Amazon da incubo, l’annuncio dei licenziamenti è arrivato. 14.000 dipendenti a casa, c’entra l’AI

Laura Naka Antonelli

28/10/2025

Dramma Amazon, ecco quanti dipendenti saranno messi alla porta. L’ammissione del CEO Jassy sull’effetto dell’AI (intelligenza artiiciale).

Amazon da incubo, l’annuncio dei licenziamenti è arrivato. 14.000 dipendenti a casa, c’entra l’AI

L’annuncio dei licenziamenti di Amazon, il colosso USA dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos, illustre componente del club dei Magnifici 7 e Big Tech americana, è arrivato.

Il gigante americano ha reso noto oggi che manderà a casa 14.000 dipendenti circa attivi nella sua divisione corporate, ovvero 14.000 colletti bianchi.

Occhio intanto alle azioni Amazon, che non hanno certo brillato nel corso di questo anno 2025.

Guardando al periodo più recente, il titolo AMZ ha segnato un rialzo di poco superiore al 2% negli ultimi 5 giorni di trading a Wall Street, avanzando di poco più del 3% nell’ultimo mese di contrattazioni.

Negli ultimi tre mesi, le azioni Amazon sono scese dell’1,75%, mentre YTD, ovvero dall’inizio dell’anno, la performance è stata di un guadagno del 3,5% circa.

Nell’ultimo anno, il titolo ha fatto quasi +19%.

L’annuncio di Amazon, 14.000 licenziamenti per puntare sulle “nostre scommesse più grandi”

La notizia dei tagli, anticipata da alcune indiscrezioni che avevano parlato dell’intenzione di Amazon di avviare l’ondata di licenziamenti più grande della sua storia - previsti secondo i rumor fino a 30.000 tagli - è arrivata con la pubblicazione di un post sul blog del gruppo.

Il motivo dei tagli? L’AI, ovvero l’intelligenza artificiale, come emerso dalle indiscrezioni e come spiegato poi dalla stessa Big Tech.

Amazon intende infatti puntare sulle “nostre scommesse più grandi”, che includono per l’appunto l’intelligenza artificiale generativa.

Nel post pubblicato, che conferma il piano del colosso di rendere la propria struttura più snella e meno appesantita dalla burocrazia, Beth Galetti, vice presidente della divisione di tecnologia e esperienze personali di Amazon, ha così annunciato:

“Questa generazione di intelligenza artificiale è la tecnologia più trasformativa che abbiamo visto dai tempi di Internet, e sta permettendo alle aziende di innovare molto più rapidamente che in passato, sia nei segmenti di mercato esistenti che in quelli totalmente nuovi”.

Galetti ha continuato affermando che “siamo convinti che sia necessario organizzarci in modo più snello, con meno livelli gerarchici e una maggiore assunzione di responsabilità, al fine di muoverci il più rapidamente possibile, a beneficio dei nostri clienti e delle nostre attività”.

I rumor sui 30.000 tagli e sull’ondata di licenziamenti più imponente della storia di Amazon

Nelle ultime ore è stata l’agenzia di stampa Reuters a riportare in via esclusiva le indiscrezioni sull’arrivo dell’ondata di licenziamenti più grande della storia di Amazon, facendo riferimento a tagli che avrebbero messo alla porta 30.000 dipendenti circa, in linea con l’obiettivo dell’azienda di tagliare i costi e ovviare all’eccesso di assunzioni lanciati nel picco della pandemia Covid-19.

I tagli del personale di 30.000 unità avrebbero rappresentato una piccola percentuale della forza lavoro complessiva del gruppo, che conta ben 1,55 milioni di dipendenti, ma quasi il 10% dei dipendenti corporate.

A essere colpiti dall’ondata di licenziamenti, aveva anticipato Reuters, non sarebbero stati i dipendenti attivi nelle divisioni di logistica, nei punti vendita e nei magazzini, ma quelli che operano negli uffici centrali, ovvero nelle divisioni marketing e comunicazione, risorse umane, sviluppi software e IT, in generale nelle unità di strategia aziendale.

E, di fatto, la scure annunciata da Amazon si abbatterà sui cosiddetti colletti bianchi.

Amazon, licenziamenti monstre al personale. Non un caso isolato. Gli annunci di Microsoft, Meta, Google & Co.

I tagli sono i più aggressivi avviati da Amazon dal piano annunciato alla fine del 2022, quando la Big Tech americana iniziò a eliminare 27.000 posizioni circa.

Amazon, va segnalato, è la seconda azienda che impiega il numero di lavoratori più alto degli Stati Uniti e, alla fine del secondo trimestre di quest’anno, contava su più di 1,54 milioni di dipendenti.

Ma Amazon non è certo un caso isolato. Tutt’altro, se si considera che, dai dati a disposizione di Layoffs.fyi, emerge che sono più di 200 le società attive nel settore tecnologico ad avere licenziato 128.732 dipendenti circa dall’inizio del 2025.

Tra le aziende che hanno deciso di ridurre il personale, in evidenza altri grandi nomi del calibro di Microsoft che, dall’inizio dell’anno, ha avviato tagli al personale di circa 15.000 persone.

La scorsa settimana è stata Meta, Big Tech gestita dal CEO Mark Zuckerberg a cui fanno capo le APP Facebook, Instagram e Whatsapp, a eliminare 600 lavoratori nella sua divisione di intelligenza artificiale.

All’inizio di questo mese, anche Google ha tagliato, mandando via più di 100 dipendenti attivi nella divisione design della sua unità cloud, mentre il CEO di Salesforce, Marc Benioff, ha annunciato a settembre di aver sforbiciato la sua forza lavoro di 4.000 addetti all’assistenza clienti, ammettendo che, alla base della decisione, è stato il maggiore ricorso da parte del gruppo all’intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence), che ha reso superflue alcune posizioni.

Tagli da incubo comunicati anche da Intel, che ha avviato 22.000 licenziamenti nel corso del 2025, confermandosi la società americana che ha conquistato il triste primato nella classifica dei tagli di questo anno, sempre secondo i dati del sito Layoffs.fyi.

Dal sito emerge che il più grande round di licenziamenti che hanno colpito il comparto tecnologico è avvenuto negli USA nel 2023 quando, alle prese con il balzo dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse avviato dalla Fed, 1.200 aziende circa del settore hi-tech hanno avviato più di 260.000 riduzioni del personale.

Amazon ammette l’effetto del maggior ricorso all’intelligenza artificiale generativa

Nell’ultimo anno, i tagli hanno colpito non solo il settore tech, ma anche le banche, le case automobilistiche e il settore retail.

Il motivo addotto è stato per l’appunto la maggiore adozione dell’AI (intelligenza artificiale) generativa, che ha soppiantato diversi posti di lavoro nel mondo intero.

Ad ammettere l’utilizzo dell’AI come il fattore che si sarebbe tradotto in ulteriori riduzioni dell’occupazione era stato tra gli altri lo stesso CEO di Amazon Andy Jassy che, già a partire dai tempi della pandemia Covid-19, aveva lanciato un piano di tagli con l’obiettivo di snellire la struttura manageriale del gruppo, disponendo di un numero inferiore di manager, al fine di eliminare sovrapposizioni e semplificare la forza lavoro.

Nel mese di giugno, Jassy aveva poi avvertito che avrebbe potuto ulteriormente ridurre il personale di Amazon, citando l’adozione dell’AI generativa.

Il messaggio era stato chiaro. Il colosso, aveva detto il CEO, “avrà bisogno di un numero inferiore di persone per alcune mansioni svolte oggi, e di più persone per altri tipi di lavoro ”.

È difficile ”, aveva ammesso Jassy, “sapere esattamente quale sarà il risultato nel lungo periodo ma, nei prossimi anni, ci aspettiamo che ciò riduca la nostra forza lavoro aziendale complessiva”.

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