Allarme finanza globale: con il crollo banca Usa, cosa succede oggi nei mercati?

Violetta Silvestri

13/03/2023

13/03/2023 - 08:38

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I fallimenti di Silicon Valley Bank e di Signature negli Usa dominano ancora i mercati: dopo l’intervento della Casa Bianca e della Fed a rassicurare i clienti, una crisi è scongiurata davvero?

Allarme finanza globale: con il crollo banca Usa, cosa succede oggi nei mercati?

Mercati oggi osservati speciali: l’Asia chiude in aumento, i futures sulle azioni statunitensi sono saliti, il dollaro è crollato e i rendimenti dei Treasury hanno esteso il calo mentre gli investitori hanno ridimensionato le scommesse sull’aumento dei tassi dopo il crollo della Silicon Valley Bank.

Le autorità statunitensi hanno lanciato misure di emergenza domenica sera, per rafforzare la fiducia nel sistema bancario dopo che il fallimento della banca ha minacciato di innescare una crisi finanziaria più ampia.

Dopo un fine settimana drammatico, le autorità di regolamentazione hanno affermato che i clienti dell’istituto fallito avranno accesso a tutti i loro depositi a partire da lunedì 13 marzo e hanno istituito una nuova struttura per consentire alle banche di accedere ai fondi di emergenza.

Tali misure hanno fornito un certo sollievo alle aziende della Silicon Valley e ai mercati globali, ma permangono preoccupazioni per i rischi bancari più ampi e hanno sollevato dubbi sul fatto che la Fed manterrà il suo piano di aumenti aggressivi dei tassi di interesse. Cosa può accadere nella finanza Usa e in quella mondiale?

Intervento Usa di emergenza salva davvero i mercati?

Gli sforzi istituzionali per evitare una crisi hanno alzato i futures sulle azioni di Wall Street, aiutando i mercati più ampi, con l’Asia che ha chiuso la seduta in rialzo.

Tuttavia, le persistenti preoccupazioni per il settore finanziario hanno pesato sulle principali azioni bancarie, con HSBC Holdings, Standard Chartered Bank, la giapponese Mitsubishi UFJ e la DBS di Singapore tutte più deboli.

L’intervento dell’amministrazione Biden a garanzia dei clienti sottolinea come una campagna incessante della Fed e di altre importanti banche centrali per contrastare l’inflazione stia mettendo sotto pressione il sistema finanziario e i mercati globali.

Con la Fed pronta a continuare ad aumentare i tassi di interesse, gli investitori hanno affermato che il sistema finanziario potrebbe non essere ancora completamente fuori pericolo.

La Silicon Valley Bank (SVB), un pilastro dell’economia delle startup, era infatti il risultato dell’era decennale del denaro a buon mercato, a tassi zero, che l’ha resa vulnerabile. Quando la scorsa settimana è seguita una corsa agli sportelli, le preoccupazioni che altre banche regionali facessero altrettanto si sono diffuse rapidamente.

In sostanza, cosa è successo? La banca aveva accettato ingenti depositi liquidi da parte delle start up tanto da detenere fino a 342 miliardi di dollari. Anche i fondi di venture capital o di private equity avevano moto denaro in deposito presso l’istituto, approfittando di un costo de denaro nullo. Ma che, appunto, non è durato nel tempo.

Intanto, la stessa banca aveva investito 100 miliardi di dollari in titoli di Stato americani a tre-quattro anni che avevano un rendimento all’1,79% l’anno. Tuttavia, con tassi Fed passati a oltre il 4% tutto è cambiato. Silicon Valley Bank ha visto che il costo dei rendimenti da sborsare sui depositi era andato ben oltre il rendimento che poteva incassare sui suoi investimenti. Stava, quindi, perdendo denaro. Ha iniziato a vendere i titoli di Stato, che nel frattempo avevano un valore diminuito rispetto a prima (con rendimenti elevati, il prezzo dell’obbligazione sale). Da qui, tutto il panico.

Intanto, i funzionari del Tesoro hanno affermato che anche i depositanti della Signature Bank di New York, che è stata chiusa domenica dall’autorità di regolamentazione finanziaria dello stato di New York, sarebbero stati sanati senza alcuna perdita per il contribuente.

Signature, come SVB, aveva una clientela concentrata nel settore tecnologico e i titoli in bilancio si erano erosi con l’aumento dei tassi di interesse. A settembre, quasi un quarto dei depositi di Signature proveniva dal settore delle criptovalute, ma la banca ha annunciato a dicembre che avrebbe ridotto i suoi depositi relativi alle criptovalute di 8 miliardi di dollari.

Mentre tutti i depositi dei clienti saranno protetti, le nuove politiche adottate domenica «spazzeranno via» azioni e obbligazionisti in SVB e Signature Bank.

La Fed si riunirà d’urgenza oggi sulla questione. Intanto, inizia una settimana cruciale per i mercati: c’è la riunione Bce e verranno aggiornati i dati sull’inflazione Usa.

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