La casa farmaceutica anglo-svedese ha siglato un accordo con la startup biotech Algen Biotechnologies per lo sviluppo di farmaci con l’intelligenza artificiale.
La casa farmaceutica AstraZeneca ha siglato un accordo dal valore di 555 milioni di dollari con Algen Biotechnologies, una startup biotech con sede a San Francisco specializzata nell’applicazione dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo di nuovi farmaci.
L’intesa tra le due parti rientra nella strategia della multinazionale anglo-svedese di rafforzare le proprie competenze nell’area della terapia genica, un trattamento che mira a curare le malattie intervenendo direttamente sul patrimonio genetico delle cellule, e “AI-driven drug discovery”, un approccio che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning per accelerare e migliorare il processo di ricerca, sviluppo e progettazione di nuovi farmaci. Per fare ciò, AstraZeneca sta portando avanti una serie di alleanze con startup del settore tecnologico.
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L’accordo tra Astrazeneca e Algen Biotechnologies
L’accordo concede ad AstraZeneca i diritti esclusivi per sviluppare e commercializzare terapie basate sulla tecnologia di editing genico Crispr sviluppata da Algen.
In base ai termini dell’intesa, Algen potrà ricevere fino a 555 milioni di dollari in pagamenti legati al raggiungimento di obiettivi regolatori e commerciali. AstraZeneca non acquisirà una partecipazione azionaria nella società.
Finora, Algen ha raccolto circa 11 milioni di dollari in capitale privato e ha ricevuto una sovvenzione di 350.000 dollari dal National Institutes of Health (NIH) nel 2021 per progetti sullo sviluppo di cure oncologiche. La startup di San Francisco lavorerà con AstraZeneca per produrre nuove terapie per le malattie del sistema immunitario.
Secondo Chun-Hao Huang, cofondatore e CEO di Algen, la peculiarità della piattaforma AI dell’azienda - denominata AlgenBrain - consiste nell’unione di machine learning e Crispr per generare soluzioni terapeutiche innovative: “Non ci limitiamo ad analizzare dati con l’intelligenza artificiale, AI e Crispr vengono accoppiate per progettare esperimenti e terapie più mirate”.
L’utilizzo dell’AI per la ricerca farmaceutica
Negli ultimi anni, le grandi case farmaceutiche hanno iniziato a collaborare con aziende di intelligenza artificiale con la volontà di ridurre i costi e le tempistiche dello sviluppo di nuovi farmaci. Nel 2023, anche la multinazionale svizzera Roche ha stretto un accordo con NVIDIA con lo stesso obiettivo. Finora, però, non è stato ancora approvato alcun farmaco sviluppato con l’AI, e solo in pochi sono arrivati alla fase di studio clinico avanzato.
Nonostante ciò, gli investimenti nel settore continuano a crescere in modo esponenziale, alimentando quello che diversi analisti definiscono una “bolla dell’intelligenza artificiale”. Secondo Alex Zhavoronkov, CEO della società di drug discovery Insilico, circa il 90% dei nuovi farmaci fallisce negli studi clinici a causa degli errori commessi dall’AI.
Jim Weatherall, Chief Data Scientist di AstraZeneca, ha affermato:.
Siamo sicuramente in una fase di forte entusiasmo. Il nostro obiettivo è introdurre l’AI con cautela come strumento di supporto agli scienziati, non come sostituto. Non è un proiettile magico, ma il suo potenziale è enorme.
Già nel 2019, il colosso farmaceutico aveva stretto una partnership con BenevolentAI per lo sviluppo di trattamenti contro le malattie polmonari e renali. La collaborazione, tuttavia, ha risentito negativamente del crollo del titolo di Benevolent, sceso di oltre il 99% prima della cancellazione dalla Borsa nel marzo 2025.
La missione di AstraZeneca continua
Nonostante i risultati (per ora) scadenti, AstraZeneca continua a investire sul settore tecnologico. Nel marzo 2025, la multinazionale ha acquisito la belga EsoBiotec per un massimo di 1 miliardo di dollari, sempre con l’obiettivo di espandere le proprie capacità nel campo della terapia genica in vivo.
Il gruppo, infatti, punta a raggiungere 80 miliardi di dollari di ricavi entro il 2030. Secondo le loro proiezioni, questa crescita sarà sostenuta proprio dai settori di immunologia, biotecnologie e terapie avanzate.
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