Si può spedire un assegno per posta? Ecco rischi e normative

Ilena D’Errico

4 Ottobre 2025 - 16:01

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla spedizione di un assegno per posta. Quali sono le regole, i limiti e cosa si rischia a seconda dei casi.

Si può spedire un assegno per posta? Ecco rischi e normative

Oggi con gli strumenti di pagamento digitali è possibile scambiarsi denaro a distanza, in ogni momento, in maniera semplice e veloce. Grazie alle app di home banking e alla nuova normativa sui bonifici basta qualche secondo per trasferire la quantità di soldi desiderata al destinatario, per non parlare delle varie applicazioni nate proprio con questo scopo. Eppure, ci sono ancora molti cittadini che utilizzano mezzi più tradizionali, come gli assegni. Tantissime persone hanno necessità di spedirli per farli arrivare ad amici o parenti, ma si scontrano con inevitabili dubbi circa la legalità e la sicurezza di questa pratica. Vediamo quindi quando è possibile spedire un assegno per posta e a cosa bisogna fare attenzione.

Si può spedire un assegno per posta

Chi vuole spedire un assegno per per posta prima ancora che interrogarsi sui possibili rischi di sicurezza, per esempio nell’ipotesi di smarrimento o consegna errata e incasso indebito, deve assicurarsi che sia ammesso. Per quanto riguarda Poste Italiane, è vietato spedire un assegno con le modalità di posta ordinaria. Lettere e pacchi comuni non devono contenere assegni, contanti o valori in generale, come chiarito dal regolamento che ogni utente accetta nei termini contrattuali per la conferma della spedizione. Chiaramente, gli addetti alle spedizioni non controllano il contenuto, pertanto praticamente potrebbe risultare possibile la spedizione. Qualsiasi inconveniente, tuttavia, è di responsabilità del mittente.

Anche in caso di smarrimento, furto o danneggiamento, il servizio postale non risponde del contenuto. Il mittente dovrà inoltre rispondere al destinatario proprio come se non avesse inviato l’assegno. Per spedire legittimamente un assegno con Poste Italiane bisogna invece affidarsi alla posta assicurata, con copertura del valore dichiarato fino a un massimo di 3.000 euro. Se ci si affida ad altri servizi postali sarà invece necessario consultare il regolamento di riferimento, soprattutto in merito alla copertura assicurativa.

Cosa si rischia a seconda dell’assegno

Il rischio più evidente è quello che si verifica quando l’assegno è di tipo trasferibile, ciò significa che può incassarlo potenzialmente chiunque perché non ha un’intestazione specifica ma spetta automaticamente al portatore. Questo tipo di assegno, dunque, equivale nella pratica al contante ed è perciò può essere facilmente rubato.

Spedire un assegno trasferibile per posta è dunque tanto più rischioso quanto l’importo è alto. Anche considerando che gli assegni trasferibili sono soggetti allo stesso al limite di 1.000 euro, infatti, si tratta comunque di una cifra di tutto rispetto. Chi decide di emettere un assegno ha però diverse strategie a disposizione per evitare che se ne appropri il soggetto sbagliato, anche perché questo può provocare svariati disguidi anche in merito al mancato pagamento della persona a cui l’assegno era destinato.

Il metodo più semplice e immediato per inviare un assegno per posta in tutta sicurezza è di emettere un assegno non trasferibile. Questo tipo di assegno necessita che venga indicato il nominativo del destinatario, il quale è l’unica persona autorizzata a riscuoterlo.

Utilizzando un assegno non trasferibile si azzerano perciò la maggior parte dei rischi connessi all’invio postale:

  • Se l’assegno viene ricevuto per sbaglio da qualcun altro non può essere incassato.
  • L’assegno perduto non è nel concreto valido.

L’unica problematica che rimane in questo caso è connessa all’inevitabile ritardo nel pagamento del destinatario originale, anche se è il servizio postale a risponderne. Più che altro l’assegno non potrà essere incassato e non vi sarà alcuna perdita di denaro. La corte di Cassazione ha anche sancito l’assenza di responsabilità dell’istituto di credito che cambia un assegno trasferibile.

Quando l’assegno trasferibile viene incassato dalla persona sbagliata, non è perciò possibile richiedere un risarcimento da parte della banca ma sarà necessario agire contro il soggetto. Quest’ultimo per cambiare l’assegno avrà dovuto necessariamente mostrare un documento di riconoscimento valido tramite il quale può essere rintracciato. Di conseguenza sarà possibile avviare una causa per ottenere la restituzione dell’importo, anche se si tratta di un procedimento piuttosto lungo e laborioso.

Si tratta comunque di un’alternativa possibile, in quanto la lettera inviata per posta ha un’intestazione inequivocabile che non può essere fraintesa. Chi riceve per sbaglio la corrispondenza altrui non è obbligato a restituirla bensì non è nemmeno autorizzato ad appropriarsi del contenuto.

Esistono comunque delle precauzioni da adottare per evitare d’innescare questo meccanismo, cioè:

  • Allertare l’istituto di credito.
  • Sporgere denuncia presso le Forze dell’ordine.
  • Richiedere al tribunale di competenza l’ammortamento, che rende l’assegno inutilizzabile.

Cosa fare se l’assegno è stato ricevuto dalla persona sbagliata

Nel caso di assegno non trasferibile è possibile ottenere il duplicato in tempi molto brevi, senza attendere la procedura di ammortamento che è invece indispensabile nel caso di assegno al portatore. Il tribunale di competenza deve essere individuato nel territorio di residenza oppure in cui l’assegno può essere incassato, che varia se si tratta di:

  • Assegno emesso su piazza: cioè nello stesso Comune in cui si trova la banca (con scadenza di 8 giorni dalla data di emissione.
  • Assegno fuori piazza, quindi emesso in un differente comune, con scadenza di 15 giorni.
  • Emissione in un paese dell’Unione europea, con scadenza di 20 giorni.
  • Emissioni al di fuori dell’Unione europea, con scadenza di 60 giorni.

La scadenza, peraltro, è un fattore decisivo perché una volta superata l’assegno può essere bloccato, così che nessuno possa riscuoterlo e si renda inutilizzabile. Un’alternativa ancora più semplice nel caso in cui si voglia comunque inviare un assegno trasferibile è quella di utilizzare la raccomandata con ricevuta di ritorno. In questo caso, infatti, la consegna a una persona estranea si considera nulla ed è molto più semplice rintracciare l’assegno.

In tal proposito, è bene sapere che secondo le sentenze della corte di Cassazione, chi decide d’inviare un assegno per posta ordinaria viola le comuni regole di prudenza e pertanto è corresponsabile degli eventuali danni. Per evitare problemi, se proprio si vuole spedire l’assegno per posta, è quindi meglio un titolo non trasferibile adeguatamente assicurato e preferibilmente ben protetto nella spedizione affinché non si sospetti il contenuto. L’assegno circolare è più sicuro per chi lo riceve, ma non comporta differenze nella spedizione di cui tenere conto.

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