Reddito di cittadinanza vs Assegno d’inclusione, il confronto: cosa cambia e chi perde più soldi

Simone Micocci

04/05/2023

04/05/2023 - 11:36

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Confronto tra Reddito di cittadinanza e nuovo Assegno d’inclusione: molte famiglie saranno svantaggiate dalle nuove regole di calcolo. Ecco le tabelle con tutti gli importi.

Reddito di cittadinanza vs Assegno d’inclusione, il confronto: cosa cambia e chi perde più soldi

Dal 1° gennaio 2024 al posto del Reddito di cittadinanza ci sarà l’Assegno d’inclusione. A tal proposito, tenendo conto di quanto scritto nell’ultima bozza del Decreto lavoro dell’1 maggio, con il quale vengono definiti i pilastri della riforma, possiamo fare un confronto tra Assegno d’inclusione e Reddito di cittadinanza così da fare chiarezza su quali sono le differenze tra le due misure, nonché su quali famiglie rischiano di essere svantaggiate dal passaggio alla nuova misura.

Come già abbiamo avuto modo di spiegare, le differenze tra Assegno d’inclusione e Reddito di cittadinanza riguardano perlopiù il calcolo del parametro di scala di equivalenza, ossia quel coefficiente che viene utilizzato per calcolare quale dovrebbe essere il reddito minimo garantito per il nucleo familiare. Ciò incide tanto sui requisiti quanto sugli importi: come vedremo di seguito, infatti, affinché la famiglia possa godere dell’Assegno d’inclusione è necessario che il reddito annuo percepito risulti inferiore al reddito minimo, lo stesso di quanto già previsto per il Reddito di cittadinanza. E sarà proprio la differenza tra il reddito minimo e quello percepito a rappresentare l’importo che verrà riconosciuto mensilmente.

Il cambio delle regole per il parametro di scala di equivalenza, quindi, avrà delle conseguenze: vediamo quali facendo chiarezza su quale sarà l’impatto per requisiti e importi, nonché su quali famiglie rischiano di perdere più soldi.

Parametro di scala di equivalenza, il confronto

Di seguito una tabella che mette a confronto le regole per il parametro di scala di equivalenza calcolato per il Reddito di cittadinanza rispetto al nuovo Assegno d’inclusione.

A tal proposito, ricordiamo che alla nuova misura potranno accedere solamente quei nuclei che al loro interno hanno almeno un componente minorenne, disabile (o percettore di assegno d’invalidità) oppure over 60. Per quanto riguarda il limite Isee è lo stesso di quanto già previsto per il Reddito di cittadinanza, in quanto pari a 9.360 euro, ma nonostante ciò molte famiglie rischiano comunque di essere tagliate fuori per mancanza dei requisiti economici, come vedremo meglio di seguito.

Componente Parametro di scala Reddito di cittadinanza Parametro di scala Assegno d’inclusione
Richiedente 1 1
Maggiorenne under 60 e non disabile 0,40 0
Maggiorenne over 60 0,40 0,40
Disabile 0,40 0,50
Minorenne di età inferiore ai 2 anni 0,20 0,15
Minorenne di età superiore ai 2 anni 0,20 0,10

Cambia anche il valore massimo:

  • per il Reddito di cittadinanza il parametro di scala di equivalenza non può superare un valore pari a 2,1, che sale a 2,2 in presenza di uno o più componenti con disabilità;
  • per l’Assegno d’inclusione, invece, il parametro di scala di equivalenza non può superare un valore di 2,2, che sale a 2,3 in presenza di uno o più componenti disabili.

Come notiamo dalla tabella, quindi, le regole per il calcolo del parametro di scala di equivalenza diventano più severe con il passaggio all’Assegno d’inclusione: vengono sfavorite, ad esempio, le famiglie con figli maggiorenni (che non vengono più considerati eccetto che se disabili), come pure quelle con figli piccoli visto che si passa da uno 0,20 a 0,10 (0,15 se con meno di 2 anni).

Come cambia il reddito minimo con il passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno d’inclusione

Vediamo come tali differenze si ripercuotono sul calcolo del reddito minimo, con differenze tanto per i requisiti che per l’importo. Nel dettaglio, la quota base di partenza è sempre 6.000 euro, come per il Rdc, da moltiplicare poi per il relativo scala di equivalenza.

A tal proposito, ecco un esempio di come cambia il reddito minimo per alcune famiglie tipo:

Componenti totali Minorenni Maggiorenni Parametro di scala Rdc Parametro di scala Assegno d’inclusione Reddito minimo Rdc Reddito minimo Assegno d’inclusione
2 0 2, non disabili e non over 60 1,4 1 8.400 euro 6.000 euro
2 0 2, di cui un over 60 1,4 1,4 8.400 euro 8.400 euro
2 1 figlio di età inferiore a 2 anni 1, non disabile e non over 60 1,2 1,15 7.200 euro 6.900 euro
2 1 figlio di età superiore a 2 anni 1, non disabile e non over 60 1,2 1,10 7.200 euro 6.600 euro
3 1 figlio di età superiore a 2 anni 2, non disabili e non over 60 1,6 1,10 9.600 euro 6.600 euro
4 2 figli di età superiore a 2 anni 2, non disabili e non over 60 1,8 1,20 10.800 euro 7.200 euro
4 1 figlio di età superiore a 2 anni 3, non disabili e non over 60 2,0 1,10 12.000 euro 6.600 euro
4 1 figlio di età superiore ai 2 anni 3, di cui un componente disabile 2,0 1,60 12.000 euro 9.600 euro
5 2 figli di età superiore ai 3 anni 3, non disabili e non over 60 2,1 1,20 12.600 euro 7.200 euro

Come possiamo notare, a essere penalizzate sono perlopiù le famiglie numerose con al loro interno componenti maggiorenni che non sono né disabili né hanno più di 60 anni, i quali non vengono più considerati nel parametro di scala di equivalenza (mentre con il Rdc veniva fissato un parametro pari a 0,4).

Ciò avrà conseguenze notevoli. Il reddito minimo, infatti, è quella soglia di reddito che il nucleo familiare non deve superare per avere accesso alla prestazione. Quindi, mentre fino a oggi una famiglia composta da due maggiorenni (non disabili e non over 60) e due minorenni (con più di 2 anni) deve stare entro una soglia reddituale di 10.800 euro per avere accesso al Reddito di cittadinanza, con il passaggio al nuovo Assegno d’inclusione il limite scenderà a 7.200 euro.

Ciò avrà impatto anche per l’importo della prestazione, così calcolato: dal reddito minimo viene sottratto il reddito familiare effettivamente percepito. Il risultato verrà poi suddiviso per dodici mensilità, così da arrivare all’importo mensile.

A tal proposito, nella tabella seguente abbiamo indicato l’importo massimo dell’Assegno d’inclusione (a cui si avrà diritto in caso di reddito pari a zero), e lo abbiamo messo a confronto con quello del Reddito di cittadinanza.

Componenti totali Minorenni Maggiorenni Importo massimo Rdc Importo massimo Assegno d’inclusione
2 0 2, non disabili e non over 60 700 euro 500 euro
2 0 2, di cui un over 60 700 euro 700 euro
2 1 figlio di età inferiore a 2 anni 1, non disabile e non over 60 600 euro 575 euro
2 1 figlio di età superiore a 2 anni 1, non disabile e non over 60 600 euro 550 euro
3 1 figlio di età superiore a 2 anni 2, non disabili e non over 60 800 euro 550 euro
4 2 figli di età superiore a 2 anni 2, non disabili e non over 60 900 euro 600 euro
4 1 figlio di età superiore a 2 anni 3, non disabili e non over 60 1.000 euro 550 euro
4 1 figlio di età superiore ai 2 anni 3, di cui un componente disabile 1.000 euro 800 euro
5 2 figli di età superiore ai 3 anni 3, non disabili e non over 60 1.050 euro 600 euro

Ai suddetti importi (che ricordiamo essere il massimo che si può percepire) va poi aggiunta la componente riconosciuta come rimborso per la quota di affitto, che così come per il Reddito di cittadinanza è di 280 euro al mese.

Per le famiglie con figli arriva l’assegno unico per intero

Dai suddetti calcoli ne risultano quindi sfavorite anche le famiglie con figli minorenni. Va detto, però, che - a differenza di quanto avviene oggi - queste potranno godere dell’Assegno unico per intero (qui gli importi aggiornati).

Non più, quindi, una sola integrazione - così calcolata - come nel caso del Reddito di cittadinanza, bensì l’importo pieno.

Ad esempio, prendiamo una famiglia composta da due maggiorenni e un minore con reddito pari a 0 che quindi percepisce un Reddito di cittadinanza per intero, pari a 800 euro. Questa ha diritto oggi a 89,20 euro di Assegno unico: con il passaggio all’Assegno d’inclusione, invece, la quota massima della prestazione scenderà a 550 euro, ma l’Assegno unico spetterà per intero per un valore quindi (al netto di altre maggiorazioni) di 189,20 euro.

Ne risulterà comunque un importo complessivamente più basso dalla somma delle due prestazioni: l’entrata mensile non sarà più di 889,20 euro, bensì di 739,20 euro.

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