I pro dell’obbligazione sono la breve durata, l’elevata liquidità e la duration al minimo e quindi a rischio mercato prossimo allo zero
La settimana di aste obbligazionarie in casa MEF ssi è aperta con il lancio del Buono Ordinario del Tesoro nuovo di zecca a durata annuale. Dovremo attendere la fine di novembre (mercoledì 26), invece, per quella più corta di cui conosceremo i relativi dettagli pochi giorni prima del lancio.
Intanto soffermiamoci su quello ormai emesso nella giornata di mercoledì 12. Bene, anticipiamo che il rendimento del BOT a 12 mesi di novembre non supera quello di questi 2 titoli di Stato in valuta estera e a quasi pari durata. Procediamo con ordine.
Il BOT a 12 mesi quale alternativa al conto corrente
L’ISIN di riconoscimento sul MOT è IT0005678492 e il BOT ha una durata di 12 mesi con data di emissione e regolamento al 14/11/’25 e scadenza al 13/11/’26, per una vita utile di 364 giorni.
L’ammontare offerto e sottoscritto è stato di 8,5 mld di € a fronte di un importo richiesto di 11.946 mln di €, per un rapporto di copertura dell’1,41. Il capitale raccolto coincide con quello in scadenza venerdì 14 per un normale avvicendamento di debito. In base ai dati MEF, alla data del 31 ottobre risultavano in circolazione 27.424,52 milioni di € di BOT a 6 mesi e 107.135,76 a 12 mesi.
Il taglio minimo di ingresso è stato come sempre di mille euro e relativi multipli, mentre le commissioni massime richieste dalla banca intermediaria non possono eccedere l’aliquota dello 0,15%. Quanto ha esitato? Al termine delel procedure d’asta il prezzo di aggiudicazione è risultato pari a 97,957 per un rendimento finale di aggiudicazione del 2,063%. Sia pure di poco, si tratta di ritorni in risalita dopo la discesa dei mesi scorsi fino alla fine dell’estate circa.
Quanto rende un BOT a 1 anno e quando sottoscriverlo?
Se l’intento del piccolo investitore è quello di far crescere il capitale nel tempo, allora occorre guardare altrove. Le considerazioni non mutano per chi cerca un flusso cedolare costante o la speculazione dei corsi sul medio termine. Il BOT non è adeguato per questi obiettivi mentre sembra un’ottima soluzione per chi cerca un parcheggio della liquidità nel breve termine quale alternativa al c/c o libretto.
L’affermazione la si comprende meglio analizzando i tagli medi dei contratti conclusi sul MOT, il mercato secondario delle obbligazioni. Qui spiccano gli scambi dalle grosse size fatte di decine di migliaia di euro o centinaia, e sono per lo più opera di investitori professionali. In tal caso non ricercano la cedola ma la garanzia sovrana sul capitale investito, teoricamente illimitata, su un prodotto di breve durata ed elevata liquidità. Inoltre si tratta di un titolo con di rischio di mercato quasi nullo data la duration modificata prossima allo zero e dal ritorno offerto ancora positivo.
Il rendimento di aggiudicazione dello zero coupon Nov26 lo sapremo mercoledì, a giochi fatti, ma grosso modo si aggirerà sul 2%. Se teniamo conto delle spese di gestione della liquidità sul c/c (al netto di quelli gratuiti), dell’imposta di bollo e l’inflazione media attesa, ecco svelata la funzione del BOT. Ossia lasciare più o meno invariato nel tempo, cioè da qui a 12 mesi, il potere d’acquisto del capitale ivi confluito.
I 2 titoli di Stato in sterline inglesi e dollari americani
Per coniugare anche il maggior ritorno a parità di tempo, tipologia di asset, di natura emittente e spese fiscali, bisogna guardare altrove e, parallelamente, alzare il livello del rischio. Consideriamo l’USA Tf 1,25% Nv26 USD e il GILT 1.5% 22lg26, con durate residue al massimo di 1 anno (30/11/’26) o anche meno nel caso del bond inglese.
L’obbligazione in dollari americani (ISIN: US91282CDK45) ha chiuso ieri a 97,59 per un rendimento effettivo a scadenza del 3,66% lordo (dati: Borsa Italiana). Il minimo ‘25 è stato a gennaio addirittura a 94,39 e a quei prezzi l’effettivo netto annuo si aggirava sul 3,9%. Nelle stesse settimane un titolo del Tesoro a 22 mesi di vita residua non arrivava neanche al 3% lordo. L’obbligazione Nv26 USD, infine, ha duration modificata pari a 1.
Il GILT con ISIN GB00BYZW3G56 prezza oggi sui 98,5 GBP per un effettivo a scadenza del 3,72%, mentre a gennaio il minimo è stato a 95,2 per uno yield in area 4%. Considerato che il bond si approssima ormai al rimborso (22/07/’26), risulta difficile pensare di caricarlo così a sconto come a inizio ’25.
Arriva il BOT del Tesoro a 12 mesi: renderà più di questi 2 titoli di Stato in valuta?
I maggiori ritorni effettivi a scadenza dei due bond sovrani in valuta soffrono entrambi del rischio di cambio, un pericolo tutt’altro che secondario. Il discorso vale di più per l’obbligazione in $ dato che il suo cambio con l’euro è risultato più volatile negli ultimi mesi rispetto a quanto non abbia fatto l’€/£. A scadenza, cioè a fine luglio o novembre ’26, le due monete potrebbero apprezzarsi sull’€ e donare un extra gain oltre a cedole e recupero dei corsi a 100. In caso contrario bisognerebbe spendere il guadagno certo di interessi e capital gain per ripianare la perdita valutaria.
Simili operazioni sono tuttavia terreno di caccia dei trader esperti in bond in valuta estera e stop. In un certo senso sfruttano la (molto) relativa prevedibilità dei cross valutari di breve termine per coniugare più elementi e massimizzare il ritorno.
In tutti gli altri casi, invece, meglio starne alla larga e vedere il BOT quale possibile alternativa alla liquidità infruttifera. Non si corrono inutili rischi e si protegge lo status quo (potere d’acquisto) in attesa, alternativamente, di spendere quel capitale o studiare le mosse vincenti sul come impiegarlo al meglio a lungo termine.
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