Bankitalia: ad aprile debito pubblico da record

Francesca Caiazzo

15 Giugno 2018 - 14:30

Auementa ad aprile il debito pubblico italiano che si porta a quota 2.311,7 miliardi

Bankitalia: ad aprile debito pubblico da record

È l’osservato speciale numero uno e oggi ha fatto segnare un nuovo record negativo: il debito pubblico italiano balza a 2.311,7 miliardi.

Il dato si riferisce al mese di aprile e registra un aumento di 9,3 miliardi rispetto al mese precedente.
Numeri impietosi che Bankitalia pubblica a poche ore dall’annuncio di Mario Draghi di voler metter fine al Quantative easing.

Il debito nel dettaglio

Secondo i dati diffusi da Via Nazionale, l’aumento del debito pubblico del nostro paese è da ricercare soprattutto nella maggiore disponibilità di cassa del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La liquidità del Tesoro, sottolinea Bankitalia, è infatti cresciuta di 7,3 miliardi portandosi a quota 52,1 miliardi.

Rispetto all’aumento complessivo del debito di 9,3 miliardi di euro, la quasi totalità di questo dato si deve alle amministrazioni pubbliche centrali che hanno inciso per 9,1 miliardi, mentre quelle locali hanno contribuito con appena 200 milioni di euro. È rimasto quasi invariato, infine, il debito degli Enti di Previdenza.

Aumentano le entrate tributarie

Nel documento diffuso da Bankitalia, viene sottolineato anche l’aumento delle entrate tributarie. Nel mese di aprile 2018 sono cresciute di 1,1 miliardi rispetto allo stesso mese del 2017 portandosi alla cifra tonda di 30 miliardi.
In particolare, da gennaio ad aprile di quest’anno sono state contabilizzate entrate tributarie per 121,6 miliardi, cifra che ha fatto segnare un aumento dello 0,6% rispetto allo stesso quadrimestre 2017.
Una dinamica che secondo via Nazionale, sul fronte delle entrate tributarie, si può considerare più favorevole.

Unione nazionale consumatori preoccupata

A stretto giro è arrivato il commento dell’Unione nazionale consumatore che si dice allarmata per l’aumento del debito pubblico del Paese.

“Un dato decisamente preoccupante, specie se si considera che a fine anno la Bce smetterà di acquistare titoli di Stato. Ci siamo comportati come le cicale, invece che come le formiche: non abbiamo approfittato del Qe e dei bassi tassi di interesse per abbattere il debito pubblico in valore assoluto”

ha dichiarato il presidente dell’associazione Massimiliano Dona.

La fine del Qe

I dati sul debito pubblico, in effetti, arrivano all’indomani dall’annuncio di Mario Draghi, che a margine del vertice della Bce, ha annunciato la conclusione graduale del Quantative easing per la fine dell’anno: il programma di acquisto proseguirà a un ritmo di 30 miliardi fino a fine settembre per scendere a 15 miliardi da ottobre a dicembre.

Dal prossimo anno in poi , dunque, potrebbe aprirsi un nuovo scenario di difficoltà per l’Italia che, senza l’ombrello della Bce, dovrà sostenere un maggior carico finanziario per ripagare il debito pubblico.

Proprio per questo, suggeriva qualche mese fa l’economista Marcello Messori, il nostro Paese

“potrebbe sfruttare questo tempo che ha a disposizione per avviare una graduale ma costante diminuzione del rapporto tra debito pubblico e Pil”.

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