Ape sociale 2023, la guida aggiornata: requisiti, calcolo e novità

Simone Micocci

12 Gennaio 2023 - 16:33

condividi

Ape sociale confermata per tutto il 2023, restano invariati requisiti e regole per il calcolo dell’indennità. Ecco chi potrà smettere di lavorare a 63 anni.

Ape sociale 2023, la guida aggiornata: requisiti, calcolo e novità

Anche nel 2023 si può guardare all’Ape sociale come valida alternativa per andare in pensione con largo anticipo, fino a quattro anni prima rispetto ai 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia.

La legge di Bilancio 2023, infatti, proroga - senza modifiche - le disposizioni contenute all’articolo 1, dal comma 179 a 186, della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016, con la quale è stato introdotto il cosiddetto anticipo pensionistico, Ape appunto, sociale.

Non una vera pensione, anche se nella forma ne è molto simile: con l’Ape sociale, infatti, si esce comunque dal mercato del lavoro - in quanto l’accesso al beneficio è subordinato alla cessazione di attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato svolta in Italia o all’estero - percependo negli anni che lo separano dal raggiungimento dei requisiti richiesti dal pensionamento anticipato o di vecchiaia un’indennità sostitutiva della pensione, il cui importo - come vedremo di seguito - dipende da una serie di fattori. Tale indennità viene erogata grazie a un prestito erogato da un istituto di credito, della cui restituzione se ne farà carico lo Stato.

Con la proroga prevista dall’ultima manovra, quindi, vengono confermate anche le novità che furono introdotte con la legge di Bilancio 2022, con la quale la platea dei potenziali beneficiari dell’Ape sociale è stata ampliata coinvolgendo un maggior numero di lavoratori addetti allo svolgimento di una professione gravosa.

Requisiti

Possono accedere all’Ape Sociale le persone che hanno compiuto almeno i 63 anni di età.

Allo stesso tempo, però, bisogna soddisfare altri requisiti: ad esempio, bisogna far parte di una delle seguenti categorie e soddisfare nel contempo un requisito di tipo contributivo che varia dai 30 ai 36 anni. Nel dettaglio, l’Ape sociale è riservata a:

  • disoccupati che hanno cessato integralmente, al momento della domanda, di ricevere le prestazioni per gli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi. Il requisito contributivo è di almeno 30 anni. Attenzione: dal 1° gennaio 2022 il requisito dei 3 mesi non viene più richiesto in quanto abolito dalla legge di Bilancio;
  • soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74% con almeno 30 anni di contributi;
  • persone che assistono parenti di primo grado con disabilità grave con almeno 30 anni di contributi i cosiddetti caregiver;
  • lavoratori occupati in attività gravose con almeno 36 anni di contributi. Questi per beneficiare dell’anticipo pensionistico gratuito devono dimostrare di aver svolto un’attività gravosa per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 negli ultimi 10.

Su quest’ultimo punto è intervenuta la legge di Bilancio 2022, ampliando la platea dei lavoratori gravosi che possono accedere all’Ape sociale, includendo anche le nuove professioni individuate dall’apposita commissione presieduta dall’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Nel dettaglio, le professioni interessate, individuate sulla base della classificazione Istat, indicate nell’allegato A della manovra, sono le seguenti:

  • 2.6.4 - Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate;
  • 3.2.1 - Tecnici della salute;
  • 4.3.1.2 - Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • 5.3.1.1 - Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • 5.4.3 - Operatori della cura estetica;
  • 5.4.4 - Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;
  • 6 - Artigiani, operai specializzati, agricoltori;
  • 7.1.1 - Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • 7.1.2 - Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • 7.1.3 - Conduttori di forni e altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • 7.1.4 - Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • 7.1.5 - Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di
  • prodotti derivati dalla chimica;
  • 7.1.6 - Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • 7.1.8.1 - Conduttori di mulini e impastatrici;
  • 7.1.8.2 - Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • 7.2 - Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • 7.3 - Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • 7.4 - Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • 8.1.3 - Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • 8.1.4 - Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • 8.1.5.2 - Portantini e professioni assimilate;
  • 8.3 - Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • 8.4 - Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Contributi richiesti

Come visto sopra, eccetto che per i lavoratori gravosi, per accedere all’Ape sociale sono richiesti 30 anni di contributi. Per i gravosi, invece, ne servono 36 anni, con un’eccezione: con la manovra 2022, infatti, è stato riconosciuto ai lavoratori del settore edile uno “sconto” contributivo, permettendo loro di accedervi con “soli” 32 anni di contributi.

Restando in tema di “sconti” contributivi, è bene soffermarci sulle lavoratrici madri. A queste, infatti, viene tolto 1 anno di contributi per ogni figlio, fino a un massimo di 2.

Quanto si prende di “pensione”

Come abbiamo già sottolineato, l’Ape sociale non è una vera e propria pensione in quanto consiste in un’indennità sostitutiva a carico dello Stato che decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio se sussistono i requisiti.

Ape sociale viene corrisposta per 12 mensilità all’anno (non spetta quindi alcuna tredicesima) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata. L’assegno erogato con l’Ape sociale può avere diversi importi perché l’indennità può essere:

  • pari al valore della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se inferiore a 1.500 euro;
  • di 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore a questo importo.

Il suddetto importo non è soggetto a rivalutazione annuale, né può godere dell’integrazione riconosciuta a chi ha una pensione inferiore al minimo.

Qualora chi richiede l’accesso all’Ape sociale dovesse risultare iscritto a più gestioni previdenziali, allora il calcolo della rata mensile verrà effettuata pro quota per ciascuna gestione, tenendo conto dei rispettivi periodi d’iscrizione maturati e secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento.

Durante Ape sociale non spetta la contribuzione figurativa.

Come e quando fare domanda

Coloro che entro il 31 dicembre 2023 si trovino - o comunque potrebbero venire a trovarsi - nelle condizioni suddette, devono - prima di presentare la domanda vera e propria per l’accesso all’Ape sociale - inoltrare attraverso i canali telematici messi a disposizione dell’INPS (dal sito dell’Istituto, chiamando il numero verde o rivolgendosi a un patronato) una domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio. Ci sono tre scadenze temporali per farlo:

  • entro il 31 marzo 2023;
  • entro il 15 luglio 2023;
  • entro e non oltre il 30 novembre 2023.

Contestualmente, il soggetto che è già in possesso di tutti i requisiti previsti, compresa la cessazione dell’attività lavorativa, può anche presentare domanda di accesso all’Ape sociale (attraverso le suddette modalità).

Solitamente per l’istruttoria delle domande e per conoscerne l’esito ci vogliono circa 30 giorni.

Attenzione, a differenza di altre soluzioni per il pensionamento il diritto all’Ape sociale non è soggetto a cristallizzazione; la domanda di accesso, quindi, andrà necessariamente presentata entro l’anno in corso, salvo il caso in cui il governo dovesse procedere con una nuova proroga per il 2024.

Commenta: