Assegno di inclusione, stato domanda “terminata”. Cosa significa e che fare adesso

Simone Micocci

26 Giugno 2025 - 11:54

Assegno di inclusione, stato della domanda aggiornato con sorpresa: compare la voce «terminata». Ecco cosa succede adesso.

Assegno di inclusione, stato domanda “terminata”. Cosa significa e che fare adesso

Spiacevole sorpresa nello stato della domanda dell’Assegno di inclusione (Adi) consultabile nell’area personale MyInps oppure nell’applicazione per tablet e smartphone. Chi in queste ore è andato a controllare per accertare come è andata la lavorazione della domanda, passaggio essenziale per ricevere il pagamento mensile in arrivo il 27 giugno, potrebbe aver trovato la dicitura “terminata”.

Una parola che non lascia spazio a molte interpretazioni: il periodo di percezione dell’Assegno di inclusione, infatti, è terminato.

Niente di inaspettato per chi è informato su come funziona l’Assegno di inclusione: come più volte spiegato, infatti, la durata della misura è limitata nel tempo. Sopra un certo termine, che nel primo periodo di percezione è di 18 mensilità, l’Assegno di inclusione decade anche laddove se ne soddisfino ancora i requisiti.

È quanto successo a giugno a molte delle famiglie che percepiscono l’Adi, per le quali questo è l’ultimo mese in cui arrivano i soldi prima dello stop imposto dalla normativa.

Assegno di inclusione, perché c’è scritto “terminata” nello stato della domanda?

Se in queste ore siete andati a controllare lo stato della domanda dell’Assegno di inclusione, in vista della ricarica di giugno attesa per domani, potreste esservi imbattuti nella dicitura “terminata”.

Questa sta a indicare che il nucleo familiare ha raggiunto le 18 mensilità, durata massima indicata dal decreto n. 48 del 2023 nel quale viene disciplinato il funzionamento della misura che a partire da gennaio scorso ha sostituito il Reddito di cittadinanza.

In effetti, per chi lo prende da gennaio 2024 i 18 mesi coincidono proprio con giugno 2025. Il prossimo, quindi, è l’ultimo pagamento per loro, mentre a luglio lo sarà per chi beneficia dell’Adi da febbraio 2024. E così via.

Come si calcolano i 18 mesi?

Ma come si calcolano le 18 mensilità? Una domanda che molte famiglie si stanno ponendo visto che non ritengono di aver raggiunto il termine richiesto.

A tal proposito, va detto che nel calcolo si tiene conto di tutte le mensilità percepite da ogni singolo componente, anche se con delle domande differenti.

Consideriamo, ad esempio, un nucleo composto da Tizio e Caio che a gennaio 2024 ha iniziato a godere di questa misura. Successivamente, nel mese di giugno 2024, Tizio si trasferisce e va a vivere da solo, facendo così una nuova domanda di Adi. Lo stesso fa Caio, visto che in caso di variazione del nucleo familiare va di nuovo ripresentata la richiesta per il contributo.

A entrambi viene accettata la domanda ma attenzione: la durata massima in questo caso non sarà più di 18 mesi, in quanto vanno sottratte le 5 mensilità già percepite. Sono 13 mesi: quindi anche in quel caso giugno 2025 sarà la data dell’ultimo pagamento.

Cosa fare se la domanda di Assegno unico è terminata

Se quindi la tua domanda è terminata è perché l’Inps ha considerato che hai già beneficiato, con quella in arrivo a giugno, di 18 mensilità.

A questo punto non ti restano che due opzioni:

  • se non sei d’accordo con il calcolo effettuato dall’Istituto puoi fare ricorso contro lo stop chiedendo delucidazioni attraverso il servizio “Inps risponde”;
  • altrimenti non ti resta che aspettare. Una volta terminato il primo periodo di percezione, infatti, puoi fare nuovamente domanda per il rinnovo dell’Assegno di inclusione, senza dover necessariamente aggiornare l’Isee visto che è valido per tutto il 2025. La richiesta, però, può essere presentata da luglio 2025, non prima.

Una volta che la domanda sarà accettata l’Assegno di inclusione torna a essere pagato. La prima mensilità arriverà ad agosto, mentre a luglio non ci sarà alcun pagamento. D’altronde è la normativa a prevedere che tra un periodo di percezione a un altro bisogna rispettare un mese di sospensione.

Ma attenzione, con l’inizio del secondo periodo di percezione cambiano anche le regole. La durata, infatti, non sarà più di 18 mensilità ma di 12. Già il prossimo anno, quindi, ci sarà un nuovo stop programmato.

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