Bce e Fed temono un effetto Silicon Valley Bank? Cosa può succedere ai tassi

Violetta Silvestri

13/03/2023

Il terremoto finanziario scatenato dal crollo della Silicon Valley Bank scuoterà anche le decisioni Bce e Fed sui tassi? C’è molta attesa per le riunioni delle banche centrali: cosa aspettarsi?

Bce e Fed temono un effetto Silicon Valley Bank? Cosa può succedere ai tassi

Banche centrali chiamate al test della stabilità finanziaria nelle riunioni dei prossimi giorni.

Il fallimento della Silicon Valley Bank e il salvataggio da parte del governo dei suoi depositanti stanno sconvolgendo le scommesse del mercato su tutto, dall’economia alle prospettive dei tassi di interesse degli Stati Uniti e dell’Eurozona.

Data la tensione sul sistema bancario statunitense, gli investitori si chiedono adesso se la Fed rischierà davvero di aumentare ancora il costo del denaro di ben 50 punti base nell’incontro del 21 marzo.

E la Bce come si comporterà nella riunione ormai imminente del 16 marzo? Sebbene l’allarme lanciato dal crollo della Silicon Valley Bank sembri confinato negli Usa, la questione dell’effetto dei tassi elevati sulle attività bancarie è esplosa e i funzionari dell’Eurotower non potranno non tenerne conto.

Il percorso aggressivo sui tassi di interesse subirà un arresto? Le previsioni.

Dilemma Fed su tassi e crollo finanziario

Le autorità statunitensi sono accorse in sostegno emergenziale del sistema finanziario, generando il più grande rally di obbligazioni a breve termine da decenni tra le speculazioni secondo cui la Federal Reserve potrebbe non aumentare affatto i tassi la prossima settimana.

I riflettori si accendono più che mai sulla banca centrale Usa e sulla politica aggressiva promessa finora: viste le novità delle ultime ore e il traballante sentiment finanziario nella grande potenza statunitense, il costo del denaro crescerà di altri 50 punti base?

Il quesito è il più caldo del giorno tra gli investitori e gli analisti. I primi a pronunciarsi al riguardo sono stati gli strateghi di Goldman Sachs.

“Alla luce dello stress nel sistema bancario, non ci aspettiamo più che il FOMC effettui un aumento dei tassi alla prossima riunione del 22 marzo”, ha dichiarato l’economista di Goldman Jan Hatzius in una nota di domenica.

La banca aveva precedentemente previsto che la Fed avrebbe alzato ancora i tassi di 25 punti base. Ha aggiunto che si aspettano ancora aumenti di 25 punti base a maggio, giugno e luglio, ribadendo la loro aspettativa di tasso terminale dal 5,25% al ​​5,5%.

I future sui Fed Fund sono aumentati intanto e questo implica che solo una probabilità del 17% vede un aumento del tasso di mezzo punto da parte della Federal Reserve quando si riunirà la prossima settimana, ben al di sotto del 70% prima che la notizia della SVB sconvolgesse i mercati.

Da evidenziare che il crollo di Silicon Valley Bank ha spronato la Fed ad annunciare domenica una nuova linea di prestito da 25 miliardi di dollari progettata “per aiutare a garantire che le banche abbiano la capacità di soddisfare le esigenze di tutti i loro depositanti

Gli analisti hanno affermato che le misure per contenere le ricadute equivalgono a una pausa de facto negli sforzi della Fed per inasprire la politica monetaria riducendo il suo bilancio per invertire il quantitative easing.

George Saravelos, responsabile della ricerca FX di Deutsche Bank, ha sottolineato che il nuovo strumento di finanziamento “può essere interpretato come il ripristino di un programma di QE temporaneo. La conclusione immediata è che la barra per la Fed per riaccelerare l’inasprimento è significativamente più alta e il probabile punto finale di tale inasprimento è inferiore.”

Il rapido crollo di SVB ha reso gli investitori ancora una volta più consapevoli che “la Fed alla fine farà qualche danno se continua ad aumentare i tassi”, secondo Lee Hardman, analista valutario presso MUFG.

Il caso della banca ha anche “tolto vento alle vele del dollaro Usa evidenziando i rischi associati all’aumento dei tassi.

Bce sotto pressione

Quando giovedì 16 marzo la Banca centrale europea fisserà i tassi di interesse con un rialzo di 50 punti base, l’attenzione sarà rivolta al percorso più aspro di sempre nell’aumento del costo del denaro.

Il crollo della banca statunitense SVB aggiunge però un elemento di incertezza. Finora, i funzionari europei non vedono rischi di contagio. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire lunedì ha descritto la situazione negli Stati Uniti come “unica”, sottolineando i legami del prestatore con il settore tecnologico, che è molto più piccolo invece in Europa.

Il piano della Bce di aumentare i tassi di un altro mezzo punto questa settimana non sembra poter cambiare. Tutti i dubbi sono stati messi a tacere dalla sconfortante lettura di febbraio per l’inflazione di fondo della zona euro ancora elevata.

Tuttavia, le tensioni tra le fazioni rivali all’interno del Consiglio direttivo di 26 membri sul percorso oltre marzo si stanno rafforzando. Dopo che l’austriaco Robert Holzmann la scorsa settimana ha sollecitato altri quattro forti aumenti dei tassi, il capo della banca centrale italiana Ignazio Visco ha criticato i colleghi e richiamato alla prudenza.

Il caso della banca Usa potrebbe rendere più tesa la riunione, dalla quale emergeranno anche le cruciali previsioni di inflazione e Pil al 2025.

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