Attenzione alla prossima mossa Bce (non riguarda i tassi)

Violetta Silvestri

28/11/2023

28/11/2023 - 11:22

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La riunione di dicembre della Bce sarà rilevante non solo per la politica dei tassi: i riflettori si sono già accesi sulla riduzione di bilancio, ovvero sulla fine degli acquisti di obbligazioni.

Attenzione alla prossima mossa Bce (non riguarda i tassi)

L’attesa di mercati e investitori è tutta per la prossima decisione Bce sui tassi di interesse: un aumento è ancora possibile o si opterà per una ulteriore pausa a dicembre?

Le scommesse svelano che il livello massimo del costo del denaro è stato in realtà raggiunto e, visto le previsioni di debolezza economica in Eurozona, un’altra mossa aggressiva viene valutata azzardata.

Intanto, però, arrivano segnali su un altro tema rilevante, quello della riduzione del bilancio Bce. Nello specifico, la riunione di dicembre potrebbe essere decisiva per capire come procedere con il riacquisto delle obbligazioni degli Stati a moneta unica.

In sostanza, l’attenzione è massima nei confronti del cosiddetto Quantitative Tightening, la strategia della banca centrale per limitare la liquidità attraverso la fine del programma di acquisto straordinario del debito. In questo modo, i Paesi che hanno bisogno di fare cassa attraverso l’offerta di debito, come l’Italia, sono costrette a trovare acquirenti diversi dalla Bce. Con il rischio di uno sconvolgimento del mercato obbligazionario.

La Bce sta per ridurre il bilancio? Perché questa mossa è rischiosa

I funzionari della Bce potrebbero presto rivedere il loro portafoglio di obbligazioni acquistate in modo straordinario con il programma creato durante la pandemia e da 1.700 miliardi di euro. Nello specifico, potrebbe essere rivisto l’arco temporale nel quale continuare a sostituire i titoli in scadenza.

Christine Lagarde, parlando ai legislatori del Parlamanto europeo, ha dichiarato:

“Abbiamo indicato che continueremo a reinvestire [i bond in scadenza] almeno fino al 2024. Si tratta di una questione che probabilmente verrà discussa e presa in considerazione all’interno del Consiglio direttivo in un futuro non troppo lontano, e possibilmente riesamineremo questa proposta.”

Secondo le linee guida attuali, i reinvestimenti - ovvero i riacquisti di obbligazioni che sono scadute - dovrebbero continuare fino alla fine del prossimo anno. Fondamentalmente, possono essere implementati in modo flessibile per contrastare qualsiasi frammentazione del mercato obbligazionario dell’area euro.

Molti dei membri più aggressivi della Bce hanno chiesto la fine di questi reinvestimenti, affermando che essi rappresentano uno stimolo monetario, non coerente con gli sforzi per domare l’inflazione aumentando i tassi. Sottolineano inoltre che la crisi pandemica che inizialmente giustificava gli acquisti è chiaramente terminata. 

Lo scorso anno la Bce ha interrotto gran parte dei suoi acquisti di obbligazioni. Tuttavia, sta ancora reinvestendo i proventi dei titoli in scadenza nel portafoglio da 1,7 trilioni di euro e ha stabilito di continuare a farlo almeno fino alla fine del prossimo anno.

Lo strumento è considerato ancora valido e utile dai membri più accomodanti, che temono turbolenze nel caso si fermasse del tutto l’acquisto di obbligazioni da parte della Bce. Il contesto, infatti, non è roseo egli investitori sono sempre più nervosi per la crescita stagnante e gli elevati livelli di debito in molti Paesi europei, come l’ Italia.

Proprio la nostra nazione, per esempio, rimane osservata speciale per il suo livello di indebitamento. La sfida è continuare a finanziarsi tramite l’offerta di obbligazioni in un mercato che vedrà sempre meno la partecipazione - e gli acquisti sicuri - della Bce.

La riunione di dicembre della banca centrale sarà cruciale anche per questo tema. Un annuncio della riduzione dei reinvestimenti del programma PEPP o addirittura una drastica fine degli acquisti di obbligazioni da parte dell’Eurotower, potrebbero causare un piccolo terremoto.

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