Assegno di inclusione, entro quando va speso e limite di importo sulla carta

Simone Micocci

14 Marzo 2024 - 17:59

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C’è una scadenza entro cui spendere l’Assegno di inclusione? Facciamo chiarezza a riguardo.

Assegno di inclusione, entro quando va speso e limite di importo sulla carta

Sull’Assegno di inclusione, la misura di sostegno al reddito introdotta a inizio anno in sostituzione al Reddito di cittadinanza, non ci sono più segreti dopo che nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto del ministero del Lavoro che fa chiarezza sull’utilizzo della Carta acquisti Adi.

Con la pubblicazione del decreto cade anche una delle credenze popolari sull’Assegno di inclusione: la presunta scadenza entro cui vanno spesi i soldi accreditati sulla carta.

Nel testo del provvedimento che rappresenta un vero e proprio vademecum sul corretto utilizzo della Carta di Inclusione, infatti, non viene fatta alcuna menzione alle tempistiche di spesa delle singole ricariche, differenziandosi così da quanto era previsto per il Reddito di cittadinanza.

Ed è proprio il funzionamento dell’ormai archiviato Reddito di cittadinanza ad aver tratto in inganno molte famiglie. Ricordiamo, infatti, che questo non poteva essere accumulato, in quanto le somme andavano spese obbligatoriamente entro la fine del mese successivo a quello in cui era stato effettuato l’accredito. In caso contrario, con la prima ricarica utile veniva operata una decurtazione del beneficio erogato, nei limiti del 20%. Inoltre, ogni 6 mesi veniva trattenuta dalla disponibilità della Carta Rdc l’ammontare complessivo non speso o non prelevato nel semestre, fatta eccezione di una mensilità di beneficio.

Dal momento che l’Assegno di inclusione richiama il Reddito di cittadinanza per molti aspetti, ad esempio per gli acquisti consentiti e per quelli vietati, ci sono famiglie che hanno pensato che le stesse scadenze si applicassero anche per il nuovo beneficio.

Tuttavia, come vedremo meglio di seguito, non è così.

L’Assegno di inclusione non scade, l’importo può essere accumulato

Nella normativa che regolamenta il funzionamento dell’Assegno di inclusione non ci sono specifiche rispetto a un’eventuale scadenza per la spesa del beneficio accreditato mensilmente (il 27 di ogni mese).

Non sappiamo se si è trattato di una dimenticanza o di una scelta voluta, fatto sta che - come confermato più volte dai canali Inps per la famiglia - per l’Assegno di inclusione non c’è un termine in cui bisogna spendere quanto accreditato. E allo stesso modo non esiste un limite di importo che non può essere superato.

Paradossalmente, quindi, il governo Meloni che tanto ha criticato il Reddito di cittadinanza, per questo aspetto (che comunque non è da sottovalutare) ha previsto trattamento di maggior favore per le famiglie, alle quali viene data la possibilità di “risparmiare” per poter mettere da parte più soldi che potrebbero servire in futuro.

Come spendere l’Assegno di inclusione

Prima di concludere ricordiamo come può essere speso l’importo mensilmente accreditato sull’Assegno di inclusione.

Per quanto riguarda gli acquisti con pagamento elettronico, viene seguito l’esempio del Reddito di cittadinanza fissando solamente un elenco di cosa è vietato comprare:

  • a) giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità;
  • b) acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo;
  • c) giochi pirotecnici;
  • d) prodotti alcolici.
  • e) acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali;
  • f) armi;
  • g) materiale pornografico e beni e servizi per adulti;
  • h) servizi finanziari e creditizi;
  • i) servizi di trasferimento di denaro;
  • j) servizi assicurativi;
  • k) articoli di gioielleria;
  • l) articoli di pellicceria;
  • m) acquisti presso gallerie d’arte e affini;
  • n) acquisti in club privati.

Tolti questi, tutti gli altri beni e servizi possono essere acquistati con l’Assegno di inclusione, fermo restando il divieto di comprare online e di utilizzare la carta all’estero.

Vi è poi la possibilità di prelevare in contanti, partendo da una base di 100 euro al mese da moltiplicare in base al parametro di scala di equivalenza assegnato alla famiglia. Ad esempio, per un nucleo familiare composto da due persone over 60, si possono prelevare 140 euro al mese.

La Carta Adi, inoltre, al pari di quella acquisti, può essere utilizzata per pagare le bollette di luce e gas (presso gli uffici postali). Si può effettuare un bonifico, sia in favore del locatore per chi vive in affitto che alla banca per il pagamento della rata del mutuo.

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