Banche europee nel mirino della Bce con questa mossa a sorpresa

Violetta Silvestri

28/07/2023

28/07/2023 - 10:32

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La Bce ha scelto di cambiare rotta nella remunerazione delle riserve minime delle banche dell’Eurozona: la mossa a sorpresa ha scosso gli istituti di credito. Cosa cambia per le banche?

Banche europee nel mirino della Bce con questa mossa a sorpresa

Nella riunione della Bce del 27 luglio c’è stata anche una mossa a sorpresa: la scelta di smettere di pagare le banche per il denaro che sono tenute a tenere presso l’istituto come riserva minima.

Questa decisione potrebbe tagliare miliardi dal reddito da interessi degli istituti di credito. Il pagamento era finora legato al tasso di deposito, che è stato portato al 3,5% il 21 giugno (e ora al 3,75%). La Bce ha quindi interrotto tale collegamento con la decisione di luglio, annunciando una modifica che entrerà in vigore il 20 settembre.

I titoli bancari europei hanno invertito i guadagni dopo la decisione. Deutsche Bank ha visto uno dei cali più ripidi, scendendo fino al 4,7%. Ieri l’istituto di credito tedesco ha fornito prospettive ottimistiche sul reddito da interessi quando ha presentato i risultati del secondo trimestre.

Cosa ha deciso la Bce e cosa cambierà per le banche dell’Eurozona? I dettagli.

Banche europee: la Bce cambia rotta sulle riserve minime. Cosa significa?

Il comunicato della Banca centrale europea diramato dai canali ufficiali ieri pomeriggio è chiaro:

“Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso oggi di fissare allo 0% la remunerazione delle riserve minime. La modifica entrerà in vigore dall’inizio del periodo di mantenimento della riserva a partire dal 20 settembre 2023.”

Il cambiamento è evidente nella strategia dell’Eurotower. C’è da precisare che tali riserve sono i saldi di riserva che gli enti creditizi sono tenuti a detenere presso la loro banca centrale nazionale dell’Eurosistema in media per un periodo di mantenimento. Gli enti creditizi sono tenuti a detenere un importo minimo pari all’1% di specifiche passività, principalmente depositi della clientela, come spiegato dalla nota Bce.

Le banche europee di recente sono state tenute a depositare circa 165 miliardi di euro presso la Bce come riserve minime, secondo i dati fino al 20 giugno. La banca centrale ha pagato il 3,25% su tale importo, che si traduce in un reddito annuo di circa 5,4 miliardi di euro.

Gli istituti di credito europei hanno beneficiato degli aumenti dei tassi della Bce nell’ultimo anno, in quanto sono stati in grado di addebitare di più per i prestiti mantenendo l’importo pagato sui depositi vicino allo zero. Tale effetto, tuttavia, sta cominciando a ridursi man mano che i costi di finanziamento aumentano a causa della concorrenza per i depositi, mentre la domanda di prestiti sta scemando.

“Il pagamento di un tasso zero sulle riserve minime è stato inaspettato”, ha dichiarato Mark Wall, capo economista europeo di Deutsche Bank, in una nota di reazione. “È un leggero ulteriore inasprimento della posizione”.

“La Bce aveva già abbassato l’importo pagato sulle riserve minime in precedenza. L’ultima mossa conserverà l’efficacia della politica monetaria mantenendo l’attuale grado di controllo sull’orientamento della politica monetaria e garantendo il pieno trasferimento delle decisioni sui tassi di interesse ai mercati monetari”, secondo la nota ufficiale.

Arne Petimezas, analista senior presso AFS Group ad Amsterdam, ha calcolato che la decisione farebbe risparmiare alla Bce circa 6 miliardi di euro all’anno, come riportato da Reuters, aggiungendo:

“Mentre la Bce cerca di vendere la mossa come progettata per proteggere l’unicità della politica monetaria, in realtà è puramente orientata al profitto. La banca centrale sta sanguinando pesantemente sul suo portafoglio obbligazionario (spesso acquistato a rendimenti negativi) mentre paga un tasso nominale relativamente alto sulle riserve obbligatorie e in eccesso delle banche”

Da evidenziare, infine, che i politici della Banca centrale europea hanno discusso giovedì del raddoppio delle riserve obbligatorie delle banche - e ora non remunerate - come parte della loro lotta contro l’inflazione elevata, hanno detto a Reuters due fonti vicine alla questione.

L’aumento delle riserve obbligatorie delle banche - al 2% dall’1% dei depositi e di alcune altre fonti di finanziamento - assorbirebbe più liquidità dal sistema bancario e quindi contribuirebbe agli sforzi per aumentare i costi dei prestiti e raffreddare l’inflazione.

Tuttavia sarebbe anche costoso per le banche, che non riceveranno più interessi su quel contante, e ridurranno il loro pool di liquidità disponibile.

La proposta non è stata sostenuta dalla maggior parte dei politici del board, ma potrebbe ripresentarsi quando la Bce rivedrà il suo quadro generale per guidare i tassi di interesse entro la fine dell’anno, hanno detto le fonti, che hanno parlato in anonimato a Reuters.

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