Buone notizie per i dipendenti che si ammalano durante le ferie: possono essere posticipate. Ecco cosa prevede la legge.
Buone notizie per i dipendenti che si ammalano durante le ferie, comprensibilmente preoccupati di non godere del meritato riposo. La Commissione europea ha invitato la Francia a rispettare la normativa comunitaria sull’orario di lavoro, contestando in particolare l’impossibilità di posticipare le ferie per i dipendenti francesi che si ammalano in vacanza. In Francia questa casistica non viene regolamentata in modo specifico e il diritto del lavoro fa prevalere la prima causa di assenza sul lavoro. Il dipendente che si ammala prima delle ferie retribuite può quindi posticiparle e assentarsi per malattia, ma se è già assente non avrà diritto ad alcun recupero.
Si tratta quindi di una novità importante per i cittadini francesi, che possono auspicare in una revisione delle norme nazionali più favorevoli alle proprie esigenze. Ciononostante, la questione sta creando scompiglio, e potrebbe volerci molto tempo prima di un adeguamento. La Francia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione Ue sulla procedura d’infrazione e soltanto dopo il problema potrà essere delegato alla Corte di giustizia Ue per una decisione vincolante. Nel frattempo, i dipendenti francesi devono continuare a sottostare alle regole locali, anche se la normativa comunitaria parla chiaro. A tal proposito, vediamo cosa dice la legge in Italia.
Cosa succede se ti ammali durante le ferie
Ammalarsi durante le ferie è sicuramente un evento sfortunato, oltre che fastidioso, che rischia di far saltare tutti i programmi fatti e comunque di non godere pienamente del riposo e dello svago. È quindi bene sapere che in Italia esiste la possibilità di interrompere le ferie e convertirle in periodo di malattia, ma soltanto a determinate condizioni. Secondo la giurisprudenza nazionale e dell’Unione europea (che in più di un’occasione si è pronunciata sul punto) deve in particolare trattarsi di una malattia tale da pregiudicare il godimento delle ferie.
Un leggero mal di schiena o un raffreddore, per esempio, danno diritto al dipendente di assentarsi per malattia per curarsi al meglio, ma non compromettono la finalità delle ferie. Il lavoratore può infatti ristorare le proprie energie psicofisiche e stare in compagnia, seppur con qualche fastidio. Al contrario, il lavoratore costretto a letto o a trattamenti dolorosi non può godere delle ferie, dovendosi qualificare l’assenza come malattia. Si tratta di semplici esempi, in quanto il criterio generale è la possibilità di recuperare le energie durante le ferie, un diritto garantito dalla Costituzione. È inoltre buona norma consultare il Ccnl di riferimento, che di solito prevede casi specifici per la sospensione delle ferie, validi purché non dipendano dalla durata della malattia.
Se ne ricorrono le condizioni il lavoratore deve quindi seguire l’ordinaria procedura per la malattia, inviando il certificato medico e indicando un domicilio per la reperibilità alle visite fiscali. Le ferie vengono quindi sospese e di norma recuperate al termine del periodo di malattia. Ciò però non è obbligatorio, in quanto il lavoratore non sceglie discrezionalmente il periodo di ferie e per il datore di lavoro potrebbero esservi esigenze aziendali differenti cui dare priorità, soltanto se motivate, indicando comunque un periodo alternativo per la fruizione. Si ricorda inoltre che la malattia può essere comunicata anche dal dipendente che si trova all’estero, affidandosi alle autorità competenti entro 3 giorni con il certificato medico.
Malattia prima o dopo le ferie
Il dipendente può sospendere le ferie se pregiudicano il recupero psicofisico, che non riguarda solo il riposo in senso stretto ma anche i rapporti familiari e sociali e lo svago. Altrimenti, continuano a decorrere secondo il periodo pattuito. Se invece il lavoratore si ammala prima non c’è dubbio sulla fruizione della malattia, sempre seguendo la procedura ordinaria, e sulla posticipazione delle ferie retribuite. Anche in questo caso il nuovo periodo deve essere concordato con l’azienda. Naturalmente ciò vale anche quando il dipendente si ammala al suo rientro, quindi ferie e malattia si possono attaccare se si rispettano le regole.
C’è però un’altra eventualità comune e opposta a quanto visto sinora: la necessità di interrompere la malattia e godere delle ferie. Ciò è di solito necessario a evitare il superamento del periodo di comporto quando è però necessario assentarsi per una temporanea inabilità lavorativa. Secondo la giurisprudenza in questo caso, cioè esclusivamente quando necessario a evitare il licenziamento, il datore di lavoro dovrebbe dare priorità alla richiesta del dipendente. L’azienda può negare le ferie nel periodo richiesto soltanto per esigenze reali e concrete, tali da superare la tutela del dipendente.
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