Ape Sociale confermata per altri 12 mesi (ma il requisito anagrafico viene aumentato). Ecco una guida aggiornata.
Con la circolare n. 35/2024 l’Inps ha confermato la possibilità di smettere di lavorare ricorrendo all’Ape sociale, l’anticipo pensionistico che la legge di Bilancio 2024 ha prorogato per un altro anno.
Tuttavia, l’Ape sociale quest’anno presenta una novità negativa: con la manovra è stato incrementato il requisito anagrafico per poter accedere a questa misura (per quanto comunque resti abbondantemente sotto i 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia).
È importante specificare che l’Ape sociale non è una misura di accesso alla pensione, bensì di accompagnamento: ciò significa che si smette di lavorare percependo un’indennità sostitutiva (per 12 mesi l’anno) nel tempo che manca al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione. A farsene carico è interamente lo Stato.
Con la proroga prevista dall’ultima manovra vengono confermate anche le novità che furono introdotte nel 2022, con la quale la platea dei potenziali beneficiari dell’Ape sociale è stata ampliata coinvolgendo un maggior numero di lavoratori addetti allo svolgimento di una professione gravosa.
Requisiti
Possono accedere all’Ape Sociale le persone che hanno compiuto almeno i 63 anni e 5 mesi di età (e non più 63 anni).
Allo stesso tempo bisogna soddisfare altri requisiti: ad esempio, bisogna far parte di una delle seguenti categorie:
- disoccupati che hanno cessato integralmente, al momento della domanda, di ricevere le prestazioni per gli ammortizzatori sociali;
- persone con invalidità civile pari o superiore al 74%;
- persone che assistono parenti di primo grado con disabilità grave, i cosiddetti caregiver;
- lavoratori occupati in attività gravose. Questi per beneficiare dell’anticipo pensionistico gratuito devono dimostrare di aver svolto un’attività gravosa per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 negli ultimi 10.
Su quest’ultimo punto è intervenuta la legge di Bilancio 2022, ampliando la platea dei lavoratori gravosi che possono accedere all’Ape sociale, includendo anche le nuove professioni individuate dall’apposita commissione presieduta dall’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Nel dettaglio, le professioni interessate, individuate sulla base della classificazione Istat, indicate nell’allegato A della manovra, sono le seguenti:
- 2.6.4 - Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate;
- 3.2.1 - Tecnici della salute;
- 4.3.1.2 - Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- 5.3.1.1 - Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- 5.4.3 - Operatori della cura estetica;
- 5.4.4 - Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;
- 6 - Artigiani, operai specializzati, agricoltori;
- 7.1.1 - Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- 7.1.2 - Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- 7.1.3 - Conduttori di forni e altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- 7.1.4 - Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- 7.1.5 - Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di
- prodotti derivati dalla chimica;
- 7.1.6 - Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- 7.1.8.1 - Conduttori di mulini e impastatrici;
- 7.1.8.2 - Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- 7.2 - Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- 7.3 - Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- 7.4 - Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- 8.1.3 - Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- 8.1.4 - Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- 8.1.5.2 - Portantini e professioni assimilate;
- 8.3 - Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- 8.4 - Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Contributi richiesti
Per accedere all’Ape sociale sono richiesti 30 anni di contributi. Per i soli gravosi, invece, ne servono 36 anni, con un’eccezione: con la manovra 2022 è stato riconosciuto ai lavoratori del settore edile uno “sconto” contributivo, permettendo loro di accedervi con “soli” 32 anni di contributi.
Restando in tema di “sconti” contributivi, alle lavoratrici madri viene tolto 1 anno di contributi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.
Quanto si prende di “pensione”
Come abbiamo già sottolineato, l’Ape sociale non è una vera e propria pensione in quanto consiste in un’indennità sostitutiva a carico dello Stato che decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio se sussistono i requisiti.
L’indennità viene corrisposta per 12 mensilità all’anno (non spetta quindi alcuna tredicesima) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata. L’assegno erogato con l’Ape sociale può avere diversi importi perché l’indennità può essere:
- pari al valore della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se inferiore a 1.500 euro;
- di 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore a questo importo.
Il suddetto importo non è soggetto a rivalutazione annuale, né può godere dell’integrazione riconosciuta a chi ha una pensione inferiore al minimo.
Qualora chi richiede l’accesso all’Ape sociale dovesse risultare iscritto a più gestioni previdenziali, allora il calcolo della rata mensile verrà effettuata pro quota per ciascuna gestione, tenendo conto dei rispettivi periodi d’iscrizione maturati e secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento.
Durante i periodi di Ape sociale non spetta la contribuzione figurativa.
Come e quando fare domanda
Coloro che entro il 31 dicembre 2024 si trovino - o comunque potrebbero venire a trovarsi - nelle condizioni suddette, devono - prima di presentare la domanda vera e propria per l’accesso all’Ape sociale - inoltrare attraverso i canali telematici messi a disposizione dell’Inps (dal sito dell’Istituto, chiamando il numero verde o rivolgendosi a un patronato) una richiesta di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio. Ci sono tre scadenze temporali per farlo:
- entro il 31 marzo 2024;
- entro il 15 luglio 2024;
- entro e non oltre il 30 novembre 2024.
Contestualmente, il soggetto che è già in possesso di tutti i requisiti previsti, compresa la cessazione dell’attività lavorativa, può anche presentare domanda di accesso all’Ape sociale (attraverso le suddette modalità).
Solitamente per l’istruttoria delle domande e per conoscerne l’esito ci vogliono circa 30 giorni.
Attenzione, a differenza di altre soluzioni per il pensionamento il diritto all’Ape sociale non è soggetto a cristallizzazione; la domanda di accesso, quindi, andrà necessariamente presentata entro l’anno in corso, salvo il caso in cui il governo dovesse procedere con una nuova proroga per il 2025.
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