Assegno di inclusione, non verrà pagato a migliaia di famiglie. Ecco perché

Simone Micocci

27 Maggio 2024 - 12:40

Assegno di inclusione, rischio blocco per migliaia di famiglie. Ma c’è ancora tempo per recuperare.

Assegno di inclusione, non verrà pagato a migliaia di famiglie. Ecco perché

L’Assegno di inclusione rischia di non essere pagato a migliaia di famiglie. Un vero e proprio allarme che arriva a poche ore dall’arrivo della ricarica di maggio (il pagamento dovrebbe essere in programma tra oggi pomeriggio e domani, martedì 28 maggio, mattina) sulla quale tuttavia non dovrebbero esserci problemi.

A essere oggetto di attenzione, infatti, è il prossimo pagamento, quello in programma a giugno. A rischio sono quelle famiglie che hanno fatto per prime domanda del beneficio, ossia tra il 18 dicembre e la fine di gennaio, e non sono ancora state prese in carico dai servizi sociali del Comune di residenza.

Tra gli obblighi imposti dalla normativa (decreto n. 48 del 2023) vi è infatti il dover passare presso i servizi sociali per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo e la relativa firma del Patto di inclusione. Appuntamento che deve avvenire entro 120 giorni dalla firma del Patto di attivazione digitale, pena la sospensione dei pagamenti dell’Assegno di inclusione.

Una situazione che quando siamo arrivati ormai a fine maggio sembrerebbe interessare migliaia di famiglie.

Le scadenze

Dalla firma del Patto di attivazione digitale, quindi, bisogna contare 120 giorni: entro questo termine deve esserci stato obbligatoriamente il primo incontro presso i servizi sociali, anche in mancanza dell’appuntamento.

Tuttavia, la nota del ministero del Lavoro n. 6062 del 28 marzo 2024 ha previsto una deroga rispetto a quanto previsto dalla normativa. Visti i ritardi accumulati nella prima fase iniziale, infatti, viene stabilito che per tutte le domande inviate entro il 29 febbraio il termine dei 120 giorni viene calcolato a partire dall’invio del flusso delle domande Adi sulla piattaforma Gepi (anziché dalla sottoscrizione del Pad).

A tal proposito, per il primo flusso di domande trasmesse il termine dei 120 giorni va calcolato a partire dal 26 gennaio. Per i primi a farne domanda, quindi, il termine dei 120 giorni è scaduto il 25 maggio scorso, mentre per gli altri la scadenza avverrà nelle prossime settimane.

C’è ancora tempo per mettersi in regola (in quanto i pagamenti dovrebbero essere sospesi a partire da giugno), ma per chi non lo fa a breve il prossimo mese la carta non verrà ricaricata.

Secondo i dati svelati dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, durante il Festival dell’Economia di Trento, sono 672.926 nuclei familiari che a maggio risultano beneficiari della misura. Secondo indiscrezioni, però, poco più di 300 mila famiglie risultano prese in carico dai Comuni, per quanto va detto che molte di queste sono ancora nei termini per scongiurare la scadenza. Le famiglie a rischio sospensione, quindi, sono molte meno ma comunque nell’ordine delle migliaia.

Cosa fare per evitare la sospensione

È importante specificare che la legge non ammette scuse: nel provvedimento che istituisce l’Assegno di inclusione, infatti, si legge che il passaggio presso i servizi sociali deve avvenire in ogni caso entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Pad (salvo la deroga suddetta), persino in mancanza dell’appuntamento.

Potrebbe succedere, infatti, che il Comune sia indietro nelle convocazioni o comunque che non abbia ricevuto i dati di un nucleo familiare. Oppure che non disponga dei contatti aggiornati, non potendo così comunicare la data dell’appuntamento.

Per questo motivo la responsabilità finale viene rimandata al nucleo familiare, al quale viene data indicazione di doversi recare presso gli uffici incaricati del Comune di residenza persino in assenza di convocazione.

Per questo motivo, se ritenete di essere prossimi alla scadenza dei 120 giorni consigliamo in prima istanza di chiamare il Comune e chiedere informazioni su qual è effettivamente il termine entro cui va completato tale passaggio. Dopodiché accertatevi che la convocazione avverrà entro la suddetta data; in caso contrario concordate un appuntamento nei giorni precedenti, così da scongiurare il rischio sospensione.

Ricordiamo comunque che il fatto che l’Assegno di inclusione sia sospeso è diverso dalla decadenza: in tal caso, infatti, i pagamenti verranno solo “congelati” nell’attesa che avvenga il suddetto appuntamento.

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