da altre misure coercitive.

In poche parole, permetterebbe all’Europa di controllare meglio il suo proprio destino, dandoci parte di quel privilegio esorbitante, così come lo ha chiamato Valéry Giscard d’Estaing 60 anni fa ”.

“L’euro non acquisterà più importanza automaticamente. Dovrà guadagnarsela”

Christine Lagarde ha lanciato tuttavia un avvertimento, sottolineando che un cambiamento del genere, è “tutto fuorché garantito, come ci insegna la storia”.

In poche parole, “ l’euro non guadagnerà una influenza in modo automatico. Dovrà guadagnarsela ”.

Come? Tre le risposte date da Lagarde: 1) è importante che l’Europa rafforzi il commercio, espandendo gli accordi UE ed enfatizzando accordi che vadano a beneficio delle controparti coinvolte (riferimento a partnership che siano win-win); 2) fondamentale sviluppare mercati dei capitali che eguaglino la dimensione e la liquidità del mercato dei Treasury USA; 3) dar vita a safe asset attraverso una unione fiscale e attraverso strumenti di finanziamenti europei comuni.

Lagarde ha rimarcato la necessità che l’Eurozona si doti soprattutto di un asset che possa essere considerato sicuro dalla comunità globale degli investitori: “Nonostante la nostra solida posizione fiscale a livello aggregato - il nostro debito-PIL è pari all’89%, rispetto al 124% degli Stati Uniti, noi presentiamo un numero relativamente basso di safe asset. Le stime recenti suggeriscono che i bond sovrani in circolazione con rating pari ad almeno AA rappresentano meno del 50% del PIL dell’Unione europea, rispetto a oltre il 100% negli Stati Uniti ”.

Lagarde ha insomma rinnovato l’appello a favore degli eurobond, o di strumenti finanziari comuni, sponsorizzati più volte anche dal suo predecessore ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi.

Ma quanti ostacoli lastricano ancora l’Europa affinché si percepisca, innanzitutto e davvero, come un blocco davvero unico? La risposta nei continui alert lanciati fino a poco fa dallo stesso ex premier Draghi, che non manca di ammonire l’Europa, sollecitandola a svegliarsi da una letargia diventata da tempo ormai cronica.

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