Bonus e tredicesima cancellati dopo un periodo di malattia: il caso di una lavoratrice in Carinzia.
Una lavoratrice del settore commerciale, con un’esperienza professionale di oltre 22 anni, si è vista sospendere senza preavviso i premi mensili e la tredicesima da parte del proprio datore di lavoro. La dipendente, residente in Carinzia, aveva ricevuto per lungo tempo una gratifica mensile. Tuttavia, in seguito a un incidente stradale nel quale ha riportato una lesione al piede, è stata costretta a entrare in congedo per malattia.
Come riportato dalla stampa austriaca, al momento della successiva busta paga, la lavoratrice ha notato l’assenza non solo del bonus mensile, ma anche della cosiddetta “Weihnachtsremuneration”, ovvero la tredicesima, che in Austria è prevista per legge. Interpellato, il datore di lavoro ha motivato il mancato pagamento come conseguenza dell’assenza per malattia, facendo intendere che si trattasse di una forma di reazione alla sua indisponibilità.
Di fronte alla situazione, la lavoratrice ha chiesto assistenza alla Arbeiterkammer Kärnten (Camera del Lavoro della Carinzia), che ha analizzato il caso e avviato un confronto con l’azienda.
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L’intervento della Camera del Lavoro e il rientro delle somme
A seguire la questione è stato Wolfram Wiegele, esperto di diritto del lavoro presso la sede di Villach della AK. Come ricostruito da Wiegele, i rapporti tra dipendente e datore di lavoro si erano già incrinati in precedenza, quando la donna aveva richiesto un giorno di ferie per svolgere l’esame per il patentino del motorino. La successiva assenza per malattia ha generato una decisione unilaterale da parte dell’azienda di interrompere le erogazioni aggiuntive, che fin lì erano state regolari.
Dopo l’analisi del caso, è emerso con chiarezza che la sospensione dei pagamenti non aveva alcun fondamento giuridico. In Austria, infatti, la normativa tutela esplicitamente i lavoratori in caso di malattia o infortunio, prevedendo la conservazione del diritto a tutte le componenti retributive ordinarie, comprese eventuali indennità fisse e la tredicesima.
A seguito di una comunicazione ufficiale inviata dalla AK, l’azienda ha riconosciuto l’errore e ha provveduto a corrispondere quanto spettava alla dipendente, per un importo complessivo lordo di circa 2.700 euro.
Il ruolo delle istituzioni nella tutela dei lavoratori
Sulla vicenda è intervenuto anche Günther Goach, presidente della Camera del Lavoro della Carinzia, che ha sottolineato come la malattia non possa in alcun modo costituire un motivo per sospendere il trattamento economico di un dipendente. Goach ha ribadito che chi si ammala ha diritto a prendersi il tempo necessario per guarire e rientrare in servizio in condizioni adeguate, senza il rischio di subire penalizzazioni economiche.
È inaccettabile punire i dipendenti per aver esercitato il loro diritto al congedo per malattia. Minacce o punizioni sono fuori luogo.
Il caso evidenzia quindi l’importanza del ruolo svolto dalle istituzioni preposte alla tutela del lavoro. Senza il supporto legale della AK, la dipendente avrebbe probabilmente subito una penalizzazione ingiustificata, nonostante la chiara assenza di una base normativa per il provvedimento aziendale.
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