Se l’altro genitore non paga il mantenimento puoi ottenerlo direttamente con la busta paga. Ecco come fare.
Tutti i genitori hanno il dovere di mantenere i figli al meglio delle proprie possibilità.
Quando non possono provvedervi direttamente perché i figli vivono stabilmente presso l’altro genitore a seguito della separazione devono quindi pagare l’assegno di mantenimento nella misura concordata o stabilita dal giudice, un obbligo da cui non è possibile esentarsi.
Così, se il genitore obbligato non paga il mantenimento il collocatario (o i figli stessi se sono maggiorenni e hanno ancora diritto all’assegno) possono agire legalmente per pretendere l’adempimento.
Il modo più efficace per farlo è ottenere il mantenimento direttamente dalla busta paga dell’altro genitore, chiedendo il pagamento al datore di lavoro.
Per farlo non è neanche necessario, non sempre almeno, utilizzare la procedura ordinaria per recuperare i crediti. Grazie alla riforma Cartabia, infatti, è possibile avere il pagamento del mantenimento in maniera più semplice e veloce. Vediamo come.
Assegno di mantenimento dal datore di lavoro
Quando un debitore non adempie al proprio dovere di pagamento il creditore può agire forzatamente per recuperare le somme che gli spettano. Il pignoramento serve proprio a questo scopo, consentendo di incentivare il debitore pagamento o altrimenti di riscuotere il credito (anche parzialmente) attraverso la vendita giudiziaria, a meno che si riesca a pignorare direttamente la somma di denaro.
Quando il debitore percepisce uno stipendio (o anche una pensione) tutto è più facile, poiché il pignoramento può essere eseguito presso terzi.
Ciò significa che i soldi vengono trattenuti dal creditore senza che passino dal debitore stesso, quindi direttamente presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico, nei limiti previsti dalla legge e del debito stesso. Lo stesso meccanismo si applica anche in caso di assegno di mantenimento non pagato, un vero e proprio debito ai fini della legge. Nel caso dell’assegno di mantenimento, tuttavia, il genitore creditore è maggiormente tutelato, visto che si tratta di una misura indispensabile per tutelare i figli. La riforma Cartabia, inoltre, permette ora di ottenere il pagamento diretto dal datore di lavoro senza nemmeno un nuovo intervento giudiziale.
Il genitore collocatario non deve quindi chiedere il pignoramento, ma può semplicemente pretendere dal datore di lavoro del debitore alcune somme. Quando è possibile chiedere il pagamento diretto dalla busta paga è consigliabile agire in questo senso, risparmiando tempo e soldi, anche se in alcuni casi il pignoramento classico si rivela necessario.
Come ottenere il mantenimento dalla busta paga
Se il genitore non collocatario non paga il mantenimento è possibile chiederlo al suo datore di lavoro, non prima che siano passati almeno 30 giorni di ritardo e di aver messo in mora il debitore. A tal proposito, è sufficiente inviare una comunicazione sull’inadempimento con una Pec o raccomandata a/r in cui si pretende il pagamento entro la scadenza indicata (in genere 10 giorni). Questo documento, insieme al titolo esecutivo che quantifica il mantenimento (la sentenza o il decreto di omologa del giudice ma anche un accordo di negoziazione assistita) serve a richiedere il pagamento al datore di lavoro.
Si può quindi notificare la richiesta al datore di lavoro del genitore debitore allegando i documenti detti e indicando gli estremi di pagamento. Quando ciò non è possibile, magari perché ci sono contestazioni sull’ammontare delle somme, l’ordine di pagamento diretto può essere ottenuto con un ricorso in tribunale. Il passaggio giudiziale resta la soluzione da percorrere anche per ottenere un pignoramento (verso terzi o meno), indispensabile quando il debitore non ha uno stipendio oppure è necessario dirigere il recupero degli arretrati.
Per ricorrere in tribunale è necessaria, ovviamente, l’assistenza di un avvocato, che rimane invece facoltativa per la procedura stragiudiziale. Quest’ultima serve proprio a garantire il mantenimento ai figli (ed eventualmente all’ex coniuge) nella maniera più efficiente possibile, sottraendolo all’occorrenza direttamente dalla busta paga del genitore. A tal proposito, è bene anche sapere che la legge non prevede limiti in tal senso: non c’è una somma di debito minima per procedere, né una somma massima ottenibile dal datore.
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