Banche a rischio? Corsa agli sportelli, arrivano nuovi allarmi dalla BCE

Laura Naka Antonelli

25 Novembre 2025 - 11:46

Nuovo allarme dalla BCE sui rischi a cui fa fronte la stabilità finanziaria dell’area euro, ergo le banche.

Banche a rischio? Corsa agli sportelli, arrivano nuovi allarmi dalla BCE

La BCE ha appena lanciato nuovi allarmi sul rischio stablecoin per la stabilità finanziaria dell’area euro, avvertendo che la crescita del mercato di queste monete digitali potrebbe arrivare a scatenare una corsa agli sportelli, a danno delle banche.

Così la banca centrale europea in un articolo sulla Financial Stability Review, in cui ha ricordato che l’80% circa di tutte le transazioni che avvengono al momento a livello globale sulle piattaforme centralizzate di trading sulle criptovalute ha per oggetto le stablecoin:

“Una crescita significativa delle stablecoin potrebbe causare deflussi di depositi al dettaglio, riducendo una fonte importante di finanziamento per le banche e lasciandole complessivamente con forme di finanziamento più volatili. Se le stablecoin venissero adottate su larga scala, le famiglie potrebbero sostituire parte dei loro depositi bancari con stablecoin. Questi deflussi potrebbero intensificarsi se i fornitori di servizi crypto, come le piattaforme di trading, fossero autorizzati a pagare interessi sulle stablecoin, aumentando la loro relativa appetibilità e provocando una disintermediazione bancaria”.

L’attenti della BCE, successo stablecoin molla che farà scattare corsa agli sportelli banche?

La BCE ha espresso insomma il timore che la crescita incontrollata delle stablecoin finisca per tradursi in una corsa agli sportelli da parte dei piccoli risparmiatori retail.

Se infatti molte famiglie decideranno di convogliare i loro risparmi verso le stablecoin, le banche potrebbero soffrire un fenomeno di fuga dai depositi.

Il rischio c’è, se si considera che il mercato di queste token digitali continua a espandersi, come hanno confermato i numeri snocciolati dalla BCE: “La capitalizzazione complessiva e combinata del mercato di tutte le stablecoin ha testato un valore record: ora supera i 280 miliardi di dollari, rappresentando l’8% circa dell’intero mercato delle cripto-attività”.

In particolare, sono due stablecoin denominate in dollari USA a dominare il mercato: “ Tether (USDT) e USD Coin (USDC), che rappresentano rispettivamente 184 miliardi di dollari (63%) e 75 miliardi di dollari (26%) della capitalizzazione del mercato delle stablecoin”.

Una corsa agli sportelli potrebbe essere attivata tuttavia non ’solo’ dalle famiglie, che potrebbero decidere volontariamente di scegliere le stablecoin al posto dei tradizionali depositi delle banche, ma anche dagli emittenti di queste stesse valute digitali, nel caso in cui finissero per essere bombardati da improvvise richieste di riscatto da parte degli investitori.

Ma il worst case scenario della BCE è per il mercato dei Treasury USA

Nel worst case scenario una scossa nel mercato delle stablecoin metterebbe a rischio, secondo la BCE, soprattutto i Treasury, ergo i Titoli di Stato USA.

Per capire l’allarme lanciato dalla BCE bisogna ricordare come funzionano le stablecoin.

Una spiegazione di questo universo di monete digitali in continua espansione è stata data da Money.it nell’articolo “ Stablecoin, cosa sono, quali sono e come funzionano? ”.

L’articolo-guida ricorda che “le stablecoin sono una categoria di criptovalute il cui valore è ancorato a un altro asset ’stabile’, aggettivo che qualifica queste specifiche monete digitali” e che segnala che “la maggior parte delle stablecoin è ancorata al dollaro statunitense, in quanto valuta di riserva mondiale”.

In generale, le stablecoin sono ancorate o anche pegged a valute fiat proprio per “ respingere i rischi della volatilità ”.

Un esempio illustre è quello delle stablecoin come USDT (Tether) e USDC (Circle), token digitali ancorati al dollaro USA, tali da garantire che una moneta corrisponda a 1 USD. Affinché tale ancoraggio o anche peg venga garantito, l’emittente degli stablecoin deve detenere tuttavia asset in qualità di riserva, dunque riserve costituite da asset tradizionali, che includono tra gli altri conti di deposito o Titoli di Stato a breve termine.

Proprio questo procedimento, concepito per garantire che le stablecoin siano valute digitali più stabili rispetto ad altre presenti nel mondo crypto, è motivo di ansia per la BCE, in quanto una eventuale corsa a riscattare le stablecoin potrebbe tradursi, come ha avvertito Francoforte, in una svendita degli asset a cui le monete digitali sono state ancorate.

Il timore esplicitato dalla BCE è che a tremare possa essere soprattutto il mercato dei Treasury USA, visti gli acquisti significativi di Titoli di Stato americani di breve termine che sono stati effettuati soprattutto dall’emittente Tether, come emerge dalla tabella pubblicata nell’analisi, ma anche da Circle.

Grande la quantità di Treasury USA a breve termine detenuta dai principali emittenti di stablecoin Grande la quantità di Treasury USA a breve termine detenuta dai principali emittenti di stablecoin Occhio agli acquisti netti di Titoli di Stato USA a breve termine che sono stati effettuati dal gennaio del 2024 dall'emittente di stablecoin Tether (Fonte calcoli BCE, LSEG Lipper, dipartimento del Tesoro USA, documenti Tether e Circle).

Pericoli anche per l’Europa

Il terremoto potrebbe però scuotere per la BCE non ’solo’ il mercato dei Titoli di Stato americani.

La Banca centrale europea ha avvertito infatti che le corse ai riscatti “potrebbero avere un impatto anche sull’Eurozona se una entità UE e una entità di un Paese terzo emettessero congiuntamente una stablecoin fungibile”.

Questo, in quanto “la regolamentazione dell’Unione europea è più severa”, fattore che rende più probabili i casi in cui gli investitori decidano di ricorrere ai riscatti.

Il boom di richieste di rimborso, tuttavia, “ potrebbe lasciare gli emittenti UE con una disponibilità di asset di riserva insufficienti, secondo la vigilanza delle autorità europee, per soddisfare le richieste di rimborso congiunte presentate sia dai detentori di token UE che non UE ”.

Di conseguenza, tale fenomeno di per sé finirebbe per “amplificare i rischi di una corsa agli sportelli in Unione europea”, in quanto gli emittenti UE potrebbero a quel punto decidere di attingere alle riserve costituite sotto forma di depositi bancari, di nuovo a danno delle banche europee.

In definitiva, in caso di un picco di richieste di rimborso da parte degli investitori in stablecoin, gli emittenti potrebbero trovarsi costretti ad attingere ai loro asset di riserva, inclusi i depositi delle banche. Questo potrebbe ridurre la liquidità disponibile per le banche e innescare un fenomeno simile a una corsa agli sportelli, mettendo a rischio la stabilità del sistema bancario.

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